Opinione scritta da Locuste
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Ristoranti
2019-11-26 12:12:09
Locuste
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Opinione inserita da Locuste 26 Novembre, 2019
#1 recensione -
#1 recensione -
Recensione
Data di visita
Novembre 02, 2019
Recensione
Regioni come le Marche sono baciate dal destino per molti motivi, tra cui la possibilità di godere di due tradizioni culinarie parallele e altrettanto prelibate: quella di mare e quella di terra. I ristoranti di Civitanova Marche si dividono equamente tra i due filoni, separati in modo piuttosto rigido, e l'osteria La Mangiatoia si schiera senza possibilità di dubbio dalla parte dell'entroterra. Lo suggerisce l'atmosfera da vecchia osteria di paese (vera!), con tanto di tovaglie a quadri e vino in caraffa; lo conferma il menu scritto di giorno in giorno alla lavagna con gessetti colorati. Il legame con la tradizione è strettissimo, i piatti sono l'essenza della semplicità e le porzioni debordanti: in sintesi, visti anche i prezzi amichevoli, un indirizzo ideale per provare le specialità regionali nella loro versione più genuina.
Già l'antipasto mette in tremendo imbarazzo per l'abbondanza e la varietà delle scelte a disposizione. Ci si può lanciare sul classico fritto misto (8 euro per la degustazione completa), con chips, olive ascolane, olive al tartufo, fiori di zucca, borragine, mozzarelline e gli straordinari cremini; oppure preferire le bruschette (8 euro), in corposissima porzione da 6 con i condimenti più vari, dal formaggio alla pancetta passando per salsa piccante e persino salamella. Da non trascurare, ovviamente, i taglieri di salumi e formaggi. Il menu offre inoltre un vasto assortimento di zuppe (9 euro), tra cui in stagione quella di ceci e porcini, e di carpacci (10-12 euro), dal manzo al Barolo alla carne salada.
Il meglio però arriva con i primi (9 euro): si può scegliere sia il tipo di pasta, rigorosamente fatta in casa (ravioli, tortellini, tagliatelle e chi più ne ha più ne metta), sia il condimento da abbinare. Tra le mille possibilità segnaliamo la prelibata norcina con funghi, salsiccia e tartufo, l'originale zucca, asparagi e guanciale, la cacio e pepe su crema di fave e soprattutto il ragù rosso della tradizione, a cottura extra-lenta. Lo stesso ragù viene servito anche con polenta al forno, un'altra delle specialità della casa. Se poi c'è spazio per un secondo (10-13 euro) troviamo tra l'altro polpette al sugo, trippa alla marchigiana, spiedini di vitello gratinati, con vari contorni a base di verdure di stagione. Tra i dolci merita decisamente un assaggio la zuppa inglese al cucchiaio. Più che discreto anche il vino rosso della casa.
Già l'antipasto mette in tremendo imbarazzo per l'abbondanza e la varietà delle scelte a disposizione. Ci si può lanciare sul classico fritto misto (8 euro per la degustazione completa), con chips, olive ascolane, olive al tartufo, fiori di zucca, borragine, mozzarelline e gli straordinari cremini; oppure preferire le bruschette (8 euro), in corposissima porzione da 6 con i condimenti più vari, dal formaggio alla pancetta passando per salsa piccante e persino salamella. Da non trascurare, ovviamente, i taglieri di salumi e formaggi. Il menu offre inoltre un vasto assortimento di zuppe (9 euro), tra cui in stagione quella di ceci e porcini, e di carpacci (10-12 euro), dal manzo al Barolo alla carne salada.
Il meglio però arriva con i primi (9 euro): si può scegliere sia il tipo di pasta, rigorosamente fatta in casa (ravioli, tortellini, tagliatelle e chi più ne ha più ne metta), sia il condimento da abbinare. Tra le mille possibilità segnaliamo la prelibata norcina con funghi, salsiccia e tartufo, l'originale zucca, asparagi e guanciale, la cacio e pepe su crema di fave e soprattutto il ragù rosso della tradizione, a cottura extra-lenta. Lo stesso ragù viene servito anche con polenta al forno, un'altra delle specialità della casa. Se poi c'è spazio per un secondo (10-13 euro) troviamo tra l'altro polpette al sugo, trippa alla marchigiana, spiedini di vitello gratinati, con vari contorni a base di verdure di stagione. Tra i dolci merita decisamente un assaggio la zuppa inglese al cucchiaio. Più che discreto anche il vino rosso della casa.
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30
Ristoranti
2019-11-21 16:09:23
Locuste
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Opinione inserita da Locuste 21 Novembre, 2019
#1 recensione -
#1 recensione -
Recensione
Data di visita
Ottobre 22, 2019
Recensione
Le tovaglie a quadretti bianche e rossi, i taglieri di salumi, il menu sulla lavagna... C'è tutto dell'osteria tradizionale in questo ristorante alle estreme propaggini di via Ripamonti, ben fuori dalla cerchia della circonvallazione di Milano. Anche troppo, nel senso che l'insieme rischia di sembrare un po' artificioso. Ma la verità è che nell'angolo in cui dal 2007 sorge SPQ ci sono sempre stati ristoranti e locande, in corrispondenza del celebre rondò del Vigentino, un crocevia fondamentale delle strade che portavano al capoluogo. Dunque il legame con la tradizione è salvo, e il risultato è proprio quello che ci si aspetta: piatti semplici e caserecci, porzioni generose, servizio rapido ed efficiente. Meno convincenti le rare incursioni nel "gourmet". Il conto finale è abbastanza amichevole, intorno ai 40 euro.
"Cucina tradizionale" recita l'orgoglioso payoff del locale, anche se non sembra esserci un preciso legame con il territorio, e si spazia piacevolmente da Milano alla Toscana passando per l'Emilia. Uno dei cavalli di battaglia del locale è infatti lo gnocco fritto, accompagnato da taglieri con svariati salumi: coppa, pancetta, salame, crudo, culaccia, lardo toscano e la saporita spalla di San Secondo, oltre ai formaggi (prezzi da 11 a 12,50 euro per il formato più piccolo). I salumi sono ottimi, un po' meno convincente lo gnocco. In alternativa, crostone di pane con vari condimenti e tomino alla brace. En passant notiamo che il ristorante fa anche da pizzeria, ma solo al trancio: la si può acquistare da un quarto o da un sesto di teglia. Interessante e ben curata la cantina, con alcune chicche come il superlativo blend "Cum Laude" del Castello Banfi (costoso, ma ne vale la pena).
Il meglio, la cucina lo dà con i primi, proponendo tra l'altro una speciale e sorprendente versione di "spaghetti and meatballs" (in realtà si tratta di tagliolini) serviti, tra l'altro, in grande quantità. Ottime pure le tagliatelle al ragù di cinghiale (11,50 euro). In alternativa, ad esempio, ravioli di zucca con burro e salvia o la classica gricia. Secondi esclusivamente di carne: dalla griglia arrivano tagliata, filetto, entrecote, costata e fiorentina (4,90 euro all'etto), poi ci sono arrosto di maiale con mele e broccoli e la peculiare "cotoletto-lonza" (12,90 euro). Per i più esigenti non manca il risotto con l'ossobuco. Come dessert torte della casa o dolci al cucchiaio, non particolarmente originali. Nel complesso, però, il bilancio è positivo, a patto che non si abbiano troppe pretese.
"Cucina tradizionale" recita l'orgoglioso payoff del locale, anche se non sembra esserci un preciso legame con il territorio, e si spazia piacevolmente da Milano alla Toscana passando per l'Emilia. Uno dei cavalli di battaglia del locale è infatti lo gnocco fritto, accompagnato da taglieri con svariati salumi: coppa, pancetta, salame, crudo, culaccia, lardo toscano e la saporita spalla di San Secondo, oltre ai formaggi (prezzi da 11 a 12,50 euro per il formato più piccolo). I salumi sono ottimi, un po' meno convincente lo gnocco. In alternativa, crostone di pane con vari condimenti e tomino alla brace. En passant notiamo che il ristorante fa anche da pizzeria, ma solo al trancio: la si può acquistare da un quarto o da un sesto di teglia. Interessante e ben curata la cantina, con alcune chicche come il superlativo blend "Cum Laude" del Castello Banfi (costoso, ma ne vale la pena).
Il meglio, la cucina lo dà con i primi, proponendo tra l'altro una speciale e sorprendente versione di "spaghetti and meatballs" (in realtà si tratta di tagliolini) serviti, tra l'altro, in grande quantità. Ottime pure le tagliatelle al ragù di cinghiale (11,50 euro). In alternativa, ad esempio, ravioli di zucca con burro e salvia o la classica gricia. Secondi esclusivamente di carne: dalla griglia arrivano tagliata, filetto, entrecote, costata e fiorentina (4,90 euro all'etto), poi ci sono arrosto di maiale con mele e broccoli e la peculiare "cotoletto-lonza" (12,90 euro). Per i più esigenti non manca il risotto con l'ossobuco. Come dessert torte della casa o dolci al cucchiaio, non particolarmente originali. Nel complesso, però, il bilancio è positivo, a patto che non si abbiano troppe pretese.
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Ristoranti
2019-11-18 14:46:09
Locuste
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Opinione inserita da Locuste 18 Novembre, 2019
#1 recensione -
#1 recensione -
Recensione
Data di visita
Ottobre 17, 2019
Recensione
Da quando il Salento è diventata una delle mete turistiche più gettonate del nostro paese, cioè da non meno di 15 anni, anche la cucina del "tacco d'Italia" è letteralmente sulla bocca di tutti. Ma non per questo sono cambiate le sue caratteristiche, basate sulla semplicità e la genuinità di sapori essenzialmente contadini, magari forti ma sempre sinceri. Il Grape è un perfetto compendio di tutto questo: la tradizione inizia dai piatti (intesi come stoviglie) e continua con il loro contenuto, che non si discosta quasi per nulla dal canovaccio del territorio. Anche i prezzi, seppure non paragonabili a quelli originali, sono concorrenziali. L'unica cosa che davvero stona è l'atmosfera: è più che evidente che i locali che ospitano il Grape fossero in precedenza adibiti a tutt'altro tipo di ristorante (giapponese, nello specifico). E l'arredamento minimal, i colori scuri e il bancone con tanto di bottiglie illuminate si sposano malissimo con quest'ottimo indirizzo di cucina popolare.
Il cibo, comunque, è quello che più conta. E da questo punto di vista, come si è detto, il ristorante non delude: a cominciare dagli antipasti, tra cui spiccano le gustosissime pittule, le tipiche palline di pastella fritta (a soli 3,5 euro). In alternativa il misto di verdure sott'olio, le friselline con patè di verdura e il pecorino salentino; la selezione (10 euro) riunisce in pratica tutte queste proposte. I primi sono una delle specialità della casa: imperdibili le orecchiette con pomodoro e stracciatella, ma anche quelle con funghi cardoncelli e pomodorini, i cavatelli freschi con pomodoro, basilico e cacioricotta. Tutto a 10 euro, così come i tagliolini freschi al "pesto del Sud" (basilico, sedano e mandorle).
A parte qualche proposta di crudo, come la tartare di cavallo e di tonno o il carpaccio di salmone (che in questo periodo sembrano proprio essere d'obbligo ovunque), i secondi sono anch'essi nel solco della tradizione: saporitissima salsiccia del Salento al vino bianco (9 euro), scamorza affumicata, caprese con burrata di Andria, tagliata di cavallo (6 euro all'etto). La proposta di dessert varia, ma non si può fare a meno di puntare sull'immancabile pasticciotto salentino, preferibilmente nella versione classica con crema e amarena (4 euro). Interessante la scelta dei vini, con Primitivo e Negroamaro a farla ovviamente da padroni.
Il cibo, comunque, è quello che più conta. E da questo punto di vista, come si è detto, il ristorante non delude: a cominciare dagli antipasti, tra cui spiccano le gustosissime pittule, le tipiche palline di pastella fritta (a soli 3,5 euro). In alternativa il misto di verdure sott'olio, le friselline con patè di verdura e il pecorino salentino; la selezione (10 euro) riunisce in pratica tutte queste proposte. I primi sono una delle specialità della casa: imperdibili le orecchiette con pomodoro e stracciatella, ma anche quelle con funghi cardoncelli e pomodorini, i cavatelli freschi con pomodoro, basilico e cacioricotta. Tutto a 10 euro, così come i tagliolini freschi al "pesto del Sud" (basilico, sedano e mandorle).
A parte qualche proposta di crudo, come la tartare di cavallo e di tonno o il carpaccio di salmone (che in questo periodo sembrano proprio essere d'obbligo ovunque), i secondi sono anch'essi nel solco della tradizione: saporitissima salsiccia del Salento al vino bianco (9 euro), scamorza affumicata, caprese con burrata di Andria, tagliata di cavallo (6 euro all'etto). La proposta di dessert varia, ma non si può fare a meno di puntare sull'immancabile pasticciotto salentino, preferibilmente nella versione classica con crema e amarena (4 euro). Interessante la scelta dei vini, con Primitivo e Negroamaro a farla ovviamente da padroni.
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Ristoranti
2019-11-14 15:03:36
Locuste
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Opinione inserita da Locuste 14 Novembre, 2019
Ultimo aggiornamento: 08 Ottobre, 2020
#1 recensione -
Ultimo aggiornamento: 08 Ottobre, 2020
#1 recensione -
Recensione
Data di visita
Settembre 02, 2020
Recensione
Tutti lo ricordiamo festeggiare con la maglia azzurra a Berlino in quell'indimenticabile notte del 2006, ma non molti sanno che Rino Gattuso è anche un imprenditore del settore gastronomico. Per la sua nuova carriera, iniziata ormai da un decennio, l'ex giocatore e oggi allenatore ha fatto una scelta di grande lungimiranza: si è associato al titolare di uno dei più noti esercizi di Gallarate, Andrea Bianchi, dell'omonima pasticceria. Il sodalizio ha dato vita prima di tutto a una pescheria di grande successo, poi a un vero e proprio ristorante (la Posteria San Rocco) e a una gastronomia: ma la sua espressione più genuina è indubbiamente il bistrot che ha sede all'interno della pescheria stessa, e che offre menu di mare semplici e gustosi a prezzi davvero concorrenziali.
La particolarità del bistrot è quella di offrire un menu molto ristretto, tanto a pranzo quanto a cena: antipasto della casa, 3 primi e 4-5 secondi, tutto naturalmente a base delle freschissime materie prime disponibili al banco della pescheria. Si può scegliere tra il menu da due piatti (28 euro) e quello da tre (38 euro), comprensivi di dessert e caffè; e sono prezzi reali, senza costi nascosti. La lista cambia di settimana in settimana, anche se alcuni piatti si ripetono; l'antipasto, ad esempio, è spesso a base di crudi, tra cui tartare di tonno, gamberi, ostriche. Anche la cantina è ristretta ma ben selezionata, con qualche etichetta interessante.
Per quanto riguarda i piatti veri e propri, noi abbiamo provato gli ottimi gnocchetti di patate con ragù di orata, corposi e perfettamente equilibrati nei sapori; gustosi anche i ravioli di porcini con gamberi al basilico. Buone, ma un po' troppo "liquide" le orecchiette con ceci e gamberi. In alternativa, zuppa di legumi con calamari spadellati. Per i secondi si può contare sul pescato del giorno: perfetto per la stagione autunnale il filetto di rombo con patate e castagne, leggero e saporito il fritto di calamari e gamberi. Non del tutto promossa invece la pescatrice, troppo insipida. Tra le altre proposte pesce spada all'acqua pazza, filetto di branzino e l'originale hamburger di tonno. Più che discreti i dolci, soprattutto quelli al cucchiaio, come tiramisu e crema ai frutti di bosco. Servizio e ambiente sono ovviamente semplici ed essenziali, ma piacevoli e molto caratteristici.
La particolarità del bistrot è quella di offrire un menu molto ristretto, tanto a pranzo quanto a cena: antipasto della casa, 3 primi e 4-5 secondi, tutto naturalmente a base delle freschissime materie prime disponibili al banco della pescheria. Si può scegliere tra il menu da due piatti (28 euro) e quello da tre (38 euro), comprensivi di dessert e caffè; e sono prezzi reali, senza costi nascosti. La lista cambia di settimana in settimana, anche se alcuni piatti si ripetono; l'antipasto, ad esempio, è spesso a base di crudi, tra cui tartare di tonno, gamberi, ostriche. Anche la cantina è ristretta ma ben selezionata, con qualche etichetta interessante.
Per quanto riguarda i piatti veri e propri, noi abbiamo provato gli ottimi gnocchetti di patate con ragù di orata, corposi e perfettamente equilibrati nei sapori; gustosi anche i ravioli di porcini con gamberi al basilico. Buone, ma un po' troppo "liquide" le orecchiette con ceci e gamberi. In alternativa, zuppa di legumi con calamari spadellati. Per i secondi si può contare sul pescato del giorno: perfetto per la stagione autunnale il filetto di rombo con patate e castagne, leggero e saporito il fritto di calamari e gamberi. Non del tutto promossa invece la pescatrice, troppo insipida. Tra le altre proposte pesce spada all'acqua pazza, filetto di branzino e l'originale hamburger di tonno. Più che discreti i dolci, soprattutto quelli al cucchiaio, come tiramisu e crema ai frutti di bosco. Servizio e ambiente sono ovviamente semplici ed essenziali, ma piacevoli e molto caratteristici.
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Ristoranti
2019-11-05 17:39:27
Locuste
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Opinione inserita da Locuste 05 Novembre, 2019
#1 recensione -
#1 recensione -
Recensione
Data di visita
Ottobre 08, 2019
Recensione
Detto in termini estremamente sbrigativi: Agia Napa è l'Ibiza di Cipro. Un tempio del turismo di massa dove è perfettamente inutile cercare qualcosa di diverso da affollate spiagge dalle acque cristalline, alcool a fiumi e musica da discoteca fino all'alba. Il tutto assoggettato all'assoluto dominio dei russi, che hanno persino locali a loro dedicati, con tanto di insegne in cirillico e musica d'importazione. In un contesto come questo, un ristorante come l'En Yevo è quasi un miracolo: seppure smaccatamente turistico nella sua riproduzione di una tipica taverna greca, il locale riesce a proporre un menu di piatti tradizionali di livello più che dignitoso, a prezzi davvero onestissimi. Il piccolo salone è sempre pieno, ma il servizio rapido consente di effettuare diversi turni (e i russi mangiano molto presto, per fortuna!).
Come accennato il menu non si discosta per nulla dalla tradizione ellenico/cipriota, ed è un bene che sia così. Per cominciare ci si può quindi affidare ai consueti antipasti caldi e freddi: tzatziki, taramosalata (a base di uova di pesce), melintznosalata (con melanzane), tyrokafteri (formaggio piccante), halloumi (formaggio alla griglia), keftedakia (polpette al sugo). Un po' più rare, almeno da queste parti, le dolmades, tipici involtini di foglie di vite ripieni di riso e carne tritata. I costi sono davvero irrisori, dai 3 ai 5 euro. E come in ogni ristorante cipriota che si rispetti c'è anche il menu di meze, l'equivalente delle tapas: solo 17 euro per quello di carne e 22 per quello di pesce (per minimo 2 persone).
I piatti forti del menu sono i veri classici della cucina cipriota: a parte le già nominate dolmades, troviamo una splendida versione della moussaka (11,30 euro), e poi il kleftiko, agnello cotto lentamente al forno (14,50 euro), e lo stifado, stufato di manzo con vino e aceto (14,30 euro). Non mancano poi spiedini di maiale e pollo, shieftalia (salsicce avvolte nell'omento) e diverse proposte di pesce, dai calamari all'orata, anche queste molto economiche. Per chiudere, abbondante frutta di stagione offerta dalla casa e anche qualche dessert, cosa non comune da queste parti. Il vino in caraffa è più che discreto, in alternativa è disponibile una buona scelta di bottiglie locali o provenienti dalla Grecia.
Come accennato il menu non si discosta per nulla dalla tradizione ellenico/cipriota, ed è un bene che sia così. Per cominciare ci si può quindi affidare ai consueti antipasti caldi e freddi: tzatziki, taramosalata (a base di uova di pesce), melintznosalata (con melanzane), tyrokafteri (formaggio piccante), halloumi (formaggio alla griglia), keftedakia (polpette al sugo). Un po' più rare, almeno da queste parti, le dolmades, tipici involtini di foglie di vite ripieni di riso e carne tritata. I costi sono davvero irrisori, dai 3 ai 5 euro. E come in ogni ristorante cipriota che si rispetti c'è anche il menu di meze, l'equivalente delle tapas: solo 17 euro per quello di carne e 22 per quello di pesce (per minimo 2 persone).
I piatti forti del menu sono i veri classici della cucina cipriota: a parte le già nominate dolmades, troviamo una splendida versione della moussaka (11,30 euro), e poi il kleftiko, agnello cotto lentamente al forno (14,50 euro), e lo stifado, stufato di manzo con vino e aceto (14,30 euro). Non mancano poi spiedini di maiale e pollo, shieftalia (salsicce avvolte nell'omento) e diverse proposte di pesce, dai calamari all'orata, anche queste molto economiche. Per chiudere, abbondante frutta di stagione offerta dalla casa e anche qualche dessert, cosa non comune da queste parti. Il vino in caraffa è più che discreto, in alternativa è disponibile una buona scelta di bottiglie locali o provenienti dalla Grecia.
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Bar & Pub
2019-11-05 17:23:34
Locuste
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Opinione inserita da Locuste 05 Novembre, 2019
#1 recensione -
#1 recensione -
Recensione
Data di visita
Ottobre 08, 2019
Recensione
Più che una semplice pasticceria è il punto di riferimento per tutti gli abitanti e i visitatori di Gazimagusa (Famagosta). Ottimo caffè turco, ogni tipo e quantità di deliziosi dolci (dalla baklava ai lokum) e anche diversi piatti salati, da gustare nel delizioso cortile interno in stile rétro.
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Bar & Pub
2019-11-05 17:20:22
Locuste
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Opinione inserita da Locuste 05 Novembre, 2019
#1 recensione -
#1 recensione -
Recensione
Data di visita
Ottobre 08, 2019
Recensione
Un grazioso e un po' incongruo caffè a due passi dalle antiche mura di Famagosta (Gazimagusa), dove è possibile gustare deliziosi dolcetti, torte e un ottimo borek (tipica frittella di pasta ripiena di formaggio, dolce o salata). Il giardino esterno, con tanto di uccelli canterini, è un'oasi di pace.
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Ristoranti
2019-10-31 12:13:47
Locuste
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Opinione inserita da Locuste 31 Ottobre, 2019
#1 recensione -
#1 recensione -
Recensione
Data di visita
Ottobre 07, 2019
Recensione
Il tratto di costa a nord di Famagosta (Gazimagusa) è tra i più sottovalutati della Repubblica di Cipro del Nord e dell'intera isola: nonostante la presenza di una grande attrazione turistica come le antiche rovine di Salamina, le strutture ricettive della zona turbano solo in minima parte la tranquillità di un litorale ricco di spiagge lunghissime e incontaminate. Pochi anche i ristoranti, di solito affacciati direttamente sul mare: fa storia a sé invece il Kel'in Yeri, vera e propria versione ampliata di un chiosco di kebab. Con il suo arredamento tradizionale turco, il menu essenziale e il servizio rapidissimo, il ristorante (che sorge proprio sulla strada principale) è diventato una vera e propria istituzione nella zona per chi ama la carne alla griglia.
Come si è detto, l'ingrediente dominante e unico è la carne: la più caratteristica è senza dubbio quella di agnello, tenera e saporita, preparata sotto forma di classico shish kebab, ma anche di costolette. Altri piatti forti della casa sono il "kel dana special", 180 grammi di manzo cotti al forno, e il fegato alla griglia. Ci sono poi bistecca, filetto, polpette, sheftali (caratteristiche salsicce di maiale) e diversi piatti a base di pollo; per chi vuole assaggiare tutto, il "full mix" propone un buon assortimento di assaggi. Ogni piatto è accompagnato da abbondanti patatine e insalata, ma soprattutto da pita e prelibate salsine come l'hummus; lo yogurt, veramente delizioso, merita di essere gustato anche da solo.
La lista finisce praticamente qui, anche se non mancano hamburger e cheeseburger; il kebab può essere servito anche sotto forma di panino (nella pita). Si beve ovviamente birra, più turca che locale: la Efes regna sovrana. I prezzi sono davvero irrisori: i panini costano appena 24 lire turche (meno di 4 euro), i piatti vanno dalle 45 alle 60 lire, ossia non superano i 10 euro!
Come si è detto, l'ingrediente dominante e unico è la carne: la più caratteristica è senza dubbio quella di agnello, tenera e saporita, preparata sotto forma di classico shish kebab, ma anche di costolette. Altri piatti forti della casa sono il "kel dana special", 180 grammi di manzo cotti al forno, e il fegato alla griglia. Ci sono poi bistecca, filetto, polpette, sheftali (caratteristiche salsicce di maiale) e diversi piatti a base di pollo; per chi vuole assaggiare tutto, il "full mix" propone un buon assortimento di assaggi. Ogni piatto è accompagnato da abbondanti patatine e insalata, ma soprattutto da pita e prelibate salsine come l'hummus; lo yogurt, veramente delizioso, merita di essere gustato anche da solo.
La lista finisce praticamente qui, anche se non mancano hamburger e cheeseburger; il kebab può essere servito anche sotto forma di panino (nella pita). Si beve ovviamente birra, più turca che locale: la Efes regna sovrana. I prezzi sono davvero irrisori: i panini costano appena 24 lire turche (meno di 4 euro), i piatti vanno dalle 45 alle 60 lire, ossia non superano i 10 euro!
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Ristoranti
2019-10-31 11:47:15
Locuste
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Opinione inserita da Locuste 31 Ottobre, 2019
#1 recensione -
#1 recensione -
Recensione
Data di visita
Ottobre 07, 2019
Recensione
Chi immagina l'autoproclamata Repubblica del Nord di Cipro come una zona arretrata e semi-abbandonata dovrebbe fare un giro dalle parti di Kyrenia (o Girne, il suo nome ufficiale): una città densamente abitata, frenetica e trafficata, oltre che circondata da panorami paradisiaci in stile Costiera Amalfitana. Il porto antico, affollato di imbarcazioni più o meno lussuose, è uno scenario incantevole e ovviamente invaso da ristoranti alla moda. Alcuni sono trappole per turisti, altri strizzano un po' troppo l'occhio al fast food, ma tutti possono contare su infinite varietà di pesce fresco a prezzi stracciati. L'Hürdeniz Corner Restaurant (parte di un gruppo che conta altri tre locali) è il primo che si incontra arrivando dal castello e si fa preferire per gusto e ricercatezza, anche se ha un conto un po' più elevato degli altri (ma sempre nei limiti dei 30 euro per un pasto completo); qualche trascuratezza nel servizio è ripagata da una vista semplicemente straordinaria.
La lista, com'è ovvio, è interamente incentrata sulla cucina di mare: per due o più persone sono disponibili anche menu di meze (i caratteristici "assaggi" ciprioti) a partire da 100 lire, circa 16 euro. Altrimenti si parte con un'infinita teoria di antipasti (7-10 euro): gamberi e scampi alla griglia, calamari fritti, cozze al vino bianco, sheftalia (salsicce) di pesce, seppie alla griglia o fritte, eccetera. C'è anche l'Hürdeniz Special, un piatto diviso in 7 comparti con altrettante specialità. Peccato che il polpo alla griglia, il piatto forse più appetitoso, abbia un prezzo sproporzionato rispetto agli altri (quasi 21 euro).
Le pietanze principali seguono ovviamente lo stesso filone, ma in porzioni decisamente più abbondanti. Consigliamo l'ottimo spiedino di gamberi e verdure, che dà soddisfazione anche estetica, e i calamari alla griglia (12,50 euro), davvero corposi e con abbondante contorno di patate fritte. Ma il pesce vero e proprio fa ovviamente la sua parte: orata, spigola, pesce spada, ricciola e persino salmone, in ogni cottura possibile. C'è anche un discreto assortimento di fish & chips e qualche piatto di pasta (che eviteremmo). Un'abbondante insalata è servita come accompagnamento ancora prima dell'ordine. Non ci sono dolci, mentre è buono l'assortimento di vini (anche al calice) e birre; presenti in lista anche diverse versioni di raki, l'acquavite locale.
La lista, com'è ovvio, è interamente incentrata sulla cucina di mare: per due o più persone sono disponibili anche menu di meze (i caratteristici "assaggi" ciprioti) a partire da 100 lire, circa 16 euro. Altrimenti si parte con un'infinita teoria di antipasti (7-10 euro): gamberi e scampi alla griglia, calamari fritti, cozze al vino bianco, sheftalia (salsicce) di pesce, seppie alla griglia o fritte, eccetera. C'è anche l'Hürdeniz Special, un piatto diviso in 7 comparti con altrettante specialità. Peccato che il polpo alla griglia, il piatto forse più appetitoso, abbia un prezzo sproporzionato rispetto agli altri (quasi 21 euro).
Le pietanze principali seguono ovviamente lo stesso filone, ma in porzioni decisamente più abbondanti. Consigliamo l'ottimo spiedino di gamberi e verdure, che dà soddisfazione anche estetica, e i calamari alla griglia (12,50 euro), davvero corposi e con abbondante contorno di patate fritte. Ma il pesce vero e proprio fa ovviamente la sua parte: orata, spigola, pesce spada, ricciola e persino salmone, in ogni cottura possibile. C'è anche un discreto assortimento di fish & chips e qualche piatto di pasta (che eviteremmo). Un'abbondante insalata è servita come accompagnamento ancora prima dell'ordine. Non ci sono dolci, mentre è buono l'assortimento di vini (anche al calice) e birre; presenti in lista anche diverse versioni di raki, l'acquavite locale.
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Ristoranti
2019-10-28 16:47:05
Locuste
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Opinione inserita da Locuste 28 Ottobre, 2019
#1 recensione -
#1 recensione -
Recensione
Data di visita
Ottobre 06, 2019
Recensione
La parte greca del centro storico di Nicosia, al netto dell'assurda divisione con la zona "occupata" dalla Turchia (o forse anche grazie a essa), è un ribollente magma multietnico e multiculturale in cui si passa con disinvoltura dagli edifici storici alle vetrine sfavillanti delle grandi catene internazionali, dai ruderi abbandonati ai mercatini degli immigrati del sud-Est asiatico. La tradizione, in una città che ha attraversato vicende millenarie, la si può forse cercare negli immutabile "kafeneio" (caffè), oppure in qualche isolato locale che spunta all'improvviso dietro un angolo. L'esempio tipico è proprio la taverna Zanettos, fondata nel lontano 1938, che pur essendosi ormai trasformata in una meta turistica continua ad attirare una vasta e affezionata clientela cipriota (anche VIP). Qui si viene per festeggiare compleanni o anniversari, o semplicemente per una grande tavolata in compagnia: merito della simpatia dell'istrionico titolare, ma soprattutto dell'inimitabile formula del menu a base di "meze".
I meze sono la versione cipriota delle "tapas": piccoli (o meno piccoli) assaggi di specialità di ogni genere, dagli stuzzichini ai dolci. Praticamente ogni locale dell'isola propone un menu di meze, ma in genere per un minimo di due persone: da Zanettos invece potrete provarlo anche da soli, ammesso che vogliate davvero tentare l'impresa. I meze di questa taverna sono infatti più che altro un mastodontico "all you can eat", un'inarrestabile valanga di piatti e piattini che si abbatte sul frastornato commensale a ritmi ossessivi: se ne esce vivi solo imponendosi di rimandare indietro la maggior parte del cibo, una vera e propria tortura per una Locusta. Eppure ne vale la pena, perché in questo tour de force (abbiamo contato 23 portate al ridicolo prezzo di 21 euro!) trovano posto davvero tutti i sapori e profumi di Cipro.
Vista l'impossibilità di una recensione puntuale, tanto vale affidarsi a un elenco: insalata verde, insalata paesana (con pomodori, peperoni e feta), tzatziki, tahini (salsa di semi di sesamo), barbabietole, olive, purea di patate, halloumi (formaggio grigliato), shieftalia (salsicce di maiale), costine di maiale, fegato alla griglia, zucchine fritte, patate fritte, riso agli spinaci con funghi, spiedini di pollo e maiale, bulgur (una sorta di "spezzatino di grano" con condimenti vari), uovo strapazzato al pomodoro, lumache, il tutto accompagnato da pita a volontà. E per finire il dessert: frutta di stagione, lokum (tipici dolci zuccherati), canditi e mahalembi (amido di mais con acqua di rose). Può bastare?
L'unica lista scritta che troverete è quella delle bevande, con un buon assortimento di vini ciprioti e anche un ottimo vino dolce per accompagnare il dessert. Sempre che siate arrivati a quel punto...
I meze sono la versione cipriota delle "tapas": piccoli (o meno piccoli) assaggi di specialità di ogni genere, dagli stuzzichini ai dolci. Praticamente ogni locale dell'isola propone un menu di meze, ma in genere per un minimo di due persone: da Zanettos invece potrete provarlo anche da soli, ammesso che vogliate davvero tentare l'impresa. I meze di questa taverna sono infatti più che altro un mastodontico "all you can eat", un'inarrestabile valanga di piatti e piattini che si abbatte sul frastornato commensale a ritmi ossessivi: se ne esce vivi solo imponendosi di rimandare indietro la maggior parte del cibo, una vera e propria tortura per una Locusta. Eppure ne vale la pena, perché in questo tour de force (abbiamo contato 23 portate al ridicolo prezzo di 21 euro!) trovano posto davvero tutti i sapori e profumi di Cipro.
Vista l'impossibilità di una recensione puntuale, tanto vale affidarsi a un elenco: insalata verde, insalata paesana (con pomodori, peperoni e feta), tzatziki, tahini (salsa di semi di sesamo), barbabietole, olive, purea di patate, halloumi (formaggio grigliato), shieftalia (salsicce di maiale), costine di maiale, fegato alla griglia, zucchine fritte, patate fritte, riso agli spinaci con funghi, spiedini di pollo e maiale, bulgur (una sorta di "spezzatino di grano" con condimenti vari), uovo strapazzato al pomodoro, lumache, il tutto accompagnato da pita a volontà. E per finire il dessert: frutta di stagione, lokum (tipici dolci zuccherati), canditi e mahalembi (amido di mais con acqua di rose). Può bastare?
L'unica lista scritta che troverete è quella delle bevande, con un buon assortimento di vini ciprioti e anche un ottimo vino dolce per accompagnare il dessert. Sempre che siate arrivati a quel punto...
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