Recensione
L’annuale rassegna gastronomica Oltregusto, organizzata dal Portale Oltrepopavese, è stata l’occasione per visitare questa splendida struttura situata in posizione panoramica tra le colline di Varzi, sulle rive del torrente Staffora e con tanto di piscina e attrezzature sportive. Oltre a organizzare escursioni, corsi e attività agrituristiche vere e proprie, La Sorgente è naturalmente un ristorante che ripropone con ingredienti genuini tutte le specialità della zona. Vi rimandiamo per forza di cose al sito ufficiale per un elenco completo dei piatti della sterminata lista: noi ci siamo “limitati” a gustare un appetitoso menu fisso predisposto per l’occasione.
Fin dalla prima occhiata ci si rende conto che, oltre alla piacevolezza dell’ambiente, l’agriturismo vanta anche una cantina ben fornita: alle pareti sono in bella mostra bottiglie antiche e pregiate, sia della zona (a pochi km c’è la celebre Fattoria Cabanon) sia di altre regioni. Ma non c’è tempo di dedicarsi alla degustazione vini perché in tavola arriva subito una serie di ghiotti antipasti: fra i più convincenti c’è ovviamente il salame crudo di Varzi, insieme al lardo alle erbe su crosta di pane, alla sfogliatina al tartufo nero e al tortino di carote e patate. Meno entusiasmante la zucca al forno; l’offerta è completata da crostoni con salsa verde, pomodori secchi speziati, coppa stagionata e filetti di melanzane alle erbe aromatiche (si tratta comunque di semplici assaggi, non si pensi a porzioni pantagrueliche).
Due i primi proposti, anche qui a corrente alternata: decisamente buoni i ravioli della nonna al sugo di brasato, meno le lasagne verdi ai funghi e ricotta. Anche il secondo si sdoppia: prima il cosciotto di porcellino al forno con patate (in verità non eccezionale), poi l’ottimo stufato di cinghiale selvatico con polenta macinata. Per chiudere in bellezza ecco un originale semifreddo variegato con vaniglia, caffé e cioccolato accompagnato dal tronchetto di mele renette, uvetta e noci. Nel complesso una cena soddisfacente – grazie anche al vino e all’amaro della casa, entrambi più che discreti – anche se manca il picco di eccellenza che potrebbe renderla indimenticabile.