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A casa del cuoco
2015-04-02 08:55:29
Locuste
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Recensione
Data di visita
Marzo 28, 2015
Recensione
Il nome non è un'iperbole: siamo davvero in una casa privata, anche se magari non ci abita lo chef Maurizio Moretti, visto che le due stanze del piccolo appartamento sono state entrambe adibite a ristorante. Gli arredamenti e le gigantografie d'epoca alle pareti fanno il resto, accentuando la sensazione di trovarsi in un contesto familiare. Ma se l'accoglienza è domestica, non necessariamente lo è la cucina, che spaziando dal Piemonte alla Lombardia raccoglie suggestioni dalla tradizione lasciando però il giusto spazio alla fantasia. Il risultato è un menu fatto di sapori robusti e porzioni abbondanti, un po' discontinuo nella qualità; il servizio è però sempre rapido e cortese e l'impressione generale più che buona.
Gli antipasti, numerosi e variegati, sono tra le sorprese più piacevoli del menu (enunciato sempre a voce): oltre alle immancabili alici e alle bruschette con salsa di pomodoro artigianale, troviamo salame contadino, paté di ceci e tonno pinna gialla, torta di patate e basilico, flan di carote, un originale tomino di capra con crema di lamponi e l'ottima insalata monferrina, a base di farro cotto nel sidro con melanzane, toma e peperoni. Questi ultimi, una delle specialità del paese delle "tre P" (la seconda sono i "pazzi" e la terza ve la risparmiamo), fanno capolino nei debordanti spaghetti con pomodoro e pancetta, una variante "appesantita" dell'amatriciana. Più aderenti alla tradizione gli eccellenti ravioli fatti in casa, con ripieno di brasato o di magro.
I secondi sono prevalentemente, se non esclusivamente, a base di carne: tra le varie scelte a disposizione c'è un leggero carpaccio di manzo servito con accompagnamento di ratatouille, ma il piatto più appetitoso è senza dubbio la coppa di maialino, morbida e saporita. Meno convincente, per cottura ed equilibrio, il filetto di maiale al tartufo. I dolci sono tra i riconosciuti punti di forza della casa e lo testimoniano sia la millefoglie alle fragole, sia una pregiata Sacher. Discretamente fornita la cantina che comprende molti vini dell'Oltrepò, come la buona Bonarda Monterucco, il Buttafuoco dei Viticoltori del Bronese e il Moscato Primi Fiori (sempre di Monterucco); non manca qualche incursione piemontese con il Nebbiolo della cantina Le Terre. Finale con grappa a volontà.
Gli antipasti, numerosi e variegati, sono tra le sorprese più piacevoli del menu (enunciato sempre a voce): oltre alle immancabili alici e alle bruschette con salsa di pomodoro artigianale, troviamo salame contadino, paté di ceci e tonno pinna gialla, torta di patate e basilico, flan di carote, un originale tomino di capra con crema di lamponi e l'ottima insalata monferrina, a base di farro cotto nel sidro con melanzane, toma e peperoni. Questi ultimi, una delle specialità del paese delle "tre P" (la seconda sono i "pazzi" e la terza ve la risparmiamo), fanno capolino nei debordanti spaghetti con pomodoro e pancetta, una variante "appesantita" dell'amatriciana. Più aderenti alla tradizione gli eccellenti ravioli fatti in casa, con ripieno di brasato o di magro.
I secondi sono prevalentemente, se non esclusivamente, a base di carne: tra le varie scelte a disposizione c'è un leggero carpaccio di manzo servito con accompagnamento di ratatouille, ma il piatto più appetitoso è senza dubbio la coppa di maialino, morbida e saporita. Meno convincente, per cottura ed equilibrio, il filetto di maiale al tartufo. I dolci sono tra i riconosciuti punti di forza della casa e lo testimoniano sia la millefoglie alle fragole, sia una pregiata Sacher. Discretamente fornita la cantina che comprende molti vini dell'Oltrepò, come la buona Bonarda Monterucco, il Buttafuoco dei Viticoltori del Bronese e il Moscato Primi Fiori (sempre di Monterucco); non manca qualche incursione piemontese con il Nebbiolo della cantina Le Terre. Finale con grappa a volontà.
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