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Mangiafuoco Bracerie
2012-05-23 20:06:37
Locuste
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Recensione
Data di visita
Settembre 10, 2004
Recensione
"Al Mangiafuoco ci si viene per mangiare". Più che una promessa è un avvertimento lanciato dal gestore Fabrizio Bianucci ai suoi numerosissimi clienti, ai quali viene pressantemente chiesto di non turbare con eccessivi rumori e schiamazzi la quiete della cena. Ovviamente non possiamo che essere in totale accordo: soprattutto se, come in questo caso, le qualità del ristorante sono tali da non lasciare spazio alle chiacchiere.
Il più importante motivo di vanto del locale è, come dice il nome, la brace su cui vengono preparati i piatti principali del menu: brace di pietra lavica dell'isola di Stromboli, per la precisione. Su di essa viene preparato ogni taglio di carne: dalla fiorentina alla groppona (antico taglio medievale toscano), dallo stinco al controfiletto fiesolano. E a completare il quadro delle carni non manca la tagliata in varie versioni: ottima quella alla crema di Chianti. Non ci sono primi, assenza compensata dai molti antipasti: salumi tipici toscani, finocchiona, crostini caldi e bruschette.
Il resto è di contorno al piatto forte, ma non si possono non citare le immancabili patatine fritte servite a volontà e, in chiusura, il limoncello della casa. La cantina non è fornitissima ma poco importa: è d'obbligo infatti accompagnare il pasto con il vino Rosso Mangiafuoco, prodotto appositamente per il locale e sufficientemente impegnativo per sostenere tutto il menu. Tutto perfetto, allora? Non proprio: ciò che colpisce negativamente, soprattutto in presenza di grandi gruppi, è la ristrettezza delle porzioni. E in casi come questi anche la scarsa quantità può diventare un handicap pesante.
Il più importante motivo di vanto del locale è, come dice il nome, la brace su cui vengono preparati i piatti principali del menu: brace di pietra lavica dell'isola di Stromboli, per la precisione. Su di essa viene preparato ogni taglio di carne: dalla fiorentina alla groppona (antico taglio medievale toscano), dallo stinco al controfiletto fiesolano. E a completare il quadro delle carni non manca la tagliata in varie versioni: ottima quella alla crema di Chianti. Non ci sono primi, assenza compensata dai molti antipasti: salumi tipici toscani, finocchiona, crostini caldi e bruschette.
Il resto è di contorno al piatto forte, ma non si possono non citare le immancabili patatine fritte servite a volontà e, in chiusura, il limoncello della casa. La cantina non è fornitissima ma poco importa: è d'obbligo infatti accompagnare il pasto con il vino Rosso Mangiafuoco, prodotto appositamente per il locale e sufficientemente impegnativo per sostenere tutto il menu. Tutto perfetto, allora? Non proprio: ciò che colpisce negativamente, soprattutto in presenza di grandi gruppi, è la ristrettezza delle porzioni. E in casi come questi anche la scarsa quantità può diventare un handicap pesante.
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