Recensione
Questo antico edificio posto proprio sul limitare del Parco dei Colli Euganei, e circondato da un riposante giardino, la ristorazione ce l'ha davvero nel DNA: una volta, come recita la targa all'ingresso, era la Locanda Beldomando delle Boschette, oggi è uno dei più interessanti e creativi ristoranti della zona. Di vero e proprio ristorante si tratta, come testimoniano l'arredamento sobriamente raffinato e la cura nella ricerca gastronomica e nella presentazione dei piatti, ma questo non significa che si sia perso il legame con la gastronomia del territorio; anzi, il menu rivendica giustamente con orgoglio la presenza di numerose preparazioni "a chilometro zero". La cifra stilistica della cucina, strano a dirsi in una terra di sapori forti, è la delicatezza: aromi studiati e valorizzati da riuscitissimi abbinamenti, che valgono assolutamente il loro prezzo.
Svariati e molto interessanti gli antipasti, che spaziano dalla terra al mare. I più tipici sono ovviamente il prosciutto crudo di Montagnana, la soppressa stagionata al coltello e il baccalà mantecato con salmone affumicato; non mancano però proposte più inconsuete come le acciughe del Cantabrico con crema della Normandia. Anche tra i primi persiste il dualismo tra pietanze locali e ispirazioni "straniere": da una parte i bigoli al torchio con sugo d'anatra, dall'altra le mezzemaniche Mancini con pancetta, peperoni e pecorino. Ma i più riusciti sono certamente gli gnocchi di ricotta in fiore di zucca gratinati: il nome non inganni, si tratta di veri e propri "panetti" di ricotta fresca avvolti nel tenero involucro di un fiore di zucca, serviti con ricotta fusa e salsa al basilico. Incantevoli.
Molto lunga anche la lista dei secondi: per chi ama la carne ai ferri c'è un po' di tutto, dal filetto al galletto ai ferri, fino alla tipica costata di sorana. L'inventiva della cucina si esprime nell'hamburger della Corte Padovana (a base di carne bianca), mentre dalla tradizione sbucano il piccione al forno e il fegato alla veneziana. Non può mancare naturalmente il baccalà, sotto forma di insalata con patate e olive taggiasche: anche qui perfetto equilibrio di sapori. Come dessert, in stagione, numerosi gelati e semifreddi; ci sentiamo però di consigliare la crema bruciata, lontana mille miglia dalla fasulla "crema catalana" tanto di moda in molti indirizzi italiani. Ampia carta dei vini, ordinabili anche al calice: merita un assaggio il profumato e fruttato Telos della Tenuta Sant'Antonio di Mezzane di Sotto (Verona). Servizio fin troppo puntuale e discreto, ma non pretendete velocità: "l'attesa - lo dice il menu - è sinonimo di cucina espressa e garanzia di freschezza".