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Ristorante Da Giuseppe
2012-05-21 15:38:48
Locuste
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Recensione
Data di visita
Novembre 01, 2010
Recensione
Disperso nelle nebbie della remota Val Curone, tra una serie di tornanti e i ruderi di un castello, il ristorante di Silvio Davico è però lontanissimo anche dall'idea di trattoria di paese evocata dal suo aspetto esteriore. Siamo di fronte a un vero e proprio ristorante con arredamenti ricercati, servizio impeccabile e prezzi piuttosto elevati (è vero che i 50 euro del menu comprendono tutto, dall'antipasto al vino, ma almeno la presenza di una lista sarebbe auspicabile). La qualità, però, è quella che ci si aspetta dai locali della zona, con un tocco in più: ingredienti tipici e genuini, con punte di eccellenza nella pasta fresca, nelle carni e nei dolci, preparazioni sempre accurate e per chiudere ogni discorso gli ottimi vini dell'azienda Pomodolce, di proprietà della stessa famiglia Davico.
Partiamo proprio dal vino da abbinare agli antipasti: il Timorasso Derthona, un bianco dall'ingannevole leggerezza (conta ben 14 gradi) e dal profumo incantevole. L'ideale per accompagnare la delicata girella di vitello con scaglie di tartufo e verdure, seguita poi dal più corposo salame nostrano, dai peperoni ripieni e dall'ottimo sformatino di zucca al formaggio (se si è fortunati, si può trovare anche quello di cardo). Si prosegue sulla stessa scia - bis a richiesta - anche con i primi: davvero da non perdere, nella stagione giusta, gli splendidi tagliolini ai funghi porcini. Più ordinari ma sostanziosi e abbondanti i classici agnolotti allo stufato.
Tra i secondi almeno due meritano un voto in più: il tenerissimo capretto al forno e il coniglio impanato, un'inconsueta "cotoletta" non fritta. Più che buono, comunque, anche il guanciale di manzo; il venerdì, come da tradizione, si gusta lo stoccafisso. Con i secondi naturalmente si può scegliere uno dei rossi proposti dalla casa: Rosso dei Colli Tortonesi, Barbera o l'ottimo Fontanino da uve Croatina. Il carrello dei dolci rende ardua la scelta: meglio provare tutto, dal tradizionale bonnet al semifreddo di torrone, dalle pesche sciroppate alla bavarese al caffè. Vince ogni concorrenza, però, la gustosa terrine di castagne. Per chiudere, passito di Moscato, grappe o amari. Il giovedì sera il ristorante ospita anche degustazioni di vini tortonesi.
Partiamo proprio dal vino da abbinare agli antipasti: il Timorasso Derthona, un bianco dall'ingannevole leggerezza (conta ben 14 gradi) e dal profumo incantevole. L'ideale per accompagnare la delicata girella di vitello con scaglie di tartufo e verdure, seguita poi dal più corposo salame nostrano, dai peperoni ripieni e dall'ottimo sformatino di zucca al formaggio (se si è fortunati, si può trovare anche quello di cardo). Si prosegue sulla stessa scia - bis a richiesta - anche con i primi: davvero da non perdere, nella stagione giusta, gli splendidi tagliolini ai funghi porcini. Più ordinari ma sostanziosi e abbondanti i classici agnolotti allo stufato.
Tra i secondi almeno due meritano un voto in più: il tenerissimo capretto al forno e il coniglio impanato, un'inconsueta "cotoletta" non fritta. Più che buono, comunque, anche il guanciale di manzo; il venerdì, come da tradizione, si gusta lo stoccafisso. Con i secondi naturalmente si può scegliere uno dei rossi proposti dalla casa: Rosso dei Colli Tortonesi, Barbera o l'ottimo Fontanino da uve Croatina. Il carrello dei dolci rende ardua la scelta: meglio provare tutto, dal tradizionale bonnet al semifreddo di torrone, dalle pesche sciroppate alla bavarese al caffè. Vince ogni concorrenza, però, la gustosa terrine di castagne. Per chiudere, passito di Moscato, grappe o amari. Il giovedì sera il ristorante ospita anche degustazioni di vini tortonesi.
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