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Cos'è questa crisi?

Pubblicato Mercoledì, 13 Giugno 2012 14:33
Alla faccia della crisi! Sarà pure una banalità, ma è questo il primo commento che ci balza alla mente dopo aver assistito a una vera e propria invasione dei Magazzini del Cotone, al porto antico di Genova, in occasione dell'edizione 2012 di Terroir Vino. Lo scorso lunedì 11 giugno la manifestazione organizzata dagli instancabili enomani di TigullioVino (che sono anche i padri fondatori di Vinix) ha frantumato ogni record in termini di affluenza già nella prima parte della giornata - riservata a operatori e stampa - per poi esplodere letteralmente a ridosso della chiusura. L'entusiastica risposta del pubblico e degli appassionati potrebbe spingerci a considerazioni filosofiche sulla situazione del mercato e sulle profezie economiche autoavveranti, ma ve le risparmiamo (tanto per restare in tema) e ci concentriamo sull'essenziale: ossia sul perpetuarsi di una formula vincente, basata su pochi principi fondamentali che rimangono immutati di anno in anno. I capisaldi, lo abbiamo ripetuto tante volte, sono due: l'atmosfera di convivialità e di rispetto reciproco da una parte, la rigorosa "selezione all'ingresso" dall'altra. Potrebbero sembrare due aspetti in antitesi tra loro, ma non è così: sapere che dietro Terroir Vino c'è una ponderata scelta di cantine e aziende agricole focalizzate sulla qualità dei prodotti e impegnate nella valorizzazione del territorio rende tutti gli espositori più consapevoli del loro ruolo e, probabilmente, anche più propensi a interazioni e scambi (culturali o vinicoli che siano).

E poi, aspetto da non sottovalutare, i Magazzini del Cotone restano il luogo in cui gli ideatori della manifestazione visitano gli stand uno per uno, si intrattengono cordialmente con tutti i presenti davanti a un buon bicchiere di vino, organizzano degustazioni "dal basso" (cioè prive di un "maestro" che pretenda di imporre la sua interpretazione) e attribuiscono premi e riconoscimenti senza scatenare la minima competizione. Un'atmosfera che fa bene a tutti, verrebbe da dire anche al vino, e si esprime pure negli eventi collaterali, dal Baratto Wine Day al Garage Wine Contest - una sfida tra le creazioni "domestiche" dei vignaioli dilettanti - fino all'appuntamento forse più significativo dell'intero weekend, la Vinix Unplugged Unconference (con lauta cena) della domenica sera.
Noi, come al solito, ci lasciamo volentieri trascinare in questo turbine, dimenticando ben presto la scaletta degli stand da visitare: meglio così, altrimenti non ci sarebbe modo di scoprire le chicche di questa edizione, come la corposa rappresentanza estera: Ungheria, Georgia, Slovenia e Francia i paesi presenti. Diverse le new entry, alcune delle quali decisamente interessanti, ma tanti anche i volti noti: come sempre un piacere discutere con Luca Ferraro di Bele Casel o lasciarsi travolgere dalla verve e dalle alchimie di Paolo Carlo Ghislandi della Cascina I Carpini... Più sotto vi proponiamo la nostra consueta e opinabilissima carrellata tra gli stand.

Un'ultima considerazione: Terroir Vino è da sempre anche un'occasione per riflettere sul complesso e articolato rapporto che lega il mondo dell'enologia a quello della rete, intesa come veicolo di comunicazione e promozione ma anche come terreno di socializzazione e confronto. Bene: ammesso che non fosse già avvenuto in passato, possiamo dire che la boa è stata ormai definitivamente doppiata. Non esiste più cantina senza uno spazio su Internet, un account Twitter o un profilo su Facebook; contatti e commenti arrivano in diretta già durante l'evento, le conoscenze si ampliano e si moltiplicano. Il confronto tra "mondo reale" e web non ha più alcun senso perché il mondo reale e il web sono la stessa cosa e, a dispetto di tutti gli apocalittici, i prodotti della terra e i rapporti tra le persone non ne escono danneggiati ma, anzi, notevolmente arricchiti: e questa, a nostro modo di vedere, è una gran bella notizia.

Togni-Rebaioli - Darfo Boario Terme (BS): Azienda da ricordare innanzitutto in quanto capofila del progetto Opol, un'associazione tra cantine della Valle Camonica per rilanciare i vigneti che altrimenti sarebbero stati abbandonati e venduti: da questa unione nasce l'omonimo vino (ne riparleremo). Le bottiglie "fatte in casa", però, non sono assolutamente da meno: il rosso base Lambrù, un Valcamonica Rosso IGT, è anzi esemplare per equilibrio. Dalle vigne storiche dell'azienda nasce invece il corposo Merlot Rebaioli Cav. Enrico.

Batzella - Castagneto Carducci (LI): Vince decisamente il premio per il miglior rapporto qualità-prezzo della rassegna il Bolgheri Pean, un blend di Sauvignon e Cabernet Franc: 13 euro per un vino di tale armonia e complessità, affinato per 12 mesi in barrique e altri 6 in bottiglia, sono davvero una miseria. Più costoso, ma meritevole, il Bliss (Syrah in purezza), mentre la chicca è il rosato Pinsky, pluripremiato e unico nel suo genere.

Guglierame - Pornassio (IM): L'Ormeasco è una delle DOC più piccole d'Italia per dimensioni, ma qui la troviamo in tutto il suo splendore: l'Ormeasco di Pormassio base, per profumi ed equilibrio, è forse addirittura migliore del Superiore. Da provare anche, a livello di curiosità, l'Ormeasco Sciac-Tra: con questo nome, a differenza di quanto avviene nelle Cinque Terre, si indica un rosato di pronta beva.

Collina dei Poeti - Santarcangelo di Romagna (RN): L'azienda è giovanissima e orgogliosa delle sue origini, dato che partecipa attivamente alla vita culturale e turistica di Santarcangelo. Dalla collaborazione con lo storico Festival del Teatro in Piazza nasce infatti il Teatro 40, un Sangiovese selezionato e affinato in botti di rovere per esaltarne i profumi e la morbidezza. A rubargli la... scena arriva però il Brut rosato Albachiara, di brillante originalità.

Vinimpero - Genova: Attivissimo importatore di vini dall'Ungheria. Nel suo catalogo si trovano prodotti assimilabili al gusto italiano come il Napbor Secco delle Cantine S.Andrea e altri assai più peculiari come il Tokaj Forditàs (Chateau Dereszla), il dolcissimo Tokaj Katinka a raccolta tardiva (Cantina Patricius) o il pregiatissimo Tokaj Aszù 5 Puttonyos (Tokaj Nobilis) da uve selezionate rigorosamente a mano.

Principe Pallavicini - Colonna (Roma): Davvero principesco è l'Amarasco Cesanese che, pur non rientrando nell'omonima DOC, non ha nulla da invidiare ai "cugini" della provincia di Frosinone. Di assoluta originalità anche l'IGT Moroello e la dolce, ma tutt'altro che stucchevole Malvasia Puntinata del Lazio.

Domaine de la Tour du Bon - Le Brûlat du Castellet (Francia): Situata tra Tolone e Marsiglia, a pochi km dal mare, questa cantina ha una produzione tanto ristretta quanto significativa: il Rosé è particolarmente aromatico e speziato, il Blanc freschissimo e vivace, ma ad affascinare è lo splendido Rouge dall'eccezionale splendore e profondità, impreziosito dall'utilizzo di uve Carignano.

Cantina Cirotto - Asolo (TV): Da produttori tradizionali a integralisti del... secco: da qualche anno i Cirotto hanno scoperto il Brut e se ne sono innamorati, trasformando la loro passione in uno splendido Asolo Superiore Millesimato Brut. La risposta del mercato è buona, anche se resiste comunque il prodotto classico dell'azienda, il morbido Extradry.

Kocijancic Zanut - Dobrovo v Brdih (Slovenia): Borut Kocijancic lo dice molto chiaramente: il suo Sauvignon o lo odi o lo ami. Noi ci mettiamo nella seconda categoria, grazie al gusto incredibilmente aromatico e pungente di questo vino, anche se alla lunga potrebbe stancare. Più abbordabile, ma sempre di ottima qualità, la Rebula (Ribolla Gialla).

Cantina del Barone - Cesinali (AV): Forse l'azienda più piccola dell'intera manifestazione, dal momento che la sua produzione si limita a due vini: il Fiano di Avellino base e il Particella 928, che prende il nome dalla porzione di terreno in cui sono coltivate le sue uve. La differenza è palpabile, in termini di aroma, ma entrambi sono consistenti e armonici.

Maso Bergamini - Cognola (TN): Merita senz'altro un assaggio il Traminer Aromatico di questa cantina trentina, profumatissimo al naso ma delicato e poco invadente in bocca. Interessanti anche il Riesling e il Pinot Grigio, quest'ultimo esclusivamente da uve biologiche.

Grosjean - Quart (AO): Tutto in famiglia per questa piccola azienda valdostana che dice pane al pane e, ovviamente, vino al vino: nella sua produzione spiccano il fresco bianco Petite Arvine Vigne Rovettaz e i rossi Gamay e Torrette.

Casa Vinicola Setaro - Trecase (NA): Oltre all'assai particolare Caprett One Spumante, questa cantina del napoletano produce Falanghina, Greco di Tufo e soprattutto Lacryma Christi: sia nel bianco, sia nel rosso Don Vincenzo prevale una nota di caratteristica acidità che rende il vino decisamente impegnativo, ma anche di gran valore.

Boniperti Vignaioli - Barengo (NO): Semplicità e coerenza i valori di questa cantina che si affida anima e corpo ai vitigni tipici. Il prodotto di punta è il Nebbiolo Barton, forse però ancora troppo giovane in occasione della nostra visita; meglio il Carlin, invecchiato solo in acciaio e per tre mesi anche in bottiglia. Il quadro si completa con il Favolalunga, un blend di Vespolina e Merlot.

Gaspare Buscemi - Cormons (GO): Più che una degustazione, una lezione di enologia: non facile, per i meno esperti, cogliere le differenze tra il bianco Esperienze "normale" e quello prodotto in assenza di anidride solforosa, una novità sperimentata dal 2009. Trasparente invece il confronto tra l'Alture Bianco più recente (blend di Pinot e Friulano) e quello del 2001, per una verticale da applausi.

Rabino - Santa Vittoria d'Alba (CN): Qui i prezzi sono davvero inimitabili: impossibile spendere più di 4,50 € a bottiglia! Il tutto mantenendo una qualità più che discreta, soprattutto per quanto riguarda l'Arneis e il Barbera d'Alba. In produzione anche Favorita, Nebbiolo e rosato.

Antico Castello - San Mango sul Calore (AV): Tutti i vitigni tipici della Campania, dalla Falanghina al Greco e al Fiano d'Irpinia: decisamente più strutturato e aromatico quest'ultimo. Il vero prodotto di punta però è l'ottimo Taurasi.

Niavin Selections - Sarteano (SI): Da qui arrivano in Italia i celebri vini georgiani, non adatti a tutti i palati ma certamente dotati di un gusto inconfondibile: tra i prodotti della Winery Khareba di Tbilisi spiccano i bianchi macerati come il Mtszvane o il Kisi.

Le Ramate - Malvicino (AL): Non è una cantina ma un'azienda agricola, rigorosamente incentrata su metodi di produzione biologici e specializzata nei formaggi di capra. Il prodotto di punta è l'eccellente Le Rubine in tutte le sue versioni, dal fresco "Primo amore" allo stagionato "Filosofie". Da non perdere poi la crema di formaggio spalmabile.





Paolo Carlo Ghislandi (Cascina I Carpini) in posa con le sue "creature"


Togni-Rebaioli - Darfo Boario Terme (BS): Azienda da ricordare innanzitutto in quanto capofila del progetto Opol, un'associazione tra cantine della Valle Camonica per rilanciare i vigneti che altrimenti sarebbero stati abbandonati e venduti: da questa unione nasce l'omonimo vino (ne riparleremo). Le bottiglie "fatte in casa", però, non sono assolutamente da meno: il rosso base Lambrù, un Valcamonica Rosso IGT, è anzi esemplare per equilibrio. Dalle vigne storiche dell'azienda nasce invece il corposo Merlot Rebaioli Cav. Enrico.

Batzella - Castagneto Carducci (LI): Vince decisamente il premio per il miglior rapporto qualità-prezzo della rassegna il Bolgheri Pean, un blend di Sauvignon e Cabernet Franc: 13 euro per un vino di tale armonia e complessità, affinato per 12 mesi in barrique e altri 6 in bottiglia, sono davvero una miseria. Più costoso, ma meritevole, il Bliss (Syrah in purezza), mentre la chicca è il rosato Pinsky, pluripremiato e unico nel suo genere.

Guglierame - Pornassio (IM): L'Ormeasco è una delle DOC più piccole d'Italia per dimensioni, ma qui la troviamo in tutto il suo splendore: l'Ormeasco di Pormassio base, per profumi ed equilibrio, è forse addirittura migliore del Superiore. Da provare anche, a livello di curiosità, l'Ormeasco Sciac-Tra: con questo nome, a differenza di quanto avviene nelle Cinque Terre, si indica un rosato di pronta beva.

Collina dei Poeti - Santarcangelo di Romagna (RN): L'azienda è giovanissima e orgogliosa delle sue origini, dato che partecipa attivamente alla vita culturale e turistica di Santarcangelo. Dalla collaborazione con lo storico Festival del Teatro in Piazza nasce infatti il Teatro 40, un Sangiovese selezionato e affinato in botti di rovere per esaltarne i profumi e la morbidezza. A rubargli la... scena arriva però il Brut rosato Albachiara, di brillante originalità.

Vinimpero - Genova: Attivissimo importatore di vini dall'Ungheria. Nel suo catalogo si trovano prodotti assimilabili al gusto italiano come il Napbor Secco delle Cantine S.Andrea e altri assai più peculiari come il Tokaj Forditàs (Chateau Dereszla), il dolcissimo Tokaj Katinka a raccolta tardiva (Cantina Patricius) o il pregiatissimo Tokaj Aszù 5 Puttonyos (Tokaj Nobilis) da uve selezionate rigorosamente a mano.

Principe Pallavicini - Colonna (Roma): Davvero principesco è l'Amarasco Cesanese che, pur non rientrando nell'omonima DOC, non ha nulla da invidiare ai "cugini" della provincia di Frosinone. Di assoluta originalità anche l'IGT Moroello e la dolce, ma tutt'altro che stucchevole Malvasia Puntinata del Lazio.

Domaine de la Tour du Bon - Le Brûlat du Castellet (Francia): Situata tra Tolone e Marsiglia, a pochi km dal mare, questa cantina ha una produzione tanto ristretta quanto significativa: il Rosé è particolarmente aromatico e speziato, il Blanc freschissimo e vivace, ma ad affascinare è lo splendido Rouge dall'eccezionale splendore e profondità, impreziosito dall'utilizzo di uve Carignano.