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Pubblicato Mercoledì, 17 Febbraio 2016 17:21

Una serata come tante quella di
martedì 16 febbraio al
Baladin Milano: a parlare davanti a una folta platea di appassionati c'erano "solo" Lorenzo Dabove in arte
Kuaska,
Teo Musso e
Agostino Arioli, in pratica i tre personaggi che hanno fatto la storia della
birra artigianale italiana. Non che il massimo esperto birrario italiano e i due fondatori di Baladin e
Birrificio Italiano si trovassero lì per caso: entrambi festeggiano nel 2016 i
vent'anni di attività e l'aperitivo milanese è stato solo il primo di una serie di eventi dedicati dal locale con sede a Piozzo (ormai un gruppo quasi multinazionale) all'importante anniversario.
Si può dunque ben perdonare il taglio
un po' autocelebrativo della serata che ha portato in tavola quattro grandi
specialità della "ditta": per il Baladin la pietra miliare
Isaac e la più recente
Nazionale Esportazione, per il birrificio del comense la mitica
Tipopils e la
Asteroid 56013. Dando per scontata la celebrità delle prime tre birre, l'ultima ha la storia di gran lunga più interessante: il codice nell'etichetta è quello del
Cascade, luppolo oggi tra i più conosciuti ma di cui il creatore del Birrificio Italiano è un estimatore da tempi non sospetti, e la birra è sostanzialmente l'omaggio di Agostino Arioli alla
IPA, anche se con un tocco decisamente originale dato dall'utilizzo del luppolo tedesco Tettnang. Uno dei principali concetti ribaditi dai tre protagonisti dell'evento è infatti

proprio questo:
la birra artigianale nasce per innovare, e dunque le birre prodotte "
according to a style", per dirla con le parole di Kuaska, rischiano di essere soltanto una monotona ripetizione, mentre le chiavi per lo sviluppo del settore - a maggior ragione oggi che il mercato sembra finalmente maturo anche nel nostro paese - restano
sperimentazione e
creatività.
Come sempre in questi casi, la serata è stata naturalmente dominata dall'
inesauribile aneddotica (e dalla straordinaria memoria!) di Dabove, che ha spaziato dalle figure dei guru birrari
Michael Jackson e
Charlie Papazian alle differenze tra "fase oggettiva" e "soggettiva" della degustazione. Kuaska, del resto, ha potuto contare nell'occasione su un gruppo di ascoltatori espertissimi tra cui
Laurent Mousson, un altro dei massimi degustatori europei. Ma, nonostante il clima da revival, l'impressione è che i protagonisti della storia della birra italiana non siano per nulla intenzionati a fermarsi: anzi, la maggior preoccupazione espressa dal duo Musso-Arioli è proprio quella di
non poter seguire in prima persona i nuovi progetti avviati (tra cui, per il primo, un innovativo birrificio in Sudafrica). Insomma, il fermento continua...