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Ristoranti di Milano e dintorni 2014

Pubblicato Venerdì, 06 Dicembre 2013 00:10
Paradosso numero uno: nell'era di TripAdvisor e di Facebook, dei foodblogger e se vogliamo dei recensori amatoriali come noi, ha ancora senso dare vita a una guida gastronomica cartacea, soprattutto se (per sua autoinvestitura) a vocazione omnicomprensiva e senza pretese di filtro qualitativo? Paradosso numero due: ha senso che sul sito di Repubblica Milano, cioè il quotidiano che pubblica la suddetta guida, il servizio di ricerca ristoranti sia gestito proprio da una delle applicazioni di cui sopra, cioè Cityfan, in un eclatante caso di autoconcorrenza interna?

L'inevitabile risposta a entrambe le domande ci porterebbe a una stroncatura di Ristoranti di Milano e dintorni 2014, la nuova edizione fresca di stampa della guida creata dalla redazione milanese del quotidiano. In effetti, se il libro fosse quello che dichiara di essere, ossia un asettico elenco di locali di ogni ordine e grado, non basterebbero a salvarlo dall'inutilità tutti i suoi evidenti pregi: il basso prezzo (9,90 euro per 386 pagine), il packaging leggero e maneggevole, la relativa semplicità di consultazione. Il fatto è che i curatori mentono spudoratamente: la guida un'impostazione "autoriale" ce l'ha eccome, e lo dimostrano proprio le ultime innovazioni introdotte in questa edizione. La lista dei ristoranti consigliati altro non è che un giudizio di merito, sia pure un po' mascherato, e altrettanto si può dire per i percorsi a tema (cene low cost, cucina tradizionale, locali per nottambuli...) e le raccomandazioni dei VIP (Claudio Bisio, Massimo Cacciari, Ottavia Piccolo, Massimo Moratti e molti altri). Proprio questa, insieme a una ventina di pagine di ghiotte anticipazioni su Expo 2015, è la parte più interessante e originale della guida, mentre il resto dei contenuti, per quanto enciclopedico, segna inevitabilmente il passo nei confronti delle controparti web aggiornate in tempo reale.

Lo sforzo di catalogazione è comunque imponente: 620 ristoranti e pizzerie suddivisi in cinque zone (Nord, Sud, Est, Ovest e Centro), 140 ristoranti etnici, 70 locali per aperitivi ed enoteche, 80 negozi di specialità gastronomiche. Gli indici tematici un po' aiutano, ma un certo sforzo è richiesto anche al lettore visto che nel mare magnum c'è proprio di tutto: dal ristorante stellato al take away, passando per i rappresentanti di quelle "nuove tendenze" descritte nell'introduzione di Carlo Annovazzi come l'apertura a orario continuato e lo street food, che per la verità a Milano si vedono ancora troppo poco. Quello che proprio non riusciamo a comprendere e tantomeno a perdonare alla guida di Repubblica è l'assenza di una mappa dei ristoranti: in tempi di smartphone e di ossessiva geolocalizzazione, più che una banale svista ci sembra un delitto capitale.