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All'Hostaria si va a nozze

Tasto delicato, e spesso dolente, quello dei pranzi di matrimonio.
L’importanza dell’evento e l’attesa per la cerimonia spesso fanno passare in secondo piano l’elemento gastronomico: si rischia di scivolare in una rassegna infinita di piatti “da matrimonio” portati in tavola uno dopo l’altro senz’arte né parte, tanto per occupare il tempo.
Nell’infinita serie di locali che offrono ospitalità agli sposi, l’Hostaria del Castello – da Pinin ha però due punti a suo favore. Il primo è l’esperienza decennale che il ristorante può vantare nell’organizzazione di pranzi di nozze e cerimoniali; il secondo è la splendida posizione del locale, che domina dall’alto di una collinetta il piccolo abitato di Varallo Pombia, vantando un ampio giardino e un’ottima vista sul paese e sul circostante Parco del Ticino.

Cornice incantevole e capacità nel servizio (quasi impeccabile) non bastano comunque, si sa, a fare un buon ristorante. Ma all’esame della qualità l’Hostaria è promossa ai pieni voti: le pietanze sono gustose, preparate con cura e soprattutto, perla rara nei pranzi di matrimonio, per nulla banali.
Non mancano, certo, i classici vol-au-vent o i gamberetti in salsa rosa; a questi si aggiunge però una serie interminabile di altri antipasti, tra cui spiccano gli affettati (ottimi coppa e bresaola) e il pesce: tonno al pomodoro, fettine di pesce spada. Da assaggiare anche il paté di vitello.
Tra i primi colpiscono le crespelle alla valdostana; tra i secondi, invece, l’orata al cartoccio, piacevole sorpresa. Come dessert, oltre alla torta nuziale, una cascata di gelato accompagnato da frutta secca e di stagione, cantuccini e cioccolato fuso. Il tutto innaffiato da ottimi vini: si segnala in particolare il Barbaresco.
L’organizzazione si occupa, naturalmente, anche di tutti gli elementi accessori della giornata: aperitivo-buffet in giardino, amaro conclusivo e intrattenimento musicale (quest’ultimo in verità tranquillamente evitabile). Non resta dunque che verificarne la “tenuta” come ristorante in occasioni più convenzionali.

Hostaria del Castello - "Da Pinin"
Via Caccia n.2 - Varallo Pombia (NO)
Tel.: 0321-95240
Chiusura: Martedì
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Una questione di etichetta

Per i veri amanti dell'enologia, il piacere di gustare un vino non si esaurisce certo nel bere. L'importanza della bottiglia è tutt'altro che secondaria: il colore, la forma, le dimensioni sono tutti aspetti più che significativi agli occhi degli esperti. All'etichetta spetta poi il compito più difficile: riassumere efficacemente in poche righe (e qualche elemento grafico) tutte le caratteristiche del vino in questione, senza cadere in eccessivi elogi o inutili panegirici.
Con il passare del tempo la realizzazione delle etichette è divenuta una vera e propria arte, e non di rado le case produttrici si sono affidate a esperti di grido per curare quello che, con termine mutuato dal marketing, possiamo definire packaging. Altri, ed è di loro che vogliamo occuparci, hanno fatto ricorso alla letteratura, accompagnando i loro vini con citazioni illustri che collegano l'amore per la bevanda di Bacco alla passione per la cultura. Fra questi il più prestigioso è sicuramente il Nepente di Oliena, che può fregiarsi di una denominazione quasi sacra: il nome "Nepente", che richiama quello di un'antica droga greca, fu infatti attribuito a questo ottimo Cannonau nientemeno che da Gabriele d'Annunzio (che pure era astemio). E ancora oggi sulla bottiglia si può leggere il suo meritato elogio:

"Non conoscete il Nepente d'Oliena neppure per fama? Ahi lasso! Io sono certo che, se ne beveste un sorso, non vorreste mai più partirvi dall'ombra delle candide rupi, e scegliereste per vostro eremo una di quelle cellete scarpellate nel macigno che i Sardi chiamano Domos de Janas, per quivi spugnosamente vivere in estasi fra caratello e quarteruolo. Io non lo conosco se non all'odore; e l'odore, indicibile, bastò a inebriarmi."

Certo, non tutti i vini possono vantare origini così illustri: ma questo non impedisce al Refosco "Il Palù" della cantina Botter, medaglia d'oro 2004 a Vinitaly, di illustrare le sue virtù con una frase altrettanto significativa. La dichiarazione d'amore del grande scrittore russo Anton Cechov è perentoria:

"Il vino e la musica sono sempre stati per me un magnifico cavatappi."

Per la bottiglia di Bonarda "Violetto" della cantina Ventidone (PC) si è invece scomodato (si fa per dire) il poeta Angelo Poliziano. Ecco la sua citazione che compare sull'etichetta del frizzante vino emiliano:

"Quinci Bacco e Amarilli e quindi Amore mi fan con dolci vezzi invito a baci: l’un nelle belle tue labbra vivaci, l’altro in bicchier di porporino umore."

Vogliamo però chiudere questa breve carrellata con un'etichetta che non ha nulla di letterario, ma ci ha colpito per la sua semplicità e sincerità. E' quella del Lambrusco Grasparossa "Vecchio Moro", della viticultura Rinaldini di Calerno di S.Ilario d'Enza (RE). Ecco la dicitura che compare sul retro, senza ulteriori commenti:

"Oltre un secolo fa, a Montecchio, nasceva mio padre. Lo rivedo, e ne ho nostalgia, mentre risale dalla cantina dell'osteria di famiglia (già antica allora) con le bottiglie nere coricate tra le braccia, come bambini. Lo vedo stappare, annusare il tappo, ostentare orgoglio per la vitalità, i profumi, il colore del suo lambrusco.
Seint mo che vin l'è costchì. Vedo la schiuma che sale, i tegami sul fuoco, l'eterna polenta. Sento le dispute rituali su questo e su quel lambrusco, il bere fragoroso. Assisto all'accordo immancabile su una questione soltanto, e la sentenza è religiosa: Lambrusco, Ancellotta, Maranino. Amarcord.
Ho questo trio nei miei vigneti. Ho, di quel tempo, immutati, entusiasmi e passioni. E, dimostrata, la certezza che da queste Terre possono prendere vita emozioni autentiche: come questo vino, che dedico con devozione a mio padre. Rinaldini Giuseppe, detto il Moro, classe 1896, Oste."


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Caffelletto

Nata, come suggerisce il nome, nei paesi anglosassoni, la tradizione del bed & breakfast ha faticato non poco ad attecchire in Italia, e soltanto negli ultimi anni questa forma di alloggio si sta affermando, sulla spinta di nuovi viaggiatori non più disposti a dissanguarsi per trascorrere una notte in albergo e magari desiderosi di visitare abitazioni caratteristiche o addirittura, in qualche caso, storiche.

Fra i tanti siti Internet che trattano l'argomento, da segnalare per originalità è sicuramente caffelletto.it: una pratica guida che raccoglie le proposte di accoglienza dei proprietari e che si rivolge a un viaggiatore esigente, alla ricerca di quiete ma anche di ospitalità e cordialità a pochi passi dalle più importanti attrazioni turistiche italiane. Non si tratta quindi di un semplice elenco di offerte, ma di un'accurata selezione che, nel segnalare le dimore, tiene conto anche delle caratteristiche della località e degli eventi culturali in programma nel periodo scelto.

I prezzi non sono sempre accessibili a tutti: molte località sono più adatte a un turismo di élite che a un breve soggiorno di una o due notti, e del resto gran parte delle abitazioni proposte meritano una permanenza più lunga e approfondita. Ciò non significa naturalmente che manchino le offerte speciali e le possibilità per risparmiare sul soggiorno.

Recentemente l'esperienza maturata su Internet da caffelletto.it si è trasformata nella guida cartacea "High quality Bed & Breakfast in Italy", che raccoglie le proposte più interessanti del 2004 per tutte le regioni d'Italia. Tra esse ville, castelli, residenze di campagna e appartamenti di città: sistemazioni per tutti i gusti, dunque. Ogni locale è identificato da un punteggio di qualità: tre candele, quattro candele o il simbolo "Caffèlletto", che indica una dimora storica di particolare fascino. Inoltre, accanto a ogni abitazione è segnalato il prezzo per una notte in "Monete" (da una a quattro). Il costo della guida è di 16 €.

Cogliamo l'occasione per segnalare un interessante sito sui bed & breakfast piemontesi: all'indirizzo www.casepiemontesi.asti.it si può trovare un utile e fornito elenco di abitazioni della provincia di Asti, a prezzi molto contenuti, con informazioni utili sulla sistemazione e tutte le indicazioni per contattare i proprietari (in molti casi è disponibile anche la prenotazione via Internet).
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Beer Advocate

Quando i fratelli Jason e Todd Alström fondarono BeerAdvocate, nel 1996, non potevano certo prevedere lo straordinario successo che il loro sito avrebbe raccolto tra gli appassionati: 1 milione e 200 mila contatti mensili, più di 16000 iscritti, una home page trasformata in un punto di riferimento per ogni amante della birra, tanto da finire sui giornali e da diventare uno strumento di lavoro per birrai, ristoratori, commercianti.
Il principio è semplicissimo: ogni utente può pubblicare la sua recensione di una birra, indicando quanti più parametri a sua disposizione (nome, località di produzione, quantità consumata, tipo di bicchiere, gradazione alcolica) e naturalmente descrivendone gusto, profumo e consistenza, nonché effetti sull'organismo... Un lavoro collettivo che alla fine, pur tenendo conto delle inevitabili distorsioni nel giudizio dei recensori, ha portato alla formazione di un immenso e affidabile database.

Con il tempo sono nate tutte le iniziative collaterali che ancora oggi il sito ospita: forum di discussione per appassionati, notizie su feste ed eventi in cui la birra è protagonista, dotti articoli sull'argomento e persino BeerFly, una guida turistica incentrata naturalmente sul luppolo. Ma il cuore di BeerAdvocate restano le recensioni: chiare, circostanziate e soprattutto imparziali, visto che è sempre possibile confrontare le proprie opinioni con quelle di altri utenti (alcune birre vantano più di 300 segnalazioni).
Una curiosità: nella classifica delle medie-voto, una birra belga ha superato tutte le altre. Si tratta della Westvleteren Abt 12, tipico prodotto di un'abbazia trappista delle Fiandre. Sul podio, però, le fanno compagnia due marchi americanissimi: la Storm King e la Stone Imperial.
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Osteria & Cucina

Ci sono casi in cui un locale non è solo un locale. L'affermazione potrebbe sembrare banale, d'accordo; quando però ci si trova di fronte a un'antica casa del 1550, miracolosamente sopravvissuta al terremoto del '76 e oggi sede di un doppio ritrovo (osteria al piano terra, ristorante al primo piano), non si può fare a meno di riconoscere una realtà che va oltre la semplice ristorazione per coinvolgere un particolare modo di intendere il bere e il mangiare. Tutto questo non può che piacerci e dunque, ansiosi di visitare l'amena località in provincia di Udine, dedichiamo uno spazio al locale della famiglia Mantovani e Di Giusto.

L'osteria ha le sue regole che vanno rispettate: non si fa servizio al banco, si pranza e si cena solo su prenotazione (anche se nessuno vi negherà una buona bottiglia di vino), i famosi panini caldi della casa si gustano, appunto, solo caldi, e così via. Si tratta insomma di un piccolo mondo a parte, con tanto di giornale ("Edizione saltuaria di critica, estetica & tecnologia") che dà spazio alle novità culinarie ma anche a qualche dibattito politico senza peli sulla lingua.

Il piano terra propone, oltre a vino (Tocai, Merlot, il tipico Pignul dal Vescul) e panini, anche un menu veloce al modico prezzo di 13€, composto da crostini, primo piatto e dolce. Al ristorante, invece, non c'è che l'imbarazzo della scelta: bentagliati ai porcini, garganelli porro e guanciale, roastbeef all'aceto balsamico, kaiserfleisch, dolci a volontà (una delle specialità della casa). Il menù classico è offerto al prezzo di 30 €. Non resta che verificare se la fama dell'osteria, che di recente ha festeggiato il ventennale della propria attività, sia ben meritata..

Per arrivare a Ospedaletto è sufficiente percorrere l'autostrada Venezia-Udine-Villaco e uscire a Gemona, dopodiché imboccare la statale Udine-Tarvisio in direzione nord fino a raggiungere il borgo. L'osteria è aperta tutti i giorni (esclusi il martedì e il mercoledì) dalle 11 alle 15 e dalle 18 all'1; il servizio ristorante va dalle 12.30 alle 14 e dalle 19.30 alle 22. Per ulteriori informazioni vi rimandiamo al sito del locale.

Osteria & Cucina
via Chiamparis, 96 - Ospedaletto (UD)
Tel.: 0432-981338
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