Cos'è questa crisi?
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- Pubblicato Mercoledì, 13 Giugno 2012 14:33


Noi, come al solito, ci lasciamo volentieri trascinare in questo turbine, dimenticando ben presto la scaletta degli stand da visitare: meglio così, altrimenti non ci sarebbe modo di scoprire le chicche di questa edizione, come la corposa rappresentanza estera: Ungheria, Georgia, Slovenia e Francia i paesi presenti. Diverse le new entry, alcune delle quali decisamente interessanti, ma tanti anche i volti noti: come sempre un piacere discutere con Luca Ferraro di Bele Casel o lasciarsi travolgere dalla verve e dalle alchimie di Paolo Carlo Ghislandi della Cascina I Carpini... Più sotto vi proponiamo la nostra consueta e opinabilissima carrellata tra gli stand.
Un'ultima considerazione: Terroir Vino è da sempre anche un'occasione per riflettere sul complesso e articolato rapporto che lega il mondo dell'enologia a quello della rete, intesa come veicolo di comunicazione e promozione ma anche come terreno di socializzazione e confronto. Bene: ammesso che non fosse già avvenuto in passato, possiamo dire che la boa è stata ormai definitivamente doppiata. Non esiste più cantina senza uno spazio su Internet, un account Twitter o un profilo su Facebook; contatti e commenti arrivano in diretta già durante l'evento, le conoscenze si ampliano e si moltiplicano. Il confronto tra "mondo reale" e web non ha più alcun senso perché il mondo reale e il web sono la stessa cosa e, a dispetto di tutti gli apocalittici, i prodotti della terra e i rapporti tra le persone non ne escono danneggiati ma, anzi, notevolmente arricchiti: e questa, a nostro modo di vedere, è una gran bella notizia.
Togni-Rebaioli - Darfo Boario Terme (BS): Azienda da ricordare innanzitutto in quanto capofila del progetto Opol, un'associazione tra cantine della Valle Camonica per rilanciare i vigneti che altrimenti sarebbero stati abbandonati e venduti: da questa unione nasce l'omonimo vino (ne riparleremo). Le bottiglie "fatte in casa", però, non sono assolutamente da meno: il rosso base Lambrù, un Valcamonica Rosso IGT, è anzi esemplare per equilibrio. Dalle vigne storiche dell'azienda nasce invece il corposo Merlot Rebaioli Cav. Enrico.
Batzella - Castagneto Carducci (LI): Vince decisamente il premio per il miglior rapporto qualità-prezzo della rassegna il Bolgheri Pean, un blend di Sauvignon e Cabernet Franc: 13 euro per un vino di tale armonia e complessità, affinato per 12 mesi in barrique e altri 6 in bottiglia, sono davvero una miseria. Più costoso, ma meritevole, il Bliss (Syrah in purezza), mentre la chicca è il rosato Pinsky, pluripremiato e unico nel suo genere.
Guglierame - Pornassio (IM): L'Ormeasco è una delle DOC più piccole d'Italia per dimensioni, ma qui la troviamo in tutto il suo splendore: l'Ormeasco di Pormassio base, per profumi ed equilibrio, è forse addirittura migliore del Superiore. Da provare anche, a livello di curiosità, l'Ormeasco Sciac-Tra: con questo nome, a differenza di quanto avviene nelle Cinque Terre, si indica un rosato di pronta beva.
Collina dei Poeti - Santarcangelo di Romagna (RN): L'azienda è giovanissima e orgogliosa delle sue origini, dato che partecipa attivamente alla vita culturale e turistica di Santarcangelo. Dalla collaborazione con lo storico Festival del Teatro in Piazza nasce infatti il Teatro 40, un Sangiovese selezionato e affinato in botti di rovere per esaltarne i profumi e la morbidezza. A rubargli la... scena arriva però il Brut rosato Albachiara, di brillante originalità.
Vinimpero - Genova: Attivissimo importatore di vini dall'Ungheria. Nel suo catalogo si trovano prodotti assimilabili al gusto italiano come il Napbor Secco delle Cantine S.Andrea e altri assai più peculiari come il Tokaj Forditàs (Chateau Dereszla), il dolcissimo Tokaj Katinka a raccolta tardiva (Cantina Patricius) o il pregiatissimo Tokaj Aszù 5 Puttonyos (Tokaj Nobilis) da uve selezionate rigorosamente a mano.
Principe Pallavicini - Colonna (Roma): Davvero principesco è l'Amarasco Cesanese che, pur non rientrando nell'omonima DOC, non ha nulla da invidiare ai "cugini" della provincia di Frosinone. Di assoluta originalità anche l'IGT Moroello e la dolce, ma tutt'altro che stucchevole Malvasia Puntinata del Lazio.
Domaine de la Tour du Bon - Le Brûlat du Castellet (Francia): Situata tra Tolone e Marsiglia, a pochi km dal mare, questa cantina ha una produzione tanto ristretta quanto significativa: il Rosé è particolarmente aromatico e speziato, il Blanc freschissimo e vivace, ma ad affascinare è lo splendido Rouge dall'eccezionale splendore e profondità, impreziosito dall'utilizzo di uve Carignano.
Cantina Cirotto - Asolo (TV): Da produttori tradizionali a integralisti del... secco: da qualche anno i Cirotto hanno scoperto il Brut e se ne sono innamorati, trasformando la loro passione in uno splendido Asolo Superiore Millesimato Brut. La risposta del mercato è buona, anche se resiste comunque il prodotto classico dell'azienda, il morbido Extradry.
Kocijancic Zanut - Dobrovo v Brdih (Slovenia): Borut Kocijancic lo dice molto chiaramente: il suo Sauvignon o lo odi o lo ami. Noi ci mettiamo nella seconda categoria, grazie al gusto incredibilmente aromatico e pungente di questo vino, anche se alla lunga potrebbe stancare. Più abbordabile, ma sempre di ottima qualità, la Rebula (Ribolla Gialla).
Cantina del Barone - Cesinali (AV): Forse l'azienda più piccola dell'intera manifestazione, dal momento che la sua produzione si limita a due vini: il Fiano di Avellino base e il Particella 928, che prende il nome dalla porzione di terreno in cui sono coltivate le sue uve. La differenza è palpabile, in termini di aroma, ma entrambi sono consistenti e armonici.
Maso Bergamini - Cognola (TN): Merita senz'altro un assaggio il Traminer Aromatico di questa cantina trentina, profumatissimo al naso ma delicato e poco invadente in bocca. Interessanti anche il Riesling e il Pinot Grigio, quest'ultimo esclusivamente da uve biologiche.
Grosjean - Quart (AO): Tutto in famiglia per questa piccola azienda valdostana che dice pane al pane e, ovviamente, vino al vino: nella sua produzione spiccano il fresco bianco Petite Arvine Vigne Rovettaz e i rossi Gamay e Torrette.
Casa Vinicola Setaro - Trecase (NA): Oltre all'assai particolare Caprett One Spumante, questa cantina del napoletano produce Falanghina, Greco di Tufo e soprattutto Lacryma Christi: sia nel bianco, sia nel rosso Don Vincenzo prevale una nota di caratteristica acidità che rende il vino decisamente impegnativo, ma anche di gran valore.
Boniperti Vignaioli - Barengo (NO): Semplicità e coerenza i valori di questa cantina che si affida anima e corpo ai vitigni tipici. Il prodotto di punta è il Nebbiolo Barton, forse però ancora troppo giovane in occasione della nostra visita; meglio il Carlin, invecchiato solo in acciaio e per tre mesi anche in bottiglia. Il quadro si completa con il Favolalunga, un blend di Vespolina e Merlot.
Gaspare Buscemi - Cormons (GO): Più che una degustazione, una lezione di enologia: non facile, per i meno esperti, cogliere le differenze tra il bianco Esperienze "normale" e quello prodotto in assenza di anidride solforosa, una novità sperimentata dal 2009. Trasparente invece il confronto tra l'Alture Bianco più recente (blend di Pinot e Friulano) e quello del 2001, per una verticale da applausi.
Rabino - Santa Vittoria d'Alba (CN): Qui i prezzi sono davvero inimitabili: impossibile spendere più di 4,50 € a bottiglia! Il tutto mantenendo una qualità più che discreta, soprattutto per quanto riguarda l'Arneis e il Barbera d'Alba. In produzione anche Favorita, Nebbiolo e rosato.
Antico Castello - San Mango sul Calore (AV): Tutti i vitigni tipici della Campania, dalla Falanghina al Greco e al Fiano d'Irpinia: decisamente più strutturato e aromatico quest'ultimo. Il vero prodotto di punta però è l'ottimo Taurasi.
Niavin Selections - Sarteano (SI): Da qui arrivano in Italia i celebri vini georgiani, non adatti a tutti i palati ma certamente dotati di un gusto inconfondibile: tra i prodotti della Winery Khareba di Tbilisi spiccano i bianchi macerati come il Mtszvane o il Kisi.
Le Ramate - Malvicino (AL): Non è una cantina ma un'azienda agricola, rigorosamente incentrata su metodi di produzione biologici e specializzata nei formaggi di capra. Il prodotto di punta è l'eccellente Le Rubine in tutte le sue versioni, dal fresco "Primo amore" allo stagionato "Filosofie". Da non perdere poi la crema di formaggio spalmabile.
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Togni-Rebaioli - Darfo Boario Terme (BS): Azienda da ricordare innanzitutto in quanto capofila del progetto Opol, un'associazione tra cantine della Valle Camonica per rilanciare i vigneti che altrimenti sarebbero stati abbandonati e venduti: da questa unione nasce l'omonimo vino (ne riparleremo). Le bottiglie "fatte in casa", però, non sono assolutamente da meno: il rosso base Lambrù, un Valcamonica Rosso IGT, è anzi esemplare per equilibrio. Dalle vigne storiche dell'azienda nasce invece il corposo Merlot Rebaioli Cav. Enrico.
Batzella - Castagneto Carducci (LI): Vince decisamente il premio per il miglior rapporto qualità-prezzo della rassegna il Bolgheri Pean, un blend di Sauvignon e Cabernet Franc: 13 euro per un vino di tale armonia e complessità, affinato per 12 mesi in barrique e altri 6 in bottiglia, sono davvero una miseria. Più costoso, ma meritevole, il Bliss (Syrah in purezza), mentre la chicca è il rosato Pinsky, pluripremiato e unico nel suo genere.
Guglierame - Pornassio (IM): L'Ormeasco è una delle DOC più piccole d'Italia per dimensioni, ma qui la troviamo in tutto il suo splendore: l'Ormeasco di Pormassio base, per profumi ed equilibrio, è forse addirittura migliore del Superiore. Da provare anche, a livello di curiosità, l'Ormeasco Sciac-Tra: con questo nome, a differenza di quanto avviene nelle Cinque Terre, si indica un rosato di pronta beva.
Collina dei Poeti - Santarcangelo di Romagna (RN): L'azienda è giovanissima e orgogliosa delle sue origini, dato che partecipa attivamente alla vita culturale e turistica di Santarcangelo. Dalla collaborazione con lo storico Festival del Teatro in Piazza nasce infatti il Teatro 40, un Sangiovese selezionato e affinato in botti di rovere per esaltarne i profumi e la morbidezza. A rubargli la... scena arriva però il Brut rosato Albachiara, di brillante originalità.
Vinimpero - Genova: Attivissimo importatore di vini dall'Ungheria. Nel suo catalogo si trovano prodotti assimilabili al gusto italiano come il Napbor Secco delle Cantine S.Andrea e altri assai più peculiari come il Tokaj Forditàs (Chateau Dereszla), il dolcissimo Tokaj Katinka a raccolta tardiva (Cantina Patricius) o il pregiatissimo Tokaj Aszù 5 Puttonyos (Tokaj Nobilis) da uve selezionate rigorosamente a mano.
Principe Pallavicini - Colonna (Roma): Davvero principesco è l'Amarasco Cesanese che, pur non rientrando nell'omonima DOC, non ha nulla da invidiare ai "cugini" della provincia di Frosinone. Di assoluta originalità anche l'IGT Moroello e la dolce, ma tutt'altro che stucchevole Malvasia Puntinata del Lazio.
Domaine de la Tour du Bon - Le Brûlat du Castellet (Francia): Situata tra Tolone e Marsiglia, a pochi km dal mare, questa cantina ha una produzione tanto ristretta quanto significativa: il Rosé è particolarmente aromatico e speziato, il Blanc freschissimo e vivace, ma ad affascinare è lo splendido Rouge dall'eccezionale splendore e profondità, impreziosito dall'utilizzo di uve Carignano.
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