Stampa

Locusts are back

Era una afosa sera d’estate e, ancora inconsapevole della sciagura che stava per piombare sulla mia testa, vagavo per i campi dorati della campagna lomellina in cerca di un’ispirazione gastronomica che, da qualche tempo, quasi come un presagio, tardava ad arrivare.
Ad un tratto squillò il telefono.
- “Pronto” dissi un po’ nervosamente.
- “Ciao sono io” rispose la voce carica di tensione del Xxxxx.Navigatore capo.
- “Bella”
- “Bella”
- “Ci sono novità?” azzardai.
- “Questa volta mi sa che abbiamo fatto il botto” mi sentii rispondere.
- “E’ Adoldi?” chiesi quasi sopraffatto da quella voce funesta, ormai convinto di trovare il pianeta madre e le colonie in pezzi.
- “No, peggio. La nostra sopravvivenza è messa in pericolo.”

Quel giorno abbiamo rischiato di scomparire, in parte per evitare di passare guai peggiori di una indigestione, in parte quasi offesi dalla boria di qualcuno che non avrebbe dovuto nemmeno accorgersi della nostra esistenza, tanta era la sua grandezza rispetto a noi.

Nonostante tutto la ferita non è stata mortale e questo non è un epitaffio bensì l’annuncio ufficiale del ritorno delle Locuste, più voraci ed affamate di prima: una nuova struttura; un’organizzazione migliore; nuove portate.
Locusts are back!

3 ottobre 2006

Andrea Nebuloni
Coordinatore delle Risorse Umane
Stampa

Navigare necesse est

Navigare necesse est
(Plutarco)

Usare lo stomaco come bussola non è sempre vantaggioso. Ne sanno qualcosa le locuste che, dopo aver sterminato tutto quanto trovavano sulla propria strada, spesso sono state sterminate a loro volta (in un’occasione addirittura condannate in un regolare processo).
E noi, mangiatori apparentemente edonisti e immorali, faremo la stessa fine? Finiremo come Trimalcioni dei poveri a banchettare sulle rovine del nostro mondo, privi di coscienza e di cultura?

La risposta è no. Perché nel nostro spirito, oltre all’intento goliardico di abbuffarci il più possibile sulle orme di Homer Simpson, c’è anche altro. Per esempio la curiosità di scoprire sempre nuove realtà e nuovi sapori, il desiderio di capire il paese in cui viviamo anche attraverso la sua cucina, la volontà di conoscere le tradizioni gastronomiche per non lasciarcele alle spalle senza memoria. E poi naturalmente il sentimento di libertà dato dal viaggio, la pulsione alla fuga dalla realtà quotidiana, insomma: la possibilità di rompere il depressore della nostra Fiat Tempra e continuare come se niente fosse, oppure di fare una deviazione di 150 km per pranzare ad Amatrice senza che questo incida sul nostro stato mentale - forse perché già compromesso.

Speriamo di poter continuare le nostre esplorazioni, finché il tempo e le finanze ce lo consentiranno: non per dimostrare a noi stessi di essere dei buongustai, ma semplicemente per tornare a casa più esperti, più soddisfatti, purtroppo anche un po’ più pesanti di quando eravamo partiti.
Perché tra uno spostamento e un viaggio c’è la stessa differenza fondamentale che passa tra nutrirsi e mangiare.

18 novembre 2003

Eugenio Peralta
Navigatore Capo
Stampa

Locuste per vocazione

All’inizio, mentre ancora stavamo organizzando il nostro primo viaggio, pensavamo che si sarebbe trattato solamente di un giro turistico puro e semplice; ma poi, dopo appena quarantacinque minuti dalla nostra partenza da Busto Arsizio, la nostra vacanza ha cominciato a trasformarsi sotto i nostri occhi e ad assumere una forma in parte diversa. In quella sconosciuta e semideserta trattoria del piacentino abbiamo cominciato a realizzare che un'intera settimana di tavole imbandite della più genuina e allettante cucina mediterranea si prospettava innanzi a noi. E così è stato.
Buona parte del divertimento consisteva però nella ricerca di posti sempre nuovi (trattorie, osterie e anche ristoranti) dove assaporare i migliori piatti tipici della regione in cui ci trovavamo. Tutto ciò con l'aiuto della fedele guida "Osterie d'Italia" della Slow Food Editore, di proprietà del Navigatore Capo Eugenio Peralta: un volume datato 1999, ma sempre esauriente e preciso, che da allora il nostro gruppo venera come una reliquia.

La ricerca come stile di vita: un tratto caratteristico della nostra associazione. Da allora le Locuste sono spinte al viaggio da un moto interiore, un bisogno intrinseco del loro animo; un viaggio indirizzato soprattutto alla scoperta di sapori vecchi e nuovi che riescano a soddisfare da un lato quella necessità primordiale che si chiama Fame (molto forte in loro, ma altro non è che un insieme di reazioni elettrochimiche del nostro organismo) e dall’altro la loro curiosità e voglia di sperimentare (stati d’animo molto più nobili).

Per riuscire a capirci fino in fondo non si dovrà far altro che dare una risposta sincera a una domanda vecchia quanto il mondo: mangiamo per vivere o viviamo per mangiare? Se in tutta coscienza si opterà per la seconda scelta… soltanto allora si riuscirà veramente a intendere appieno il significato delle mie parole.
Per non smentire l'antico detto secondo cui "L'uomo è una locusta", ma anche per scoprire nuovi luoghi, assaporare nuovi cibi e mettere la nostra esperienza a disposizione di chi saprà apprezzarla.

10 novembre 2003

Giacomo Bevilacqua
Responsabile della Logistica

Ricerca rapida

Regione
Provincia

Login Form

Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Credits - Nota legale