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Il Magazzino
2016-03-14 15:45:33
Locuste
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Recensione
Data di visita
Marzo 07, 2016
Recensione
Più ancora della bistecca e della ribollita, la trippa è la vera anima della cucina tipica fiorentina, genuina e rustica tanto quanto appetitosa. La tradizione sopravvive in alcuni chioschi storici dispersi per la città, ma uno dei pochi a portarla in tavola in un ristorante con tutti i crismi è stato Luca Cai, che una decina di anni fa ha creato Il Magazzino: un'osteria-tripperia in cui i piatti caratteristici di Firenze sono reinterpretati con grande inventiva e originalità, rendendoli appetibili anche per gli stomaci più delicati. Piccolo e raccolto, dall'aspetto spartano, il ristorante si trova subito oltre Ponte Vecchio, in una zona ricchissima di locali e bar: l'estrema qualità dei piatti e i prezzi abbordabili lo rendono molto gettonato, e la prenotazione è indispensabile.
Basta scorrere il menu per rendersi conto che qui le interiora regnano sovrane: uno dei piatti che hanno reso famoso il locale è il "Susci del trippaio" (sic), in cui il pesce è sostituito dal lampredotto (ovviamente cotto!). Altro gustoso gioco di parole è quello dei "totani di bosco", ossia trippa fritta con pomodoro fresco. In alternativa, polpette di lampredotto, carpaccio di lingua e lo stuzzicante brie fritto con semi di sesamo; i prezzi degli antipasti vanno dai 5 ai 10 euro. Ben fornita la cantina, che comprende anche diversi vini toscani al calice tra cui un buon Chianti.
Anche nei primi piatti ricorre il leit motiv del locale: eccezionale la Chitarra del trippaio, spaghetti alla chitarra con ragù di lampredotto (10 euro), ma ispirano molto anche i ravioli di lampredotto con cipolle di Tropea e le chiocciole con fegatini di pollo; più delicati i pici al pesto di cavolo nero. Come secondo regna ovviamente la trippa alla fiorentina (10 euro), davvero favolosa, accompagnata da lampredotto bollito o con salsiccia e fagioli (12 euro); chi proprio non se la sentisse può virare sulla guancia di vitello con cipolline o sulla tagliata di manzo fritta. Dolci (5 euro) essenziali: torta al cioccolato, sfogliatina di mele, ottimi cantucci al vin santo.
Basta scorrere il menu per rendersi conto che qui le interiora regnano sovrane: uno dei piatti che hanno reso famoso il locale è il "Susci del trippaio" (sic), in cui il pesce è sostituito dal lampredotto (ovviamente cotto!). Altro gustoso gioco di parole è quello dei "totani di bosco", ossia trippa fritta con pomodoro fresco. In alternativa, polpette di lampredotto, carpaccio di lingua e lo stuzzicante brie fritto con semi di sesamo; i prezzi degli antipasti vanno dai 5 ai 10 euro. Ben fornita la cantina, che comprende anche diversi vini toscani al calice tra cui un buon Chianti.
Anche nei primi piatti ricorre il leit motiv del locale: eccezionale la Chitarra del trippaio, spaghetti alla chitarra con ragù di lampredotto (10 euro), ma ispirano molto anche i ravioli di lampredotto con cipolle di Tropea e le chiocciole con fegatini di pollo; più delicati i pici al pesto di cavolo nero. Come secondo regna ovviamente la trippa alla fiorentina (10 euro), davvero favolosa, accompagnata da lampredotto bollito o con salsiccia e fagioli (12 euro); chi proprio non se la sentisse può virare sulla guancia di vitello con cipolline o sulla tagliata di manzo fritta. Dolci (5 euro) essenziali: torta al cioccolato, sfogliatina di mele, ottimi cantucci al vin santo.
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