Opinione scritta da Locuste

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Negozi
 
2016-11-15 15:51:23 Locuste
Opinione inserita da Locuste    15 Novembre, 2016
#1 recensione  -  

Recensione

Data di visita
Novembre 12, 2016
Recensione
L'eccentrico, ma non troppo, avvocato americano Giuseppe Tomasetti ha preferito il vino (e l'Italia) alla professione forense: non si può dargli torto dato che i suoi prodotti, originali e creativi, hanno fatto breccia sul mercato. Nella villa cinquecentesca di Santa Croce nascono tra l'altro la Maritata, un Lambrusco a fermentazione naturale; la Giaranzana, il "Bordeaux italiano" nato da vitigni Merlot francesi; la Ballata, blend di Barbera e Bonarda di grande carattere; la Cantante, peculiare metodo classico rosè da uve Lambrusco.
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Ristoranti
 
2016-11-09 16:12:15 Locuste
Voto medio 
 
6.9
Qualità 
 
8.0
Quantità 
 
7.0
Servizio 
 
8.0
Prezzo 
 
4.5
Opinione inserita da Locuste    09 Novembre, 2016
#1 recensione  -  

Recensione

Data di visita
Novembre 08, 2016
Recensione
Lontano dal centro di Legnano e apparentemente troppo sofisticato per il sonnacchioso hinterland milanese, nel giro di pochi anni il Glass ha fatto ricredere tutti, trasformandosi da esperimento ardito in grande successo. Con il suo curatissimo arredamento vintage recuperato da materiali industriali e (soprattutto) i suoi fantasiosi cocktail per tutti i gusti, il locale è diventato un punto di riferimento per aperitivi "stilosi" e di atmosfera. Nel tempo anche la cucina ha fatto il salto di qualità: dall'hamburgeria degli esordi si è passati a un menu assai articolato e raffinato, con la chicca degli abbinamenti tra piatti e drink. I prezzi vanno di conseguenza, ma la location è adattissima per una cena romantica o informalmente elegante.

Della vocazione originale del Glass è rimasta una ricca lista di "stuzzichini" più o meno sostanziosi: oltre a diversi tipi di burger, citiamo anche chips, brochette di manzo e il gustoso toast di gamberi. Il resto del menu (che prevede anche una degustazione a 30 euro, bevande escluse) è decisamente più ricercato: a tratti si sfiora il virtuosismo, ma il più delle volte le sperimentazioni culinarie sono riuscite. Tra gli appetizer (9-13 euro) attirano particolarmente la tartare di fassona con stracciatella, acciuga e datterino confit, abbinata al fresco cocktail "Sangria del porto", e la brandade di baccalà con composta di fichi e castagne, accompagnata dal robusto "Negroni alla vicentina".

I piatti principali (12-30 euro) spaziano senza soluzione di continuità dalla terra al mare: piovra scottata con crema di zucca e amaretto (abbinata al "Blood & Sand"), catalana di gamberoni con citronette e mostarda ("MayFair"), controfiletto di fassona con crema di patate, spinacino croccante e salsa alla sangria ("Negroni alla scaglia"). Apprezzabilissimo il filetto di maiale con porcini e miele al peperoncino, da abbinare all'Apple Martini. I dessert sono meno entusiasmanti: buono comunque il crumble di mele con gelato alla crema. Oltre ai cocktail, la cantina propone una nutrita selezione di vini e qualche birra artigianale: da provare.
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Ristoranti
 
2016-09-08 08:15:38 Locuste
Voto medio 
 
6.5
Qualità 
 
8.0
Quantità 
 
7.0
Servizio 
 
5.5
Prezzo 
 
5.5
Opinione inserita da Locuste    08 Settembre, 2016
#1 recensione  -  

Recensione

Data di visita
Agosto 09, 2016
Recensione
Tradizionalmente arroccata nel suo secolare isolamento, negli ultimi anni la cittadella di Castelsardo ha conosciuto un'improvvisa ondata di turismo, in particolare straniero, e si è popolata di decine di ristorantini più o meno tipici. Rispetto ai suoi vicini, la trattoria L'Imperfetto - che si trova nel centro moderno del paese, ai piedi delle mura - costituisce un interessante esperimento, che coniuga i più tradizionali piatti a base di pesce con qualche preparazione più elaborata, anche nell'ambito della cucina di terra. Il risultato è più che positivo dal punto di vista culinario; peccato che il locale si riveli... imperfetto nel servizio e nella gestione della clientela, rendendo l'esperienza meno piacevole del previsto. Merita comunque un secondo test.

Per iniziare il menu offre una serie di antipasti misti, da 3 o da 8 pezzi (10-18 euro), a scelta anche accompagnati da pesce crudo (30 euro). La versione più interessante è quella da 8, che comprende tra l'altro polpo con patate, gamberetti con purea di fave, cozze gratinate, tonno a dadini con salsa di arancio e un delizioso gattuccio al Cannonau. In alternativa ci sono i tris di marinati (tonno, pesce spada, calamaro) e di affumicati (tonno, pesce spada, marlin), il classico guazzetto o le gustose cozze al pecorino. Buona la selezione dei vini, con una scelta di bianchi e rossi da tutte le principali cantine della zona: da provare il premiatissimo Vermentino Narami della cantina Deaddis di Sedini.

Tra i tanti primi interessanti vince senza dubbio il pane zichi, tipico pane sardo tagliato a pezzi e cotto nel brodo: in lista sia l'eccellente versione con vongole e finocchietto (14 euro), sia quella con pancetta e pomodoro. Di buon livello il risotto alla pescatora, ma il menu offre anche spaghetti con arselle e bottarga, con granseola o astice, e il curioso "uovo l'Imperfetto" con bottarga e finocchietto. Secondi dominati dalla griglia: calamari, tonno, gamberoni, scampi, ma anche tagliata di tonno con rucola e grana e l'immancabile frittura mista. Il dessert l'Imperfetto è una torta con miele, panna e granella di nocciole, un po' eccessiva per dolcezza; meglio, tutto sommato, la classica seadas. Le note dolenti arrivano come detto dalla lentezza e da qualche trascuratezza nel servizio, anche per colpa del famigerato "doppio turno" a cena: chi arriva per secondo è troppo sacrificato e rischia tempi biblici.
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Ristoranti
 
2016-09-02 12:53:00 Locuste
Voto medio 
 
7.6
Qualità 
 
8.5
Quantità 
 
8.0
Servizio 
 
8.5
Prezzo 
 
5.5
Opinione inserita da Locuste    02 Settembre, 2016
#1 recensione  -  

Recensione

Data di visita
Luglio 30, 2016
Recensione
La cucina napoletana soffre da sempre di un irrisolvibile problema: è troppo famosa. La stragrande maggioranza dei piatti della tradizione partenopea vengono ormai serviti in migliaia di locali di tutto lo Stivale (e di mezzo mondo), tanto da essere diventati sinonimo di "gastronomia italiana". Il risultato è che, entrando in un vero ristorante di Napoli, si rischia di trovare scontata e quasi banale la proposta del menu. La realtà, naturalmente, è ben diversa: assaggiate nel luogo d'origine (e qui siamo proprio nel cuore della città, al confine tra la modaiola via Toledo e i Quartieri Spagnoli) certe preparazioni tornano alla loro essenza più pura, recuperando gusto, armonia e originalità. L'Hosteria Toledo svolge questo compito egregiamente, proponendosi ad autoctoni e turisti come un "bignami" della cucina locale; atmosfera e servizio sono impeccabili, i prezzi medio-alti ma giustificati dalla location.

L'angusto ingresso non deve ingannare: al primo piano c'è una sala ampia, accogliente e con aria condizionata per la calda stagione estiva. Sempre all'ingresso un ampio buffet da cui si può trarre un gustoso antipasto misto a base di verdure di stagione: da non perdere le zucchine fritte alla menta e le bruschette. Naturalmente non mancano le cozze gratinate o in impepata, il sauté di vongole e i fritti della casa (verdure in pastella, arancini e crocché). E' però nei primi che la cucina dà il suo meglio, con piatti basilari come gli spaghetti aglio, olio e peperoncino e quelli alle vongole, ma anche con preparazioni più articolate: paccheri ai frutti di mare, risotto alla pescatora, tubettoni fagioli e cozze. Una vera e propria chicca sono le linguine al limone e gamberi, dal condimento profumato e cremoso.

La scelta dei secondi di carne è discreta - dal filetto alle braciole al ragù - ma è sicuramente sul pesce che bisogna puntare: gustosi polipetti e seppie in umido, frittura di paranza, calamari fritti e naturalmente orate e spigole fresche, cucinate alla griglia oppure al sale. Dolci di livello e davvero esorbitanti nelle porzioni, a cominciare dalla superba delizia al limone, a base di pan di spagna e crema e ricoperta di panna. La cantina dispone di un buon assortimento di vini locali e nazionali; ottimi, naturalmente, anche il caffè e il limoncello della casa. Il luogo ideale per una sosta golosa prima di un pomeriggio da dedicare alla visita della città.
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Ristoranti
 
2016-09-02 12:20:26 Locuste
Voto medio 
 
7.9
Qualità 
 
8.5
Quantità 
 
8.5
Servizio 
 
7.5
Prezzo 
 
7.0
Opinione inserita da Locuste    02 Settembre, 2016
#1 recensione  -  

Recensione

Data di visita
Luglio 28, 2016
Recensione
Nomen omen: ha in effetti qualcosa di miracoloso l'esistenza di questo piccolo ristorante in pieno lungomare di Mergellina, se non altro perché nonostante il travolgente successo (testimoniato anche dalle numerose foto di VIP locali appese alle pareti) il locale è riuscito a non fare la minima concessione all'immagine e alle mode, conservando pienamente la sua identità. E cioè quella di un ristorantino a conduzione familiare, dall'atmosfera volutamente spartana - con tanto di menu fotocopiati - ma in grado di offrire piatti di pesce fresco di costante qualità e creatività. In una città come Napoli, dove le voci girano in fretta, basta e avanza: i pochi coperti a disposizione sono sempre esauriti e prenotare è assolutamente indispensabile!

Un grande cavallo di battaglia del Miracolo sono i crudi, che infatti occupano un posto speciale nel menu: il carpaccio del giorno (dal pesce spada al tonno) costa 18 euro mentre il piatto completo, che comprende anche ostriche, tartufi e gamberi crudi, è disponibile a 21 euro, prezzo onestissimo. La lista non prevede veri e propri antipasti, ma una serie di "sfizi di pesce" che variano a seconda della disponibilità: imperdibili i gamberoni in pastella (10 euro per 5 pezzi) e le polpettine di pesce con salsa al pistacchio, da assaggiare anche la delicatissima parmigiana di pesce bandiera. I vini sono un po' tasto dolente, visto che la selezione disponibile è molto ridotta, ma il Fiano della casa fa egregiamente il suo mestiere.

Fantasiosi e interessanti i primi piatti (14-16 euro): semplici ma perfetti i paccheri con genovese di polpo, così come quelli alle vongole e asparagi di mare. In alternativa, gli spaghetti alla chitarra con polipetti, olive e pinoli e l'originale calamarata con astice e peperoncini verdi. Come secondo, fatti salvi gli "sfizi" di cui sopra, ci si può concedere una grigliata mista a base di pesce spada, polpo e gamberoni (18 euro): tutto molto essenziale, ma cottura perfetta e sapori celestiali. Altrimenti, spigola e orata in crosta di zucchine, gamberoni in panuria di pistacchi, pesce spada alla griglia con olio e menta. Rinomata (ma non presente al momento della nostra visita) anche la sfogliatella con friarielli e calamari. Dolci fatti in casa, dal tiramisù alla crema catalana. Il servizio, nonostante il relativo caos, è preciso e puntuale e il conto finale più che meritato.
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Ristoranti
 
2016-08-31 13:39:33 Locuste
Voto medio 
 
7.8
Qualità 
 
8.0
Quantità 
 
8.0
Servizio 
 
6.0
Prezzo 
 
9.0
Opinione inserita da Locuste    31 Agosto, 2016
#1 recensione  -  

Recensione

Data di visita
Luglio 29, 2016
Recensione
Quando ci si siede al tavolo di un ristorante che può vantare una pagina dedicata su Wikipedia, un minimo di emozione è più che legittima. A maggior ragione se la popolare enciclopedia online lo etichetta come la "prima pizzeria del mondo", sulla base del suo anno di fondazione: 1738. E anche se oggi la pizzeria Port'Alba è stata inghiottita dal vortice dei locali notturni di piazza Bellini, il luogo dello "struscio" serale di molti napoletani, la sensazione di avere a che fare con un vero e proprio monumento storico è fortissima. Questa gloriosa tradizione non ha però trasformato il locale in una "trappola per turisti" né tantomeno in un indirizzo di lusso, come avvenuto altrove: ancora oggi menu e servizio sono la quintessenza della semplicità, e il conto rasenta l'incredibile, fermandosi ben sotto i 20 euro per una cena completa.

La pizzeria Port'Alba nasce come "centro di raccolta" dei venditori ambulanti della città: le pizze venivano sfornate all'interno del locale e poi smerciate lungo le strade, come da secolare tradizione partenopea. Nel 1830 avvenne la definitiva trasformazione in pizzeria, ma l'antica anima è rimasta ben viva e tuttora accanto all'ingresso fa bella mostra di sé un banchetto dove acquistare pizza da asporto, arancini, crocchè e altre golosità. Se invece si sceglie di sedersi al tavolo - molto comodi i tavolini esterni - bisogna accettare un po' di lentezza e qualche trascuratezza nel servizio, ma ne vale la pena: la pizza è decisamente una delle migliori mai assaggiate, lontana anni luce dalle raffinatezze della modernità ma straordinaria per freschezza dell'impasto e qualità degli ingredienti. Naturalmente la margherita domina, ma non mancano le varianti gustose, a cominciare dalla "mastunicola", inventata proprio in loco (con strutto e latte di pecora). Le altre proposte culinarie sono abbastanza trascurabili, mentre non lo è affatto la rosticceria: fiori di zucca fritti, arancini e crocché sono assolutamente da provare, attenzione però alle dimensioni ciclopiche! E come accennato, anche i prezzi da record contribuiscono a creare una patina di antichità...
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Bar & Pub
 
2016-08-29 10:40:37 Locuste
Opinione inserita da Locuste    29 Agosto, 2016
#1 recensione  -  

Recensione

Data di visita
Luglio 29, 2016
Recensione
Forse il più noto dei chioschi sul lungomare Caracciolo, offre un'incredibile varietà di dolci e gelati, tra cui la famosa "graffa" (frittella) ripiena di gelato.
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Ristoranti
 
2016-08-28 18:27:52 Locuste
Voto medio 
 
7.5
Qualità 
 
7.5
Quantità 
 
7.5
Servizio 
 
8.0
Prezzo 
 
7.0
Opinione inserita da Locuste    28 Agosto, 2016
#1 recensione  -  

Recensione

Data di visita
Luglio 27, 2016
Recensione
L'osteria La Chitarra è uno dei tanti, ma poco noti luoghi che raccontano una Napoli genuina e al tempo stesso lontana dai cliché turistici. Ben nascosto sulle scalinate che portano all'antica basilica di San Giovanni Maggiore, il ristorante deve il suo nome al suo primo proprietario, il chitarrista Egisto Sarnelli: in suo onore, lo strumento musicale fa ancora bella mostra di sé alle pareti. Alla sua scomparsa la trattoria fu rilevata dalla famiglia Maiorano, che da oltre vent'anni ne conserva l'atmosfera: certo, le cose sono cambiate rispetto a quel primo "decalogo" per clienti (anch'esso affisso al muro) che prevedeva addirittura la libertà di fumo in sala, ma la filosofia è rimasta la stessa. Ambiente e cucina casalinghi, piatti senza pretese e di estrema semplicità, prezzi bassi e soddisfazione assicurata.

Non è facile, tanto per fare un esempio, ordinare un'insalata caprese al ristorante e non rimanere delusi: da queste parti, però, anche un abbinamento quasi banale come quello tra mozzarella, pomodoro e basilico risulta irresistibile. Nell'antipasto della casa, la caprese si affianca ad altri assaggi di salame, pecorino, frittata di cipolle, polpettine di pane fritto: come si vede, lo sguardo è rivolto all'entroterra più che verso il mare, caratteristica di tutto il menu. Tra i primi troviamo infatti la corposa zuppa di fagioli alla maruzzara (con pomodorini, origano, sedano), i fusilli con pomodorini e pecorino e il risotto con provola e pomodoro, anche se il piatto tipico sono decisamente le linguine alla cetarese, con sugo di pomodori secchi, peperoncino e colatura di alici.

La semplicità regna anche nella lista dei secondi: tanto essenziali quanto gustose le polpette alla napoletana, farcite con uva passa e pinoli e ricoperte da abbondante sugo. In alternativa, salsiccia "velata" (con friarielli e provola), pesce spada a tocchetti con cipolle e olive, gamberoni al vino bianco e la costatella "ammollicata", con capperi e pangrattato. Tra i dolci da preferire decisamente le torte fatte in casa, come quella all'amaretto: una prelibatezza. Discreto il vino rosso della casa, eccellente invece il limoncello che chiude un pasto degno della Napoli più verace.
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Ristoranti
 
2016-08-28 18:10:55 Locuste
Voto medio 
 
7.3
Qualità 
 
8.0
Quantità 
 
7.0
Servizio 
 
8.0
Prezzo 
 
6.0
Opinione inserita da Locuste    28 Agosto, 2016
#1 recensione  -  

Recensione

Data di visita
Luglio 26, 2016
Recensione
Le linee guida delle Locuste prevedono da sempre di non recensire le pizzerie: troppo diversi i criteri di valutazione (a partire da quantità e prezzo) rispetto a un ristorante con un menu completo. Quando si tratta di Napoli, tuttavia, è impossibile non concedersi un'eccezione: in città la pizza resta una religione e, nonostante tutte le evoluzioni e gli esperimenti, il piatto più tipico e popolare che si possa assaggiare. La pizzeria è il ritrovo quotidiano di migliaia di napoletani e ovviamente Regina Margherita, con la sua location di prestigio sul lungomare Partenope proprio di fronte a Castel dell'Ovo, ha un posto in prima fila. I prezzi sono più alti rispetto alla media cittadina (6-10 euro a pizza) ma la vista spettacolare e la qualità del prodotto valgono la spesa.

Il gruppo Regina Margherita, che ha ripreso in mano la gestione del locale nel 2014, si è affidato al pizzaiolo Vincenzo Barreca e ha scelto la linea della valorizzazione delle specialità locali, lanciando le sofisticate "Pizze gourmet": tra gli ingredienti, numerosi prodotti DOP e Presìdi Slow Food, come pomodorini del Piennolo, provola e ricotta di bufala, salsiccia di Agerola, ma anche i caratteristici pomodorini gialli e la patata novella schiacciata. Difficile però fare meglio dell'eponima pizza Regina Margherita: impasto e cottura perfetti, mozzarella di bufala a profusione, pomodorini e basilico per uno straordinario equilibrio di sapori. Prima o dopo la pizza, da provare (con moderazione!) anche i fritti della casa: la tipica "montanara" (pizza fritta con ragù), zucchine, melanzane e crocchè di patate, il tutto accompagnato dalle classiche bruschette. Il menu si completa con un vasto assortimento di primi e secondi a base di pesce. Unica pecca: d'estate, la veranda esterna rischia di risultare calda e un po' caotica.
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Bar & Pub
 
2016-08-28 17:46:45 Locuste
Opinione inserita da Locuste    28 Agosto, 2016
#1 recensione  -  

Recensione

Data di visita
Luglio 28, 2016
Recensione
Celeberrima pasticceria nel cuore di Napoli, contende ad altri due forni cittadini il titolo di "regina" della sfogliatella. Eccezionali anche i babà e la pastiera. Ideale per la colazione, dispone anche di tavolini esterni (ma attenzione ai ricarichi sui prezzi).
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