Pasazade Restaurant Hot
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Indirizzo
Via / piazza
Ibn-i Kemal Caddesi 5/A
Città
Istanbul
Regione
ESTERO
Stato estero
Turchia
Informazioni
Giorno di chiusura
nessuno
Orari
mezzogiorno e sera
Coperti
120
Prezzi
20-25 €
Carte di credito
Sì
Note
ATTENZIONE: Ci risulta che il ristorante abbia purtroppo cessato l'attività.
Contatti
Telefono
+90 212-5133750
Sito internet
E-mail
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Opinione autore
Pasazade Restaurant
2013-03-19 10:16:53
Locuste
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Recensione
Data di visita
Marzo 08, 2013
Recensione
Davvero una piacevole sorpresa questo ristorante nel pieno della zona monumentale di Istanbul: ci troviamo nel quartiere di Sirkeci, a due passi dal Topkapi e dalla Moschea Blu, e tutto lascia pensare al proliferare di “trappole per turisti” costose e approssimative, che in effetti abbondano nelle vicinanze. Per di più, il Pasazade è il ristorante di un albergo (o meglio, appartiene a una piccola catena alberghiera), categoria notoriamente a rischio-standardizzazione. Invece, niente di tutto questo: la proposta gastronomica è davvero interessante, ricalcata sulla cucina ottomana tradizionale ma con piacevoli varianti creative, abbordabile per qualsiasi palato ma senza rinunciare al tocco profumato e speziato che caratterizza il punto di passaggio tra due continenti. Il ristorante è diviso in due locali, uno con piccoli tavoli fino a 4 persone, l’altro per gruppi più numerosi: entrambe le sale sono sobrie, silenziose e modernamente arredate, in netto contrasto con le chiassose vetrine circostanti. Il resto lo fanno il servizio, cortese e puntuale (con l’immancabile nota di umorismo turco…) e i prezzi decisamente generosi, non superiori alle 50 lire turche – poco più di 20 euro – per un pasto completo.
Tra le altre caratteristiche atipiche, il Pasazade può contare anche su un’ampia varietà di piatti vegetariani, contrassegnati – per gli amanti del genere – da un apposito simbolo sul menu, e su richiesta anche di pietanze senza glutine. Diverse le alternative per quanto riguarda gli antipasti, alcuni dei quali sono in realtà veri e propri primi piatti: si segnalano soprattutto i manti, sorta di piccoli ravioli (è facile assistere alla preparazione, che in molti ristoranti del centro avviene direttamente in vetrina!) ripieni di carne di manzo e agnello e conditi con burro e salsa di pomodoro. Delicati e abbondanti, da provare. Tra le altre proposte il dolma (foglie di vite ripiene di carne e yogurt), l’arap tava (carne con spezie, peperoni e humus), il cacik, sostanzialmente la versione turca dello tzatziki greco, e una selezione di formaggi di pecora. Non mancano le insalate, prevalentemente a base di pomodori e cetrioli, e le zuppe di carne o vegetariane. È anche possibile optare per una selezione di 6 antipasti vegetariani al prezzo di 17 lire turche.
I piatti forti sono incentrati sulla carne, bovina, ovina o suina che sia: consigliatissimo l’hunkar begendi o Sultan’s Favorite, uno stufato di manzo preparato con spezie varie (cardamomo, timo, rosmarino) e servito con albicocche secche, mele, mandorle e una salsa affumicata a base di melanzane. Da leccarsi i baffi. Ottimi anche i Sultan’s chicken rolls, cosce di pollo ripiene di spinaci, pistacchio e formaggio; il classico kebab è qui servito sotto forma di polpette con yogurt e pita. Per variare un po’ c’è anche qualche piatto a base di pesce.
La vera sorpresa è comunque il vino: vasto l’assortimento di bottiglie internazionali, ma anche turche, a prezzi più che onesti – a differenza di quanto avviene altrove – e di qualità inaspettatamente elevata. L’Anfora delle cantine Pamukkale Wine, blend dei due vitigni locali Okuzgozu e Bogazkere, è un degno rappresentante di questa categoria.
Com’è ovvio, nel paese dei dolci, da non perdere i dessert: il muhallebi burmasi, sorta di pudding a base di latte ricoperto di cioccolato e pistacchio, dalla consistenza quasi collosa ma dal sapore celestiale. Oppure l’immancabile baklava, la sfoglia a più strati con miele e noci, accompagnata dal gelato. Si chiude con un bicchierino di tè da ustioni di terzo grado e le dolcissime gelatine offerte dalla casa.
Tra le altre caratteristiche atipiche, il Pasazade può contare anche su un’ampia varietà di piatti vegetariani, contrassegnati – per gli amanti del genere – da un apposito simbolo sul menu, e su richiesta anche di pietanze senza glutine. Diverse le alternative per quanto riguarda gli antipasti, alcuni dei quali sono in realtà veri e propri primi piatti: si segnalano soprattutto i manti, sorta di piccoli ravioli (è facile assistere alla preparazione, che in molti ristoranti del centro avviene direttamente in vetrina!) ripieni di carne di manzo e agnello e conditi con burro e salsa di pomodoro. Delicati e abbondanti, da provare. Tra le altre proposte il dolma (foglie di vite ripiene di carne e yogurt), l’arap tava (carne con spezie, peperoni e humus), il cacik, sostanzialmente la versione turca dello tzatziki greco, e una selezione di formaggi di pecora. Non mancano le insalate, prevalentemente a base di pomodori e cetrioli, e le zuppe di carne o vegetariane. È anche possibile optare per una selezione di 6 antipasti vegetariani al prezzo di 17 lire turche.
I piatti forti sono incentrati sulla carne, bovina, ovina o suina che sia: consigliatissimo l’hunkar begendi o Sultan’s Favorite, uno stufato di manzo preparato con spezie varie (cardamomo, timo, rosmarino) e servito con albicocche secche, mele, mandorle e una salsa affumicata a base di melanzane. Da leccarsi i baffi. Ottimi anche i Sultan’s chicken rolls, cosce di pollo ripiene di spinaci, pistacchio e formaggio; il classico kebab è qui servito sotto forma di polpette con yogurt e pita. Per variare un po’ c’è anche qualche piatto a base di pesce.
La vera sorpresa è comunque il vino: vasto l’assortimento di bottiglie internazionali, ma anche turche, a prezzi più che onesti – a differenza di quanto avviene altrove – e di qualità inaspettatamente elevata. L’Anfora delle cantine Pamukkale Wine, blend dei due vitigni locali Okuzgozu e Bogazkere, è un degno rappresentante di questa categoria.
Com’è ovvio, nel paese dei dolci, da non perdere i dessert: il muhallebi burmasi, sorta di pudding a base di latte ricoperto di cioccolato e pistacchio, dalla consistenza quasi collosa ma dal sapore celestiale. Oppure l’immancabile baklava, la sfoglia a più strati con miele e noci, accompagnata dal gelato. Si chiude con un bicchierino di tè da ustioni di terzo grado e le dolcissime gelatine offerte dalla casa.
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