Recensione
ATTENZIONE: nel febbraio 2011 il ristorante ha cambiato gestione. Menu e caratteristiche del locale potrebbero essere mutati
L’assonanza con la celebre opera di Bach non inganni: la Locanda del Re Minore merita ben più di una toccata e fuga. Certo, il desiderio di frittura di paranza, che per qualche oscura alchimia si manifesta a ogni passeggiata sul lungomare di Laigueglia, può essere soddisfatto in decine di altri ristoranti; ben pochi, tuttavia, possono esibire la medesima cura nelle preparazioni, la stessa fantasia per nulla invadente nella caratterizzazione dei piatti e neppure il discreto rapporto qualità-prezzo, non certo disprezzabile da queste parti. Un quadro ideale, dunque, per un’ottima cena estiva in riva al mare, leggera ma all’altezza delle aspettative.
Un servizio molto rapido, nonostante la clientela molto copiosa soprattutto in estate, porta subito in tavola il veloce ed essenziale antipasto misto composto tra l'altro da gianchetti, focacce, trota in salsa verde. Ma il piatto forte arriva con i primi che offrono soluzioni davvero azzeccate, come i delicati fusilli con pinoli e ragù di pesce o i più corposi gnocchetti di cernia con sugo di polipo. Ancora più ricercato, ma forse troppo ridotto nelle porzioni, il timballo di riso di Venere con gamberetti e crema di zafferano (il riso di Venere è una particolare varietà di riso nero coltivato in diverse zone d'Italia).
I secondi partono come detto con il classico fritto di paranza, di rara leggerezza, e con il fritto di anelli e calamari, per proseguire poi con la notevole zuppa di pesce in crosta e il raffinato filetto di branzino con crema di basilico. Di ottima fattura anche i dolci tra i quali spicca il semifreddo alla vaniglia con zabaione; non dispiacciono neppure le altre proposte, come la panna cotta con mirtilli, la torta al cioccolato fondente e la crema catalana. Infine una menzione particolare per la cantina, piuttosto fornita e non priva di qualche perla come il profumatissimo Vermentino di Albenga.