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La Cena coi Fiocchi
2019-02-20 15:59:11
Locuste
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Recensione
Data di visita
Febbraio 17, 2019
Recensione
A due passi dallo stadio Olimpico e in un quartiere interamente residenziale si nasconde un'osteria che è un vero gioiellino. Nel piccolo, ma davvero piccolo locale (fortemente consigliata la prenotazione) si fondono abilmente, e in modo quasi inestricabile, la cucina piemontese e quella siciliana: certo, per chi vuole fare il purista ci sono due menù dedicati alle tradizioni delle due regioni, ma sull'insegna c'è scritto non a caso "cucina viva", e dunque contaminazioni e innovazioni sono (per fortuna) all'ordine del giorno. L'arredamento sobrio e ben curato e l'attenzione alle materie prime fanno il resto; l'accoglienza è più che cortese, anche se c'è da aspettarsi qualche ritardo nei giorni di maggiore affollamento.
Come accennato, il ristorante propone tra l'altro due robusti menu degustazione, per almeno due persone: quello piemontese (30 euro) include un succulento antipasto con battuta di fassone, terrina di fagiano e altre prelibatezze, e poi agnolotti, tagliata di fassone con patate e dolci "sabaudi", mentre in quello siciliano (35 euro) troviamo tra l'altro sarde alla beccafico, caponata, cuscus, fritto di baccalà, calamari e verdure, e naturalmente abbondanti dolci. Il menu alla carta è però molto più ricco e variegato, anche perché integrato da molte proposte del giorno: tra queste abbiamo provato il delizioso risotto al cavolo viola, guanciale e fonduta e gli agnolotti del plin abbinati alle gustose polpettine di cervo. Altra originale creazione dello chef sono i "Baci e abbracci": involtini di pesce spada e baci di dama salati con maionese di baccalà.
Per quanto riguarda i piatti "standard", sul fronte siciliano sono da provare la pasta con le sarde (11 euro), vera specialità della casa, la pasta alla Norma, le busiate trapanesi con pesto di pistacchi e gamberetti (14 euro); su quello piemontese le "scintille granata" con gorgonzola e noci, la tagliata di fassone (17 euro), le lumache alla parigina. E poi ci sono la bagna caoda e, su prenotazione, il monumentale fritto misto alla piemontese.
Un capitolo a parte meritano i dolci, che raccolgono il meglio delle due regioni: su tutti dominano la straordinaria cassata (7 euro) e lo zabajone al Marsala, serviti con abbinamento di zibibbo. Impossibile concludere senza assaggiare uno dei vari caffè "speciali" della casa, corretti con vari liquori e aromi: buonissimo (e segretissimo nella ricetta) il Caffè Cecè. Giudizio sospeso invece sulla cantina, anche se in occasione della nostra visita abbiamo assaggiato un ottimo - ma anonimo - Nebbiolo.
Come accennato, il ristorante propone tra l'altro due robusti menu degustazione, per almeno due persone: quello piemontese (30 euro) include un succulento antipasto con battuta di fassone, terrina di fagiano e altre prelibatezze, e poi agnolotti, tagliata di fassone con patate e dolci "sabaudi", mentre in quello siciliano (35 euro) troviamo tra l'altro sarde alla beccafico, caponata, cuscus, fritto di baccalà, calamari e verdure, e naturalmente abbondanti dolci. Il menu alla carta è però molto più ricco e variegato, anche perché integrato da molte proposte del giorno: tra queste abbiamo provato il delizioso risotto al cavolo viola, guanciale e fonduta e gli agnolotti del plin abbinati alle gustose polpettine di cervo. Altra originale creazione dello chef sono i "Baci e abbracci": involtini di pesce spada e baci di dama salati con maionese di baccalà.
Per quanto riguarda i piatti "standard", sul fronte siciliano sono da provare la pasta con le sarde (11 euro), vera specialità della casa, la pasta alla Norma, le busiate trapanesi con pesto di pistacchi e gamberetti (14 euro); su quello piemontese le "scintille granata" con gorgonzola e noci, la tagliata di fassone (17 euro), le lumache alla parigina. E poi ci sono la bagna caoda e, su prenotazione, il monumentale fritto misto alla piemontese.
Un capitolo a parte meritano i dolci, che raccolgono il meglio delle due regioni: su tutti dominano la straordinaria cassata (7 euro) e lo zabajone al Marsala, serviti con abbinamento di zibibbo. Impossibile concludere senza assaggiare uno dei vari caffè "speciali" della casa, corretti con vari liquori e aromi: buonissimo (e segretissimo nella ricetta) il Caffè Cecè. Giudizio sospeso invece sulla cantina, anche se in occasione della nostra visita abbiamo assaggiato un ottimo - ma anonimo - Nebbiolo.
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