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Penne all'arrabbiata

I blogger enogastronomici? Autoreferenziali, anarchici, inaffidabili. A voler riaccendere a tutti i costi la polemica si potrebbero sintetizzare così le parole di Antonio Paolini, uno dei più prestigiosi critici italiani, per anni curatore di guide e libri a tema e oggi tra i coordinatori di Guida Espresso e Vini Buoni d'Italia: lo abbiamo intervistato a Perugia, alla presentazione del libro Eat Parade, in occasione dell'ultimo Festival Internazionale di Giornalismo. In realtà, le parole di Paolini sono fin troppo blande e distensive rispetto all'atmosfera di aperto scontro tra i giornalisti "tradizionali" e gli appassionati che operano sulla rete, spesso gratis e senza strutture professionali alle spalle, ormai da anni impegnati pervicacemente nella reciproca denigrazione: elitari e classisti gli uni, dilettanteschi e impreparati gli altri, quando non si arriva addirittura alle accuse di recensioni falsate per favorire questo o quel ristorante.



Il critico aquilano (nel video qui sopra l'intervista integrale) resta naturalmente dalla sua parte della barricata, ma con un giudizio aperto e articolato: "Quello che trovo un limite, un enorme limite di Internet - spiega - è l'autoreferenzialità di chiunque si mette dietro una tastiera o davanti a un touchpad e pensa, solo per il fatto di essere proprietario di una bocca e aver mangiato, di poter poi dire qualsiasi cosa. Non è così: tutti hanno due orecchie, ma nessuno va all'opera e si permette di dire così d'amblè chi è il più grande cantante lirico del mondo. Invece ci si sente tranquillamente in grado di postare su un blog, dopo aver speso 120 euro in un ristorante famoso, che quel ristoratore è una capra oppure è Dio. Non è né una cosa né l'altra: probabilmente mancano una filiera di esperienza e una griglia per trasformare questa esperienza in informazione". Il problema di fondo è quindi quello delle professionalità mancanti: "C'è una grandissima rete di avvicinamento - continua Paolini - tra gli oggetti della realtà e i protagonisti, che cambiano ogni volta ruolo, ora sono fruitori, ora narratori. Questa rete ha il filo del racconto, ma non quello dell'informazione. Pensare di aver attinto al filone dell'informazione solo per aver mostrato qualcosa secondo me, più che un'illusione ottica, è una clamorosa distorsione".

Ciò non toglie che nessuno, nemmeno i più accaniti cultori di carta e penna, possa permettersi di trascurare Internet: "Io stesso mi rapporto in prima persona con il web - dice Paolini - postando sia su Scatti di Gusto sia su Focus Italy, che è un blog italiano pensato per lettori americani. In questo modo ho capito, finalmente, il lavoro straordinario che fanno colleghi molto più competenti e più giovani di me che riescono a creare veri contenuti multimediali, a taggare ogni cosa, a trasformare il testo in un vero albero da cui spuntano in tempo reale una serie di rami che poi il lettore è libero di seguire o non seguire. Il primo modo di rapportarsi a Internet, quindi, è tecnologico: è vero che i contenuti devono essere quelli e le regole di generazione del contenuto, secondo me, restano le stesse del giornalismo tradizionale, ma è anche vero che le technicality e gli strumenti di comunicazione cambiano completamente".

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