Recensione
La posizione è di quelle che "contano": a poche centinaia di metri c'è la statale 131, l'arteria più trafficata di tutta la Sardegna, e per il viaggiatore affamato è davvero difficile trovare un punto di ristoro migliore del ristorante Sa Figu Bianca. Tuttavia sbaglierebbe chi pensasse a un locale beneficiato solo dalla location favorevole: in molti, anche dal capoluogo, arrivano fino a Siligo appositamente per assaggiare (e qualcosa in più) la giustamente decantata carne alla griglia, vero pezzo forte del ristorante di Luciana e Barbara Sanna. Il locale, che è anche apprezzata pizzeria, si distingue inoltre per un ambiente accogliente, né elegante né rustico, e adatto a banchetti e cerimonie grazie agli ampi spazi esterni.
Si è detto della carne come piatto principe; il resto della lista non è altrettanto solido, e neppure particolarmente legato al territorio, anche se non manca qualche piatto tipico. Si può partire con un tagliere di salumi (ottima la coppa, deludente invece la salsiccia) oppure con uno dei numerosi antipasti di mare: la zuppetta Sa Figu Bianca, con arselle, vongole, scampi e aragostelle, ne è un discreto compendio. Tra i primi la scelta si restringe di fatto agli gnocchetti alla campidanese (con sugo di carne) e ai soddisfacenti ravioli di ricotta. L'abbondanza delle porzioni è decisamente da apprezzare.
E veniamo finalmente ai secondi, ovvero alla griglia. Certo, c'è anche il pesce e volendo, su prenotazione, si possono assaggiare specialità come il porcetto arrosto; ma su questo piano la concorrenza è ben altra. È davvero difficile, invece, trovare in Sardegna una costata di manzo ai funghi porcini così saporita e ben cotta; stesso dicasi per la tagliata al grana e rucola, che risulta morbidissima a dispetto di un taglio molto "generoso". Più che discreta, ma non a livello del resto la fettina di cavallo. Anche qui le porzioni sono abbondantissime e i prezzi decisamente competitivi. Dove il ristorante pecca (e purtroppo non è certo l'unico dell'isola) è nel campo dei dolci: sono disponibili soltanto le seadas, penalizzate peraltro da un impasto troppo aromatizzato al limone. Discreta la scelta dei vini, mentre il rosso della casa, pur bevibile, andrebbe servito decisamente più caldo.