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Azienda Vinicola Carlo Coppo
2012-05-16 20:59:56
Locuste
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Recensione
Data di visita
Aprile 14, 2007
Recensione
Se c’è un luogo in cui non possono sussistere dubbi sulla genuinità della cucina, è senz’altro l’azienda vinicola e agrituristica di Carlo Coppo e figli. La conduzione del locale è talmente casalinga che, nella piccola sala da una ventina di posti (prenotare assolutamente!), le pietanze vengono servite direttamente nel tegame di cottura, lasciato poi nella stanza a disposizione dei clienti per eventuali “rabbocchi”. La filiera produttiva è ridotta all’osso: tutto ciò che si mangia e si beve è fatto in casa, vino compreso. Soltanto per il moscato (che è poi un mosto fermentato) si ricorre al lontano parente Sergio Coppo: lontano per modo di dire, visto che si trova a pochi km di distanza, a San Giorgio Monferrato. Insomma, per chi non si aspetta raffinatezze gastronomiche, il luogo è ideale per gustare i piatti tradizionali di quest’angolo di Piemonte.
Anche i prezzi sono davvero competitivi: un pasto completo costa 25 euro, comprensivi naturalmente di tutti i “bis” nonchè di una generosissima offerta di vino. Ottimo il Grignolino dall’inconfondibile color rosso rubino, assai corposo il Barbera, da provare anche il moscato di cui si è detto e la dolce moscatellina. Il pranzo si apre con una serie di antipasti: salame crudo e cotto con olive, seguito da polpette di carne cruda su letto di rucola, frittatine di erbette di campo e peperoni con salsa tonnata e capperi. Sontuosa preparazione al primo costituito da una capiente pentola di ravioli al brasato con ragù di carne, tanto semplici quanto gustosi.
Il secondo, come il primo, fa dell’immediatezza il suo cavallo di battaglia: il capretto in tegame non sarà una pietanza originale, specialmente nel periodo pasquale, ma invoglia a servirsi più volte anche grazie alla particolare tenerezza delle carni. Si arriva dunque al dolce con un assaggio di pan di spagna al caffè e di panna cotta: la “vera” panna cotta, assai diversa da quella industriale servita nella grande maggioranza dei locali. Insieme al caffè viene servito anche un mini-dessert di cereali ricoperti di cioccolato, e per chiudere l’immancabile grappa e le ciliegine sotto spirito ai chiodi di garofano. Servizio cortese e fin troppo discreto.
Anche i prezzi sono davvero competitivi: un pasto completo costa 25 euro, comprensivi naturalmente di tutti i “bis” nonchè di una generosissima offerta di vino. Ottimo il Grignolino dall’inconfondibile color rosso rubino, assai corposo il Barbera, da provare anche il moscato di cui si è detto e la dolce moscatellina. Il pranzo si apre con una serie di antipasti: salame crudo e cotto con olive, seguito da polpette di carne cruda su letto di rucola, frittatine di erbette di campo e peperoni con salsa tonnata e capperi. Sontuosa preparazione al primo costituito da una capiente pentola di ravioli al brasato con ragù di carne, tanto semplici quanto gustosi.
Il secondo, come il primo, fa dell’immediatezza il suo cavallo di battaglia: il capretto in tegame non sarà una pietanza originale, specialmente nel periodo pasquale, ma invoglia a servirsi più volte anche grazie alla particolare tenerezza delle carni. Si arriva dunque al dolce con un assaggio di pan di spagna al caffè e di panna cotta: la “vera” panna cotta, assai diversa da quella industriale servita nella grande maggioranza dei locali. Insieme al caffè viene servito anche un mini-dessert di cereali ricoperti di cioccolato, e per chiudere l’immancabile grappa e le ciliegine sotto spirito ai chiodi di garofano. Servizio cortese e fin troppo discreto.
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