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Pubblicato Martedì, 05 Ottobre 2004 15:37

Canti popolari,
fiumi di birra, costumi bavaresi e
bretzel: cosa si può dire dell’
Oktoberfest che non sia già stato detto? Nulla, e forse proprio questo è il bello. L’evento più importante dell’autunno tedesco affascina per la sua regolarità, per il ripetersi sempre uguale a se stesso di un
rituale canonico e consolidato. E sicuramente da questo punto di vista non delude.
Siamo stati alla
Theresenwiesse, il grande parco che ospita la festa, negli ultimi due giorni utili (la manifestazione, iniziata il
18 settembre 2004, si è conclusa infatti il
3 ottobre): e questo ci ha permesso, seppure in breve tempo, di cogliere approssimativamente tutto il meglio e il peggio della rassegna bavarese.
Non si smentisce la vocazione teutonica alla disciplina: si beve
solo con il posto a sedere e solo all’interno dei tendoni, e alle
22.30 si chiudono i rubinetti. Una disciplina peraltro indispensabile per gestire una massa impressionante di visitatori in preda ai fumi dell’alcool. Ma l’esistenza di ferree regole non impedisce agli
italiani, anche qui in grande maggioranza, di infrangerle: questo può portare, se va bene, al furto di un
boccale o magari a una birra scroccata senza pagare, se va male a un placcaggio in piena regola da parte della
Polizei (abbiamo assistito anche a questo).
Non mancano dunque scene di ordinaria follia: anche il personale, spesso, si lascia trasportare dall’ebbrezza. L’Oktoberfest non è esattamente, per intenderci, il posto dove porteremmo i nostri bambini - per quanto i tedeschi lo facciano. Ma per un appassionato il grande parco nel centro di Monaco è una sorta di
Disneyland: si vorrebbe vedere e fare tutto, si ha il terrore di non farcela.
Noi siamo riusciti a visitare, con difficoltà dovute all’enorme afflusso di persone, due fra gli
stand più rappresentativi (li chiamano “tendoni” ma ci vuole un bel coraggio): quello della
Paulaner e quello della
Hacker-Pschorr, entrambe fresche e leggere come si conviene alle
pilsener tedesche. I prezzi? Dai
6 ai 7,20 € per il boccale da un litro: non esistono, ovviamente, altre scelte. Per mangiare si consiglia invece di ricorrere ai moltissimi, praticamente infiniti, chioschi che si trovano all’esterno degli stand: non mancheranno bretzel,
bockwurst (salsicce bollite),
bratwurst (salsicce alla brace), pollo e
schnitzel (cotolette).
Di contorno, si fa per dire, tutto il
folclore della festa: gli stand più grandi sono uno spettacolo per la vista, con le loro
scenografie colorate, e per l’udito, grazie alle attivissime
orchestrine. Sui tavoli si beve, si balla, ci si insulta, si indossano
magliette e cappelli celebrativi: di più non si potrebbe davvero chiedere, anche se resta la sensazione che per gustare al meglio l’evento servirebbe una full immersion dall’apertura alla chiusura.
Un’ultima nota sul
pernottamento: se non si ha la possibilità di prenotare con almeno due mesi di anticipo è inutile sperare di trovare posto a Monaco. Una buona soluzione è il
camper (anch’esso da riservare con largo anticipo), un’altra idea è quella di dormire ad
Augsburg, che si trova a una cinquantina di km ed è facilmente raggiungibile in treno. Noi abbiamo optato per l’economico
Etap Hotel.
Sito ufficiale
 Il tendone della Hoffbrau |
ll bretzel: un protagonista della festa |
Un particolare dell'ospitalità tedesca |
Due Locuste in piena bevuta |
Si abbatte il martello del Consigliere |
Un "simpatico" cameriere |
Il Navigatore Capo festeggia |
L'Arcinemico delle Locuste |
Gli effetti della festa si fanno sentire |
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