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Metti il vino in cascina

Partiamo dall'inizio: per chi non lo sapesse, Vinix è un social network dedicato all'enologia, punto d'incontro virtuale per produttori, sommelier, rivenditori e semplici appassionati di vino. Dopo l'iniziale periodo di rodaggio il sito ha ormai sfondato, raccogliendo quasi 5500 iscritti (tra i quali anche noi), e nel 2009 è passato all'azione dando il via all'organizzazione di Vinix Live!, un evento di degustazione e vendita "autogestito" dai produttori, o meglio - nell'idea dei suoi creatori - il primo di una serie di eventi analoghi che coinvolgeranno nei prossimi mesi diverse realtà locali.
Il concetto di Vinix Live! è semplice: alcuni vignaioli, legati a un territorio di piccole dimensioni, si accordano per allestire una degustazione dei propri vini, mettendoli contemporaneamente in vendita allo stesso prezzo a cui sono acquistabili in cantina. Il "format" è liberamente esportabile: spetta agli organizzatori definire la location, le modalità di esposizione e le eventuali offerte collaterali (come la possibilità di mangiare e pernottare sul posto). Il marchio Vinix Live! garantisce la qualità e la convenienza: la degustazione, infatti, è completamente gratuita. Ai visitatori si richiede soltanto di... diffondere il verbo e commentare l'iniziativa on line, e prontamente adempiamo all'obbligo.

Amanti del buon vino come del buon cibo, le Locuste non potevano mancare alla prima "puntata" di Vinix Live!, ospitata dalla Cascina Tollu di Rocca Grimalda, in provincia di Alessandria. Il padrone di casa Tomaso Armento gestisce un apprezzato agriturismo ma, soprattutto, porta avanti le vigne di famiglia praticamente dalla nascita: è lui stesso a darci in questo post le sue impressioni sulla manifestazione. Per quanto abbiamo potuto vedere, un discreto successo: una cinquantina di visitatori - le dimensioni dei locali e il relativo isolamento della cascina non ne avrebbero permessi molti di più - e una graditissima occasione per confrontarsi direttamente, faccia a faccia, con i vignaioli della zona di Ovada, Gavi e dintorni.
Sei le cantine presenti, più quella ospitante: a nostro avviso il numero ideale, sia perché permette di degustare quasi tutti i prodotti senza uscire strisciando (la parola "sputare" non rientra nel nostro vocabolario), sia perché dà la possibilità di conoscere personalmente i produttori e di ascoltare i loro racconti, le loro storie personali, le interpretazioni dei rispettivi vini. Un aspetto che nelle grandi fiere, ma anche in quelle medie, spesso non si riesce a sfruttare pienamente.

Solo in un contesto come questo, tanto per fare un esempio, è possibile assistere a un'animata querelle enologica tra Paolo Ghislandi della Cascina I Carpini (che nell'occasione, tra l'altro, festeggiava il suo compleanno: auguri!) e Gianpaolo Destefanis dell'azienda agricola Rossotto: il primo a sostegno dell'acidità del Barbera, il secondo sul fronte opposto. Oppure discutere di vini dolci e passiti direttamente con il produttore del misconosciuto Sciacchetrà, presidio Slow Food delle Cinque Terre. Per non parlare della ghiottissima cena che ha seguito la degustazione,a cui purtroppo non abbiamo potuto partecipare per esaurimento dei posti (ci siamo consolati con il pranzo all'Agriturismo Lo Casale di Arquata Scrivia).
Se poi l'iniziativa abbia riscosso il successo sperato, o se, in altri termini, il gioco valga la candela anche dal punto di vista economico, lo potranno dire solo i produttori stessi. Le bottiglie vendute non saranno state molte - questo è fisiologico - ma l'ottica di un evento del genere dovrebbe essere quella della promozione a lungo termine e dello scambio di idee e informazioni, più che della resa immediata.
Nell'attesa della prossima tappa vi lasciamo, come sempre in questi casi, con le nostre brevi (e imprecise) impressioni sui vini degustati.

Cascina Tollu - Rocca Grimalda (AL): La cantina ospitante è quella che offre il prodotto più originale di tutta la rassegna, il famoso Bianco di Tollu, vino frizzante ottenuto dall'assemblaggio di Cortese e Chardonnay e rifermentato in bottiglia. Un vino davvero difficile da definire, complesso e impegnativo nell'aroma ma anche fresco e leggero. Il successo è enorme, più di 5000 le bottiglie vendute a privati, e fa passare quasi in secondo piano il vitigno principe dell'azienda, il Dolcetto d'Ovada: merita un assaggio, comunque, l'Armasù. Raffinate le etichette realizzate da un artista locale.

Cascina I Carpini - Pozzol Groppo (AL): I suoi vini, come dice un'ispirata visitatrice, "bruciano tutto" e questo è il miglior complimento che si possa fare a Paolo Ghislandi. L'elevata acidità dei suoi Barbera garantisce un invecchiamento lungo e fruttuoso, tanto che dell'ultima vendemmia non c'è nulla. Il Bruma d'Autunno (Barbera in purezza) e il Falò d'Ottobre sono i prodotti più elaborati, anche se per il nostro gusto il migliore è il più giovane Sette Zolle (Barbera con Cabernet e Croatina) con il suo persistente aroma di ciliegia. Prossima tappa, le bollicine...

Rossotto - Montelupo Albese (CN): Siamo un po' fuori zona come territorio e anche come filosofia: Gianpaolo Destefanis produce vini robusti, solidi e tradizionali, "alla piemontese" se ci è permesso. Nebbiolo d'Alba, ma anche Barbera e Dolcetto, rispecchiano quest'idea. La bottiglia che colpisce di più, inaspettatamente, è però un'altra: lo Stramaiv, vino di uve stramature, frutto della raccolta di uve Brachetto lasciate appassire per 40 giorni oltre la data di vendemmia. Ne scaturisce un vino dolce, morbido e aromatico, da provare assolutamente.

Vallenostra - Mongiardino Ligure (AL): L'azienda agrituristica di Roberto Grattone si è presentata all'evento con uno splendido Timorasso, vitigno autoctono della provincia, accompagnato dalla sua produzione più conosciuta: il Montébore. La cooperativa Vallenostra è infatti l'unico produttore autorizzato di questo formaggio secondo il disciplinare Slow Food. Inutile dire quindi che la produzione è ridotta ma al tempo stesso unica e inimitabile. Ottimi anche gli altri formaggi di latte di pecora e di mucca proposti nell'occasione.

Luca Abrate - Pocapaglia (CN): Ecco una cantina con un "target" completamente diverso dalle precedenti, che ha nel mercato estero uno sbocco fondamentale: Corea, Cina, Giappone fra gli altri clienti. Non male per un'azienda nata nel 1993. Nella produzione ci sono rossi (Barbera, Nebbiolo, Dolcetto) e bianchi: fra questi ultimi spicca senz'altro il 21 settembre, Arneis in purezza, corposo e fruttato. Il nome del vino viene dalla data di nascita della figlia di Luca.

La Mesma - Gavi (AL): Vista la location l'azienda delle tre sorelle Rosina non poteva che specializzarsi nel Gavi, il vitigno più celebre della zona. Due le varianti principali: l'Etichetta Gialla, profumato e delicato, e l'Etichetta Nera, più complesso, dal gusto persistente.

Terra di Bargon - Riomaggiore (SP): Lo lasciamo per ultimo non certo per il valore ma per le caratteristiche del suo vino, l'eccellente passito Sciacchetrà, autoctono delle Cinque Terre. La cantina è di recente fondazione, ma può già proporre diverse versioni del suo prodotto, a seconda dell'anno di vinificazione: la bottiglia migliore è forse quella del 2003. Sui prezzi, però, c'è ancora da lavorare un po'...


I vini della Cascina I Carpini


I formaggi dell'azienda Vallenostra in penombra


Degustazione approfondita

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