Recensione
Siamo lontani solo poche centinaia di metri dagli itinerari turistici della Roma imperiale, ma sembra di aver percorso decine di chilometri: grigio e periferico, il quartiere Ostiense non concede nulla all'estetica. Per questo la braceria "La Piazzetta" si è dovuta inventare una location da... finta osteria romana, con tanto di finti balconcini con gerani e finti affreschi alle pareti. L'atmosfera un po' artificiosa, però, non deve ingannare: la romanità più vera riemerge nell'arte affabulatoria del gestore e, soprattutto, nella cucina, semplice e senza fronzoli. Arredamento e servizio alla buona (tovaglie di carta e vino in brocca), prezzi davvero popolari e piatti abbondanti nel segno della tradizione.
Cominciare con qualche antipasto può essere una buona idea: lo diciamo tanto per dire perché, a meno di un esplicito e reiterato rifiuto, si è praticamente costretti a provare almeno un piatto di "frittini", ovvero carciofi, melanzane e zucchine in pastella, decisamente validi. A seguire arrivano in tavola anche prelibati assaggi di fagioli con le cotiche e ceci con trippa. Niente male come inizio. La specialità della casa sono però i primi, assolutamente in linea con le ricette tipiche della zona: brillano la carbonara, l'amatriciana e, soprattutto, la cacio e pepe, quasi perfetta sia dal punto di vista della cottura, sia da quello del condimento.
Per quanto riguarda i secondi il locale, come dice il nome, ha nella carne alla brace il suo punto di forza: gli arrosticini all'abruzzese con contorno di ottime patate arrosto sono particolarmente riusciti, buone anche le salsicce. Secondo disponibilità il menu propone anche piatti più originali come capretto e castrato. Ristretta la scelta dei dolci ma il crème caramel della casa merita un assaggio. Il vino viene presentato come un "Nero d'Avola della casa": mah? Sta di fatto che il rosso risulta bevibile ed economico, e tanto basta. Nel complesso il conto finale risulta davvero contenuto, malgrado la nota stonata dei 2 euro per ogni porzione di pane.