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Vent'anni di lentezza

La “fame” degli appassionati sta lievitando, e dopo due anni di digiuno non potrebbe essere altrimenti. Il Salone del Gusto è pronto a tornare, con la consueta cadenza biennale, e il mondo dell’enogastronomia è in fermento, anche perché quest’anno si festeggiano due anniversari ricchi di significati: nel 1996 veniva inaugurata la prima edizione della manifestazione, mentre nel 1986 veniva fondata (con il nome di Arcigola) l’associazione Slow Food, che dell’evento è creatrice e organizzatrice insieme a Regione Piemonte e Città di Torino.
Da giovedì 26 a lunedì 30 ottobre 2006 il centro espositivo del Lingotto Fiere di Torino ospiterà dunque la più grande manifestazione italiana del settore, nella speranza di migliorare i già imponenti numeri dell’ultima edizione: oltre 140.000 visitatori, 600 espositori, 125 stand istituzionali. Di certo c’è che aumenteranno i Presìdi, prodotti tutelati da Slow Food come patrimonio di biodiversità da salvare: ad essi (oltre 300) è dedicato un intero padiglione della fiera.

Come sempre il Salone fungerà da fondamentale vetrina per gli innumerevoli prodotti di alto livello del mercato enogastronomico italiano, ma sarà anche un’occasione per avvicinare i visitatori al mondo dei piccoli produttori e degli artigiani, promuovendo il valore della qualità contrapposto alla standardizzazione e all’appiattimento culturale. A sottolineare questo aspetto, contemporaneamente al Salone si svolgerà negli spazi della fiera anche la seconda edizione di “Terra Madre”, meeting internazionale delle comunità del cibo: un momento di incontro importante tra produttori, distributori, cuochi di tutto il mondo, che contribuirà a trasformare per cinque giorni il Lingotto in un vero e proprio “villaggio globale del cibo”.

Le tre parole chiave dell’edizione 2006 nascono dal libro di Carlo Petrini “Buono, pulito e giusto. I principi di una nuova gastronomia” e identificano nel modo più chiaro e immediato l’approccio scelto dagli organizzatori. Il termine “buono” richiama il sapore, ma anche il valore affettivo del cibo; “pulito” si riferisce al rispetto degli ecosistemi e dell’ambiente; “giusto”, infine, ricorda che la produzione e la commercializzazione del cibo devono rispettare il concetto di giustizia sociale. In questo filone si inseriscono tutti gli eventi e le iniziative che saranno ospitati dal Salone: dalle conferenze tenute con il patrocinio dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e Colorno al Teatro del Gusto, nel quale si esibiranno 17 chef di tutto il mondo fra cui il celebre Ferran Adrià, fino alle lezioni di cucina e alle degustazioni di vini pregiati. Naturalmente non mancano gli assaggi: dalle Isole del Gusto, ideali per uno “stuzzichino” in piedi, fino ai veri e propri ristoranti che offrono prelibati menu da tutto il mondo. Impossibile enumerare tutti gli appuntamenti che si susseguono nel programma del Salone, al cui centro resta comunque il già ricordato padiglione della biodiversità, con 200 presidi italiani (dalla bottarga di Orbetello alle susine bianche di Monreale) e 85 internazionali. Durante la manifestazione sarà infine disponibile un bus turistico che partirà da piazza Solferino e permetterà di scoprire le bellezze di Torino con un tour in 15 tappe della durata di un’ora.

Il Salone resterà aperto dalle 11 alle 23 da giovedì a domenica, dalle 11 alle 20 nella giornata di lunedì 30 ottobre. Il biglietto d’ingresso è di 20 euro (14 per i soci Slow Food, 12 per i ragazzi fino a 18 anni) mentre l’abbonamento per la manifestazione costa 60 euro. Entrambi sono acquistabili anche on line attraverso il sito www.salonedelgusto.it, da consultare per qualsiasi ulteriore informazione.

(Articolo di Eugenio Peralta pubblicato su Lombardia Oggi del 22 ottobre 2006)

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