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Al Caret

Indirizzo

Via / piazza
strada Schiappa 51
Città
San Benedetto Po
Località / frazione
San Siro
Regione
Lombardia
Provincia
Mantova

Informazioni

Giorno di chiusura
domenica sera e lunedì
Orari
mezzogiorno, venerdì e sabato anche sera
Coperti
30
Prezzi
20-25 €
Carte di credito
No
Note
Prenotazione gradita

Contatti

Telefono
0376-612141

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Opinione autore

Al Caret 2013-05-30 15:30:25 Locuste
Voto medio 
 
7.9
Qualità 
 
7.0
Quantità 
 
8.5
Servizio 
 
8.0
Prezzo 
 
8.0
Opinione inserita da Locuste    30 Mag, 2013
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Recensione

Data di visita
Mag 26, 2013
Recensione
Da una parte - vicinissimi - gli argini del Po e del Secchia, dall'altra le colline del Lambrusco. Siamo nella Bassa mantovana, quasi più Emilia che Lombardia, e le differenze vi saranno ricordate a ogni piè sospinto anche dal punto di vista gastronomico, a cominciare dal formaggio (qui Parmigiano, di là Grana). La zona è stata duramente colpita dal rovinoso terremoto del 2012: a testimoniarlo, in questo sobborgo di San Benedetto Po, c'è il campanile decapitato, ma a pochi chilometri di distanza Moglia è stata semidistrutta dal sisma. Nel locale della famiglia Bellintani, però, la vita è andata avanti esattamente come prima: siamo nella più classica delle trattorie all'antica, sobria e quasi invisibile dalla strada, essenziale all'interno. Si mangia quello che si trova, le alternative sono due o tre al massimo, ma gli ingredienti genuini e a chilometro "sotto zero". La qualità dei piatti talvolta è incostante, ma i prezzi sono davvero imbattibili: 25 euro bevande comprese.

Gli antipasti della casa sono quanto di più tipico si possa immaginare: salame casalin (una vera e propria religione per i mantovani), prosciutto crudo e soprattutto l'inimitabile salsina verde a base di verdure sott'olio, che verrebbe voglia di trangugiare a cucchiaiate. L'abbondanza delle porzioni, del resto, autorizzerebbe. Meglio però passare ai primi, tra i quali dominano naturalmente i tortelli di zucca al burro e salvia: diversi - va rigorosamente specificato - da quelli prodotti solo pochi chilometri più a nord, sia nell'impasto (che qui non include la mostarda) sia nella forma, frastagliata e non quadrata, per tacere di altri particolari. Risultato in estrema sintesi: un capolavoro. Le altre possibilità sono i maccheroni al torchio con ragù, sempre fatti in casa ma meno entusiasmanti, e i cappelletti in brodo.

Secondi esclusivamente di carne: le specialità della casa sono la lingua salmistrata in salsa verde e lo stracotto d'asino. In occasione della nostra visita abbiamo provato gli involtini di fagiano con pancetta, sostanziosi ma non esaltanti per cottura. Nella stagione giusta fanno capolino anche le verdure, sempre in porzioni debordanti: un esempio sono gli asparagi lessati, da consumare con soli olio e sale per un inno alla semplicità. Da non perdere invece i dolci: gelato al vin cotto, ma soprattutto l'immancabile sbrisolona - da innaffiare con il maraschino - e l'originalissima torta di tagliatelle, che insieme formano un'accoppiata micidiale. I vini sono quelli della quasi adiacente Cantina Sociale di Quistello, tra cui l'eccellente Gran Rosso del Vicariato.
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