Crama Domneasca
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Indirizzo
Via / piazza
strada Selari 13-15
Città
Bucarest
Regione
ESTERO
Stato estero
Georgia
Informazioni
Giorno di chiusura
nessuno
Orari
tutto il giorno (12-24)
Coperti
150+40 esterni
Prezzi
30-35 €
Carte di credito
Sì
Contatti
Telefono
0040-758333000
Image Gallery
Opinione autore
Crama Domneasca
2018-05-11 14:59:12
Locuste
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Recensione
Data di visita
Mag 04, 2018
Recensione
Visitare il centro storico di Bucarest, in particolare nel fine settimana, è un'esperienza straniante: ci si aspetta la classica capitale grigia e austera e ci si trova immersi in una via di mezzo tra Chernobyl e Las Vegas. Tutto ciò che non è abbandonato e in rovina, infatti, è occupato da un'infinita serie di ristoranti, bar e locali notturni invasi da una sfrenata "movida" fino alle prime ore del mattino. La Crama Domneasca (letteralmente la "Cantina del Re"), ristorante dall'aria classica ed elegante, rimane coinvolta quasi suo malgrado da questo bailamme, sorgendo in una delle vie più frequentate e chiassose; ma ciò nulla toglie alla sua proposta culinaria basata su un'aderenza quasi filologica alla tradizione. I piatti tipici di tutta la Romania sono proposti nella loro versione migliore e in porzioni davvero pantagrueliche; unica pecca il servizio un po' lento e non particolarmente cortese, cosa peraltro piuttosto comune da queste parti.
"In cibum speramus" è il benaugurante motto che compare sullo stemma del ristorante, e in effetti la speranza è ben riposta: i classici della cucina rumena sono tutti presenti, in copiose quantità, nell'ampio e variegato menu. Numerose le insalate e le zuppe (ciorba), tutte decisamente robuste, da quella di trippa - tipica e molto impegnativa - a quelle a base di agnello e manzo. Tra gli antipasti sono assolutamente da assaggiare le peculiari salsiccette di montone, non facili da trovare altrove: piccanti e saporite, accompagnate da robuste dosi di polenta (mamaliga). Più ordinarie, ma comunque interessanti, le polpette e il cascaval, formaggio a cubetti impanato e fritto. Si beve naturalmente birra, alla spina o in bottiglia, anche se il ristorante dispone di una vasta selezione di vini rumeni e internazionali.
Il meglio del menu viene ovviamente con quelli che possono essere considerati piatti unici, vista anche la quantità: il più famoso (meritatamente) è il sarmale, o meglio "le" sarmale, involtini di verza ripieni di carne macinata e riso, naturalmente serviti su un letto di polenta. Immancabile il peperoncino verde di accompagnamento, da non consumare con avventatezza! Nel menu non mancano poi altri piatti interessanti, dalle cosce di pollo al sugo piccante ad ogni tipo di carne alla griglia; anche i contorni sono robustissimi, a cominciare dal prelibato ragù di fagioli. Come dolce arriva poi una chicca: i papanasi, dolcissime ciambelline fritte a base di ricotta o formaggio, ricoperti da panna e frutti di bosco. Un'iniezione di zuccheri da non perdere! Il conto finale può apparire generoso, ma attenzione agli "accessori" (una bottiglia d'acqua costa fino a 5 euro!) e alle mance: nel complesso si possono raggiungere facilmente i 250 lei, circa 40 euro.
"In cibum speramus" è il benaugurante motto che compare sullo stemma del ristorante, e in effetti la speranza è ben riposta: i classici della cucina rumena sono tutti presenti, in copiose quantità, nell'ampio e variegato menu. Numerose le insalate e le zuppe (ciorba), tutte decisamente robuste, da quella di trippa - tipica e molto impegnativa - a quelle a base di agnello e manzo. Tra gli antipasti sono assolutamente da assaggiare le peculiari salsiccette di montone, non facili da trovare altrove: piccanti e saporite, accompagnate da robuste dosi di polenta (mamaliga). Più ordinarie, ma comunque interessanti, le polpette e il cascaval, formaggio a cubetti impanato e fritto. Si beve naturalmente birra, alla spina o in bottiglia, anche se il ristorante dispone di una vasta selezione di vini rumeni e internazionali.
Il meglio del menu viene ovviamente con quelli che possono essere considerati piatti unici, vista anche la quantità: il più famoso (meritatamente) è il sarmale, o meglio "le" sarmale, involtini di verza ripieni di carne macinata e riso, naturalmente serviti su un letto di polenta. Immancabile il peperoncino verde di accompagnamento, da non consumare con avventatezza! Nel menu non mancano poi altri piatti interessanti, dalle cosce di pollo al sugo piccante ad ogni tipo di carne alla griglia; anche i contorni sono robustissimi, a cominciare dal prelibato ragù di fagioli. Come dolce arriva poi una chicca: i papanasi, dolcissime ciambelline fritte a base di ricotta o formaggio, ricoperti da panna e frutti di bosco. Un'iniezione di zuccheri da non perdere! Il conto finale può apparire generoso, ma attenzione agli "accessori" (una bottiglia d'acqua costa fino a 5 euro!) e alle mance: nel complesso si possono raggiungere facilmente i 250 lei, circa 40 euro.
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