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Fogo
2020-09-02 11:18:18
Locuste
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Recensione
Data di visita
Agosto 11, 2020
Recensione
Sono tempi duri per le discoteche, già da tempo in crisi e ora trascinate dalla pandemia di coronavirus in un gorgo di limitazioni e chiusure. Ma una via d'uscita esiste, e se si vuole un modello vincente per un locale notturno capace di reinventarsi e sopravvivere, consigliamo caldamente di visitare il Maden. La discoteca alle porte di Alghero ha continuato - fino a quando ha potuto - a organizzare eventi privati e serate ad hoc, ma nel contempo ha puntato fortemente su un business collaterale: il ristorante Fogo, un'originale "churrascaria sardo-brasiliana" aperta da poco più di un anno. E il risultato è stato esplosivo: immerso in una scenografica cornice da locale estivo, tra palme, fontane e incantevoli architetture in bambù, il Fogo si è rivelato un successo strepitoso. Un po' per la sua formula (di all-you-can-eat brasiliani in provincia di Sassari se ne erano visti pochi) e un po' per il contesto, elegante e alla moda ma al contempo discreto e poco invasivo.
Venendo al succo della cucina, le differenze con un tradizionale ristorante brasiliano non sono poi tante: la parola d'ordine è carne a volontà, servita direttamente al tavolo sul churrasco (lo spiedo brasiliano) e disponibile fino a esaurimento. Due sono i menu previsti, uno da 25 euro e uno da 35 che comprende anche gli antipasti. Questi ultimi però sono imperdibili, perché rappresentano il punto d'incontro tra la gastronomia sarda e quella brasiliana. Troviamo così taglieri ispirati all'isola (con salumi, panadas, pecorino, casizolu, zuppa gallurese) e altri arrivati direttamente da oltreoceano (con pastel di carne, uovo ripieno, alface recheada, feijao tropeiro, salpiçao de frango), fino ad arrivare ai mix in cui le due tradizioni si incontrano e si fondono, mostrando di non essere poi così distanti.
Il resto è presto detto: 8 portate di carne succulenta e di perfetta cottura, dall'immancabile picanha al black angus, dall'entrecote al maialetto (omaggio alla cucina isolana) passando per salsiccia, pollo e tacchino avvolto nella pancetta. I bis sono previsti e incoraggiati, ma non facili da affrontare. Meglio puntare sui dolci (5 euro), anche qui sul doppio filone: da una parte le seadas, da una parte il pudim de cocco (troppo stucchevole, però) o la mousse al maracuja. La cantina è un altro punto di forza del locale, con vini da tutta la Sardegna: bottiglie importanti come il Mamuthone di Sedilesu e altre meno conosciute come il Montessu dell'Agricola Punica. Conto finale sui 45-50 euro. Unico piccolo appunto al sistema di prenotazione online, che a volte tradisce.
Venendo al succo della cucina, le differenze con un tradizionale ristorante brasiliano non sono poi tante: la parola d'ordine è carne a volontà, servita direttamente al tavolo sul churrasco (lo spiedo brasiliano) e disponibile fino a esaurimento. Due sono i menu previsti, uno da 25 euro e uno da 35 che comprende anche gli antipasti. Questi ultimi però sono imperdibili, perché rappresentano il punto d'incontro tra la gastronomia sarda e quella brasiliana. Troviamo così taglieri ispirati all'isola (con salumi, panadas, pecorino, casizolu, zuppa gallurese) e altri arrivati direttamente da oltreoceano (con pastel di carne, uovo ripieno, alface recheada, feijao tropeiro, salpiçao de frango), fino ad arrivare ai mix in cui le due tradizioni si incontrano e si fondono, mostrando di non essere poi così distanti.
Il resto è presto detto: 8 portate di carne succulenta e di perfetta cottura, dall'immancabile picanha al black angus, dall'entrecote al maialetto (omaggio alla cucina isolana) passando per salsiccia, pollo e tacchino avvolto nella pancetta. I bis sono previsti e incoraggiati, ma non facili da affrontare. Meglio puntare sui dolci (5 euro), anche qui sul doppio filone: da una parte le seadas, da una parte il pudim de cocco (troppo stucchevole, però) o la mousse al maracuja. La cantina è un altro punto di forza del locale, con vini da tutta la Sardegna: bottiglie importanti come il Mamuthone di Sedilesu e altre meno conosciute come il Montessu dell'Agricola Punica. Conto finale sui 45-50 euro. Unico piccolo appunto al sistema di prenotazione online, che a volte tradisce.
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