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Trattoria Righini
 
Trattoria Righini 2012-05-24 22:01:03 Locuste
Voto medio 
 
8.4
Qualità 
 
8.5
Quantità 
 
10.0
Servizio 
 
9.0
Prezzo 
 
6.0
Opinione inserita da Locuste    24 Mag, 2012
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Recensione

Data di visita
Marzo 28, 2009
Recensione
Quando non vengono dalle Locuste, i consigli gastronomici vanno sempre presi con le molle. Ma alle descrizioni di abbuffate straordinarie e calderoni stracolmi, che da anni accompagnavano nel racconto il nome della trattoria Righini, non potevamo certo restare sordi. E finalmente possiamo confermarlo: i toni epici utilizzati per le tante descrizioni che avevamo ascoltato erano ben meritati, perché qualcosa di mitologico questo ristorante ce l'ha. Forse l'infinita abbondanza (di ogni portata si può chiedere il bis, per non parlare del vino), forse la genuinità dei piatti e degli ingredienti, forse i gesti quasi rituali dell'anziana sciura - ci piace definirla così, senza il minimo intento dispregiativo - che serve la polenta direttamente dal pentolone. Fatto sta che una cena da queste parti, ammesso che ci si prenda tutto il tempo necessario, non si dimentica facilmente.

Il menu è uguale per tutti e ha subìto pochissime varianti negli anni. Per tradizione si comincia con un aperitivo che si può gustare al banco nella sala d'ingresso o direttamente da seduti. Il protagonista è sempre lo stesso: l'eccezionale raspadüra della casa accompagnata da un lardo altrettanto gustoso. Chi non fosse ancora arrivato al tavolo, ci troverà una lieta sorpresa: bottiglie di bianco e rosso della casa prodotte appositamente per il ristorante sui colli di San Colombano. L'ideale per approcciare la lunga teoria degli antipasti: cotechino, salumi vari (crudo, pancetta, salame), carne cruda con salsa verde, frittate, sottaceti e le stuzzicanti polpettine fritte. Ma il bello deve ancora arrivare.

I primi serviti a tavola sono ben quattro e, ripetiamo, tutti in quantità virtualmente infinita (ma se si vuole arrivare alla fine è meglio non esagerare). Due varietà di ravioli - alle erbe e al brasato - seguite dal risotto ai funghi e dalle splendide pennette del cacciatore con selvaggina, le migliori del lotto. I secondi, semplici ma riuscitissimi, non sono da meno: ecco apparire, in rapida successione, arrosto di vitello, cinghiale, codone di manzo, la saporitissima anatra e la coniglia all'aceto (rigorosamente femmina). Il tempo di un sorbetto all'ananas e si ricomincia con il piatto principe della casa: la polenta per l'appunto, servita con contorno di fichi, castagne, funghi, lumache e gorgonzola. Prima di raggiungere faticosamente l'uscita c'è ancora una tappa: il dolce, buonissimo pan di spagna con cioccolata calda, mascarpone e gelato alla crema, accompagnato per fortuna da un robustissimo bottiglione di grappa che darà un indispensabile aiuto alla digestione...
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