Dettagli Recensione
Monzù Bistrot
2018-12-21 14:53:50
Locuste
Segnala questa recensione ad un moderatore
Recensione
Data di visita
Dicembre 18, 2018
Recensione
Un ristorante freschissimo di apertura, in una delle zone più affollate di Milano, con evidenti ambizioni di crescita e una proposta culinaria creativa: tutti elementi di forte rischio che, talvolta, possono tradursi in clamorosi flop. Ma non se al timone c'è lo chef Alessandro Teo, formatosi alla scuola di Gualtiero Marchesi e ultimo discendente della famiglia che da oltre un secolo gestisce il raffinato ristorante Umberto di Napoli. La formula potrebbe essere quella di innumerevoli altri locali milanesi, ma chi sta dietro i fornelli ci sa fare (anche nella composizione del menu) e si vede: piatti davvero ben curati e originali senza strafare, materie prime di qualità, servizio inappuntabile. I prezzi sono in linea con la media della zona, anche perché con le app specializzate (TheFork) è possibile usufruire di cospicui sconti.
Il locale è di dimensioni ridotte, con arredamento moderno ma ricercato, mattoni a vista e cucina altrettanto a vista: un design tipico dei ristoranti di nuova generazione. Unica pecca, i tavoli un po' troppo vicini tra loro. Ristretto ma ben studiato pure il menu, con cinque proposte per ogni portata. Tra gli antipasti spiccano l'appetitoso rollè di coniglio con salsa di melograno e chips di polenta (12 euro) e l'apprezzatissima battuta di manzo con stracciatella e semi di sesamo al wasabi (14 euro); non manca il classico polpo con patate, insaporito da curcuma e aneto. Di alta qualità i primi: perfetti, per consistenza e abbinamento di sapori, gli gnocchetti di polenta con lardo, crema di castagne e porri croccanti (12 euro). Interessanti anche le linguine di Gragnano con calamaretti spillo, zenzero e salsa al tarallo, il risotto scampi e agrumi (16 euro) e gli sperimentali paccheri con cipolla ramata, jus di manzo e cacao amaro.
Sullo stesso filone i secondi (18-24 euro): irresistibile fin dal nome il "maialino cotto piano piano" con purea di mela annurca e spinaci crudi, morbido e saporito quasi come un porcetto sardo. Attira anche l'ombrina in crosta di mandorle con purea di sedano rapa; più classici il filetto di manzo al vino rosso e il trancio di branzino al vapore con salsa verde. Particolarmente ben riusciti i dolci (6 euro), soprattutto l'ottima mousse di ricotta, pere e croccante alla nocciola e il cremoso alla castagna con salsa di cachi e cioccolato amaro. La cantina è ristretta ma selezionata con grande cura, anche se forse un po' povera di proposte di fascia bassa: per rapporto qualità prezzo segnaliamo l'Aglianico Passo del Lupo di Benito Ferrara.
Il locale è di dimensioni ridotte, con arredamento moderno ma ricercato, mattoni a vista e cucina altrettanto a vista: un design tipico dei ristoranti di nuova generazione. Unica pecca, i tavoli un po' troppo vicini tra loro. Ristretto ma ben studiato pure il menu, con cinque proposte per ogni portata. Tra gli antipasti spiccano l'appetitoso rollè di coniglio con salsa di melograno e chips di polenta (12 euro) e l'apprezzatissima battuta di manzo con stracciatella e semi di sesamo al wasabi (14 euro); non manca il classico polpo con patate, insaporito da curcuma e aneto. Di alta qualità i primi: perfetti, per consistenza e abbinamento di sapori, gli gnocchetti di polenta con lardo, crema di castagne e porri croccanti (12 euro). Interessanti anche le linguine di Gragnano con calamaretti spillo, zenzero e salsa al tarallo, il risotto scampi e agrumi (16 euro) e gli sperimentali paccheri con cipolla ramata, jus di manzo e cacao amaro.
Sullo stesso filone i secondi (18-24 euro): irresistibile fin dal nome il "maialino cotto piano piano" con purea di mela annurca e spinaci crudi, morbido e saporito quasi come un porcetto sardo. Attira anche l'ombrina in crosta di mandorle con purea di sedano rapa; più classici il filetto di manzo al vino rosso e il trancio di branzino al vapore con salsa verde. Particolarmente ben riusciti i dolci (6 euro), soprattutto l'ottima mousse di ricotta, pere e croccante alla nocciola e il cremoso alla castagna con salsa di cachi e cioccolato amaro. La cantina è ristretta ma selezionata con grande cura, anche se forse un po' povera di proposte di fascia bassa: per rapporto qualità prezzo segnaliamo l'Aglianico Passo del Lupo di Benito Ferrara.
Trovi utile questa opinione?
10
Commenti
Per inserire la tua opinione devi essere registrato.
Powered by JReviews