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Ai Giardini Paprika & Cannella
2013-11-13 22:01:11
Locuste
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Opinione inserita da Locuste 13 Novembre, 2013
Ultimo aggiornamento: 13 Novembre, 2013
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Ultimo aggiornamento: 13 Novembre, 2013
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Recensione
Data di visita
Novembre 07, 2013
Recensione
Contasse solo la prima impressione, il ristorante Ai Giardini non se la caverebbe benissimo. All'esterno un'aria da night club e un nome troppo arzigogolato (nel precedente letterario l'abbinamento con il garofano era decisamente più appropriato...), all'interno spazi enormi e un arredamento tanto ricercato da risultare ridondante. Ma Milano è piena di sorprese, qualche volta anche in positivo: si scopre così che questo è un ristorante "di sangue blu", con radici illustri nella carriera dei due gestori e delle loro famiglie. Davide, in particolare, è di origini sarde ma di scuola piemontese - se anche non lo raccontasse lui stesso, si capirebbe dall'accento e da alcuni piatti dal menu - e da oltre vent'anni lavora nel capoluogo lombardo: da questo ardito mix nasce una cucina eterogenea, del tutto slegata dal territorio ma capace di alcuni lampi di grande qualità. Particolarmente curati il servizio e la carta dei vini, prezzo alto ma non oltre le attese.
Dopo questo preambolo un'altra doverosa premessa: abbiamo testato il locale durante la Milano Restaurant Week, dunque con un menu ridotto nell'assortimento e negli ingredienti. Ciò non ci ha impedito di apprezzare, tra gli antipasti, le delicate puntarelle con alici e mozzarella di bufala, la classica parmigiana di melanzane o quella - più originale ma ormai "sdoganata" - di pesce spada. Semplici ma davvero eccellenti alcuni primi, come la pasta alla Norma o il risotto al salto con funghi porcini. La carta prevede invece (tra i 9 e i 14 euro) vere prelibatezze isolane tra cui i culurgionis con pomodori Pachino, parmigiano e basilico, o le lorighittas (pasta tipica dell'oristanese) con aragostelle; in alternativa, tagliolini ai funghi o paccheri napoletani al ragù di filetto. Un appunto: in alcuni casi la salatura dei condimenti risulta eccessiva.
Il menu, come si può notare, è enciclopedico e ha il solo torto di non presentare un piatto forte: tra i secondi, per esempio, si spazia dal filetto di tonno al sesamo al branzino alla vernaccia, dalla fiorentina alle costine d'agnello impanate al pistacchio (18-22 euro). Interessanti l'essenziale pesce spada alla messinese (con pomodori, cipolla, capperi e olive) e i moscardini alla luciana. Come contorno consigliatissime le patate fritte "lamellari", mentre le dolcissime caramelle di pasta sfoglia al mascarpone devono lasciare il giusto spazio per i dolcetti serviti con il caffè. Capitolo a parte merita come detto la cantina, rifornita da tutte le regioni con qualche chicca come il raro Torbato spumante della Sella & Mosca. Tra le altre proposte citiamo, per rapporto qualità-prezzo, l'ottimo Refiano delle cantine Cavalier Pepe.
Adiacente al ristorante, un omonimo bistrot con piatti più economici si propone come valida alternativa per la pausa pranzo.
Dopo questo preambolo un'altra doverosa premessa: abbiamo testato il locale durante la Milano Restaurant Week, dunque con un menu ridotto nell'assortimento e negli ingredienti. Ciò non ci ha impedito di apprezzare, tra gli antipasti, le delicate puntarelle con alici e mozzarella di bufala, la classica parmigiana di melanzane o quella - più originale ma ormai "sdoganata" - di pesce spada. Semplici ma davvero eccellenti alcuni primi, come la pasta alla Norma o il risotto al salto con funghi porcini. La carta prevede invece (tra i 9 e i 14 euro) vere prelibatezze isolane tra cui i culurgionis con pomodori Pachino, parmigiano e basilico, o le lorighittas (pasta tipica dell'oristanese) con aragostelle; in alternativa, tagliolini ai funghi o paccheri napoletani al ragù di filetto. Un appunto: in alcuni casi la salatura dei condimenti risulta eccessiva.
Il menu, come si può notare, è enciclopedico e ha il solo torto di non presentare un piatto forte: tra i secondi, per esempio, si spazia dal filetto di tonno al sesamo al branzino alla vernaccia, dalla fiorentina alle costine d'agnello impanate al pistacchio (18-22 euro). Interessanti l'essenziale pesce spada alla messinese (con pomodori, cipolla, capperi e olive) e i moscardini alla luciana. Come contorno consigliatissime le patate fritte "lamellari", mentre le dolcissime caramelle di pasta sfoglia al mascarpone devono lasciare il giusto spazio per i dolcetti serviti con il caffè. Capitolo a parte merita come detto la cantina, rifornita da tutte le regioni con qualche chicca come il raro Torbato spumante della Sella & Mosca. Tra le altre proposte citiamo, per rapporto qualità-prezzo, l'ottimo Refiano delle cantine Cavalier Pepe.
Adiacente al ristorante, un omonimo bistrot con piatti più economici si propone come valida alternativa per la pausa pranzo.
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