Recensione
Ci sono ristoranti che amano sorprendere la propria clientela, e la Trattoria Podazzera ne è decisamente un fulgido esempio. Pochi, infatti, immaginerebbero che quella vecchia cascina con inquietante insegna al neon adiacente a un grande albergo, ai piedi della trafficata statale che congiunge Vigevano a Milano, possa nascondere un piccolo gioiello di raffinata cucina lombarda e non solo. Eppure, una volta varcata la soglia, tutto cambia completamente: atmosfera calda e raccolta, arredamento vintage con cimeli dei primi del Novecento (con chicche come una sterminata collezione di bottigliette mignon di liquore!) e affettuosa attenzione al cliente e al servizio. Il resto lo fa il menu, che punta molto sui piatti dalla tradizione locale ma si lancia con successo anche su qualche preparazione più originale, con materie prime di qualità: promosso a pieni voti.
La selezione di antipasti in apertura è già da applausi: ottimo il piatto di salumi misti (salame di Varzi, crudo di Parma, coppa piacentina, pancetta e cotto artigianale) ma ancora più stuzzicante quello di salumi d'oca (salame di Mortara, galantina e petto stagionato). Da non perdere poi, solo su richiesta, le specialità della casa: in primis il figadej, un insaccato di fegato di maiale che gode della denominazione De.Co., e poi salamini artigianali sotto grasso, milanesine in carpione, trippa e se si è fortunati anche frittura di rane.
L'oca è un leit motiv di tutto il menu: la si rivede anche tra i primi sotto forma di sugo al brasato per le tagliatelle fatte in casa, davvero perfette. In alternativa, risotti con vari condimenti (topinambour e salsa ristretta di vitello, un esempio) oppure crema di zucca con crostini, robiola e porri fritti, gnocchi di patate con castagne e toma, o ancora pennette spadellate al pesto, queste ultime meno entusiasmante.
I secondi sono soprattutto di carne: quella di Fassona piemontese viene dalla macelleria Oberto, nel cuneese, e si presenta come tagliata oppure entrecote (per due persone). Da provare però anche le acquadelle fritte e le eccellenti lumache trifolate, con abbondante salsina al burro, in versione con o senza guscio. L'oca torna poi in grande stile con la delicatissima scaloppa di fegato grasso, servita con soncino e lamponi: una prelibatezza (22 euro). Tra i dolci, anch'essi interessanti, emerge soprattutto la torta di nocciole con fragole e salsa al cioccolato bianco. Cantina ottimamente fornita di vini locali, tra cui l'originale Uva Rara dell'azienda Frecciarossa e il robusto Buttafuoco di Quaquarini. In conclusione, un'eccellente selezione di grappe offerte dalla casa, tra cui quelle delle cantine Gaja. Il conto finale si aggira tra i 40 e i 50 euro per un pasto completo.