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Pubblicato Martedì, 15 Gennaio 2008 21:04
Avevamo lasciato il
Mangelo nel
2006, quasi agli esordi; lo ritroviamo due anni dopo, ormai affermato e maturo ma sempre
in grado di stupire chi ancora non lo conoscesse, grazie alla sua
formula originale e innovativa. Riassumiamo in breve: a differenza delle guide tradizionali, il Mangelo si basa sulle
segnalazioni e i voti dei lettori, e una selezione dei giudizi lasciati da questi ultimi va a comporre le
sintetiche recensioni. Tre sono i criteri di valutazione (da 1 a 10):
cucina,
servizio e
ambiente. In base a questi si possono comporre le
classifiche più svariate: dal “peggior rapporto qualità-prezzo” al “miglior ristorante sudamericano”, e così via. La guida è disponibile in due edizioni:
900 ristoranti per quella di Milano,
884 per Roma, entrambe di
256 pagine e in vendita al prezzo di
15 euro.
Gli inconvenienti di questa soluzione rimangono immutati negli anni: innanzitutto, il Mangelo è una guida
esclusivamente cittadina, perché solo nelle metropoli può trovare un bacino d’utenza abbastanza ampio da rendere credibili i suoi giudizi. Le
valutazioni dei lettori saranno pure “democraticamente” ripartite, ma in più occasioni lasciano quantomeno perplessi: basta leggere frasi come “la sala interna può avere odore di cibo” oppure “per essere a menu fisso si mangia bene” per capire che
fidarsi ciecamente non è consigliabile. Per concludere, la guida cartacea soffre il confronto con il
sito, decisamente più rapido, interattivo e per di più gratuito.
Tuttavia, c’è il rovescio della medaglia: gli stessi difetti da noi citati possono rivelarsi
pregi, se si cercano indicazioni essenziali e giudizi condivisi su un locale. Le classifiche, benché arbitrarie, costituiscono un
aiuto eccezionale per chi parte da zero nella scelta di un ristorante. Inoltre, la consultazione della guida è davvero
comoda e pratica grazie ai tanti indici per tipologia di cucina, all’utilissima
mappa della città e alla sezione “Il Mangelo secondo te” che offre un piccolo calendario per programmare pranzi e cene.
Va segnalato infine che i curatori della guida non hanno rinunciato a un piccolo tocco “d’autore”, inserendo un elenco di “
Ristoranti Slurp”, ossia quelli preferiti dai redattori che, per una volta, se ne infischiano dei giudizi altrui: sarà pur vero che “
il cliente ha sempre ragione”, ma quando i clienti siamo noi ne ha certamente di più...