Stampa

Una Milano da bere

Forse questa volta possiamo dirlo: il Weekend della Degustazione ha trovato casa. L'evento milanese, negli ultimi anni forzatamente itinerante (in passato ha fatto tappa anche al Palalido), sembra aver scoperto nel 2009 la sua giusta dimensione e la sede più appropriata. Le lussuose e raffinate sale interne del Marriott Hotel di via Washington, capienti ma non dispersive ed esteticamente appaganti, sono state la degna cornice di una manifestazione decisamente riuscita. La formula voluta dall'organizzazione è un'apprezzabile via di mezzo tra l'assaggio mirato e la "fiera" del vino: una trentina di stand gestiti dai produttori, eventi e conferenze in una saletta riservata e la possibilità, molto sfruttata, di acquistare le bottiglie direttamente al banco. Affluenza di pubblico come sempre notevole, a tratti eccessiva nelle serate del venerdì e del sabato, malgrado i 15 euro del biglietto d'ingresso (peraltro ridotti a 10 per chi si registrava online): Milano, almeno in questi casi, è ancora da bere... Ma i lavoratori del settore sono ormai esperti nel tollerare anche gli alcolisti meno anonimi.

A rendere l'evento ancora più stimolante c'è stata, nella serata di giovedì 19 novembre, la presentazione del Consorzio di Tutela del Vino Custoza e della relativa DOC: un bianco ancora misconosciuto che però negli ultimi anni sta salendo prepotentemente alla ribalta, grazie soprattutto al successo ottenuto all'estero. Quattro le tipologie di vino: il Custoza, frutto della combinazione di quattro uve, il Custoza superiore, invecchiato per almeno cinque mesi, il Custoza spumante e il Custoza passito. Nove, invece, le aziende presenti al Weekend in rappresentanza degli oltre 60 produttori che aderiscono al consorzio lungo la Strada del Custoza, tra Valeggio sul Mincio, Sommacampagna e Peschiera. L'impressione è che di questo vino (DOC dal 2001) sentiremo molto parlare nell'immediato futuro...
Tra gli altri espositori Lombardia e Piemonte fanno la parte del leone, ma non mancano aziende provenienti da Sicilia, Basilicata e Puglia. E l'evento diventa internazionale con lo stand svizzero (Rouvinez Vins) e quello, pregevolissimo, dei prodotti sudafricani. Di seguito vi lasciamo, come di consueto, alla nostra discutibilissima selezione dei vini degustati. Prima, però, una nota di merito per i prodotti marchigiani e umbri forniti da Messaggi & Sapori, il negozio di Clauio Naim e Gianni Pessina che ha sfamato tutti i partecipanti con i suoi panini al ciauscolo, al salame di Fabriano o al pecorino di fossa: accompagnamento ideale per una serata adatta agli stomaci robusti.

Carpineto - Greve in Chianti (FI): Fra i migliori assaggiati al Marriott i vini della premiatissima azienda toscana. Spicca in particolare il famoso IGT Dogajolo, Sangiovese al 70% definito addirittura "uno dei vini più innovativi sino ad oggi prodotti": magari un po' eccessivo, ma morbidezza e struttura sono davvero di alto livello. Nell'ampio catalogo delle etichette da ricordare poi il Cabernet Sauvignon Farnito, invecchiato per 9 mesi in botti di rovere: nel 1998 fu inserito tra i top 40 al mondo dalla rivista Wine Spectator.

Caminella - Cenate Sotto (BG): Nel ricco panorama vinicolo del bergamasco è una delle cantine dalla produzione più originale. Famoso il Luna Rossa, ottenuto da un blend di Cabernet Sauvignon, Merlot e Pinot Nero e affinato per 18 mesi in barrique: colori intensi e profumo di spezie sono le sue caratteristiche migliori. Da assaggiare anche il Goccio di Sole, Moscato di Scanzo raccolto tardivamente.

Piccioni e Pastori - Castell'Arquato (PC): Se pensate di conoscere a memoria i vini piacentini forse dovreste passare dalle parti di questa tenuta, che dopo aver sfoderato l'Ortrugo, il Gutturnio e la Bonarda di ordinanza vi stupirà con un Cabernet Sauvignon di inconsueto profumo e robustezza, e infine calerà l'asso dell'Arché, una selezione di uve Bonarda vinificate esclusivamente in acciaio.

Antonello Cassarà - Alcamo (TP): Di premi ne hanno fatto incetta più o meno tutti i vini dell'azienda trapanese: l'elegante e secco bianco Jacaranda come l'ineccepibile e aromatico Nero d'Avola. Una spanna sopra gli altri è però senza alcun dubbio il Kilim bianco, un'IGT siciliana ottenuta da uve Chardonnay e da piccole percentuali di vitigni aromatici. Il risultato è un gusto complesso e originale che colpisce favorevolmente.

Fattoria Campigiana - San Miniato (PI): Tre generazioni di viticoltori in quest'antica cantina del Pisano. I prodotti più interessanti sono il Chianti Barbarossa, che conserva un'elevata e ormai inconsueta acidità, e l'IGT Imperatore, robusto e profumato.

Torraccia del Piantavigna - Ghemme (NO): Il destino era già nel nome: Piantavigna si chiamava il nonno del fondatore, nientemeno che Alessandro Francoli, proprietario di una delle più note distillerie italiane. Il vino sarà pure un passatempo secondario per lui, ma ciò non gli impedisce di produrre un Ghemme e un Gattinara di eccezionale qualità, entrambi ricchissimi nei profumi. Interessante anche la Vespolina "La Mostella".

Colle di Bugano - Bugano di Longare (VI): Simone Fanton, oltre che vignaiolo, è anche sommelier in un ristorante e forse per questo produce vini perfetti per l'abbinamento con i piatti tipici del vicentino. Originalissimo il Pinot Nero Vecchio Vignalone, vinificato in bianco e dall'inconfodibile colore ramato; insolitamente fresco e profumato il Rosso del Brolo (è Tocai, ma non si può dire).

Corte Gardoni - Valeggio sul Mincio (VR): Un piccolo produttore specializzato nelle due principali DOC locali: il Bardolino e naturalmente il Custoza, qui particolarmente fresco e leggero. Ne esiste anche una versione invecchiata in acciaio (il Mael), che non è Custoza Superiore, ma poco ci manca...

Les Granges - Nus (AO): Chi non conoscesse i vini valdostani (come noi) può partire da qui per scoprire tutti i vitigni autoctoni: l'originale Cornalin, l'eccellente Fumin (barricato e dal sapore molto fruttato), il Nus, più delicato, e la Malvoisie, che altro non è che un Pinot Grigio vinificato in bianco.

Castello di Corbara - Orvieto (TR): Antiche rovine romane e, tanto per gradire, un castello medioevale fanno da cornice a una tenuta di oltre 100 ettari. Tra i bianchi si fa preferire il delicato Grechetto Il Gaio; a nobilitare ulteriormente la ricca produzione, due grandi rossi invecchiati come il Lago di Corbara Riserva da uve Merlot e il Sangiovese Riserva IGT, entrambi affinati per 16 mesi in rovere e poi per almeno 7 mesi in bottiglia.

Taverna - Nova Siri (MT): Il fiore all'occhiello di questa azienda lucana recentemente rinnovata è il Lagarino di Dioniso, rosso ottenuto da uve Merlot e Sauvignon oltre a un 10% di Aglianico del Vulture. Invecchiato in rovere, ha un gusto intenso e armonioso.

Favite - Nimis (UD): Tutti i più classici vini friulani, dal Merlot al Refosco, nel portfolio della cantina di Vladimiro di Giusto. Interessante per dolcezza e profumo lo Schioppettino, mentre il prodotto meno conosciuto è senza dubbio il Ramandolo, vino dolce e fruttato di colore giallo intenso, invecchiato in legno di robinia.

Ronco della Fola - Scanzorosciate (BG): Inutile girarci intorno, vista la zona la specialità della casa non può che essere il Moscato di Scanzo, dolce ma non troppo, affinato per 24 mesi in solo acciaio.

AfriWines - Muggiò (MI): È l'azienda che si occupa di importare e distribuire i vini delle principali cantine sudafricane, fra i quali va senza dubbio segnalato il Pinotage Rico Suter. La maggior parte dei prodotti sono acquistabili tramite l'enoteca on line Sudigradi.

Ricerca rapida

Regione
Provincia

Login Form

Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Credits - Nota legale