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Antica Osteria I 5 Campanili
2012-05-16 13:42:31
Locuste
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Recensione
Data di visita
Luglio 01, 2005
Recensione
Potremmo dilungarci in un resoconto dei numerosi riconoscimenti ottenuti da "I 5 Campanili", sottolineare l'adesione (dal 1995) all'Unione dei Ristoranti del Buon Ricordo, notare la rarità degli ingredienti e la ricercatezza delle preparazioni: non basterebbe. Perché una cena in questo appartato, ma ormai conosciutissimo ristorante di Busto Arsizio è un'esperienza che va al di là dei semplici confronti. Diciamo subito, a scanso di equivoci, che usciamo dal nostro target abituale per passare a un ristorante, se non di lusso, quantomeno di fascia elevata: un mondo a parte, con i suoi riti e le sue regole. Che però il locale non si limita ad accettare passivamente, ma rielabora e ripropone in altra veste.
L'arredamento inappuntabile e la cura quasi maniacale del servizio non sono, infatti, una semplice formalità, ma si accompagnano a una cucina tanto raffinata quanto creativa. Lo chef Antonio Pagani propone piatti che non rientrano in alcun canone e soprattutto non smette mai di sperimentare: negli anni la sua cucina ha cambiato volto, mescolandosi con la tradizione dei tanti paesi esotici visitati e beneficiando delle tante invenzioni personali. Il consiglio, se possibile, è quindi di non limitarsi ai pur eccellenti piatti della carta, ma affidarsi alla fantasia del gestore, che sa sempre ripagare.
Per dare un'idea (ma ribadiamo: sono piatti che forse non troverete mai più nel menu!), citiamo qualcuno dei delicati ma sostanziosi antipasti che abbiamo provato: il battuto di tonno rosso con verdure e aneto, la terrina di melanzane, carote e tonno, il tempura di calamari, carote e fagiolini. Tra i primi non possiamo non ricordare i paccheri con sugo di melanzane e polpette di salsiccia. Anche i dolci sono da sempre una specialità del ristorante. Cantina molto fornita e ricca di sorprese; noi abbiamo gustato un Brut André Gallois. Una sola avvertenza preliminare per chi decidesse di provare questo locale: le dosi sono piccole, ma le portate innumerevoli e tra una e l'altra può passare molto tempo. Ricordate che l'impazienza è nemica del gusto..
L'arredamento inappuntabile e la cura quasi maniacale del servizio non sono, infatti, una semplice formalità, ma si accompagnano a una cucina tanto raffinata quanto creativa. Lo chef Antonio Pagani propone piatti che non rientrano in alcun canone e soprattutto non smette mai di sperimentare: negli anni la sua cucina ha cambiato volto, mescolandosi con la tradizione dei tanti paesi esotici visitati e beneficiando delle tante invenzioni personali. Il consiglio, se possibile, è quindi di non limitarsi ai pur eccellenti piatti della carta, ma affidarsi alla fantasia del gestore, che sa sempre ripagare.
Per dare un'idea (ma ribadiamo: sono piatti che forse non troverete mai più nel menu!), citiamo qualcuno dei delicati ma sostanziosi antipasti che abbiamo provato: il battuto di tonno rosso con verdure e aneto, la terrina di melanzane, carote e tonno, il tempura di calamari, carote e fagiolini. Tra i primi non possiamo non ricordare i paccheri con sugo di melanzane e polpette di salsiccia. Anche i dolci sono da sempre una specialità del ristorante. Cantina molto fornita e ricca di sorprese; noi abbiamo gustato un Brut André Gallois. Una sola avvertenza preliminare per chi decidesse di provare questo locale: le dosi sono piccole, ma le portate innumerevoli e tra una e l'altra può passare molto tempo. Ricordate che l'impazienza è nemica del gusto..
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