Recensione
Premettiamo che il ristorante è stato visitato nel corso dell'annuale Rassegna Gastronomica del Lodigiano, con un menu appositamente studiato per l'occasione. Da rivedere dunque in condizioni "normali", ma sarebbe una revisione piacevole perché il locale, ampio ed accogliente, si è dimostrato capace di conciliare la tradizione con l'ottima qualità. Fin dall'insegna la cucina promette sontuosi pranzi a base di selvaggina, dall'anatra alla lepre, accompagnate magari da polenta in quantità. Il tutto a prezzi piuttosto abbordabili e in una posizione comoda, facilmente raggiungibile anche da Milano.
Ma veniamo al menu della Rassegna che prende il via con la principale specialità locale: la raspadüra di grana lodigiano, davvero immancabile nella zona. Si prosegue con un ricco piatto di salumi: coppa, lardo agli aromi, salame crudo. Da gustare anche le tipiche rane "imburaciade" e la frittatina con salsiccia e porri; un assaggio di cotechino e salamella calda chiude il quadro degli antipasti che rimangono la nota più lieta della serata. Antipasti da accompagnare naturalmente con uno o più bicchieri del verace Sancolombano della casa.
Due i primi presentati dal ristorante: ottimi gli gnocchetti di patate e spinaci ai formaggi e noci, peccato solo per il condimento un po' scarso. Meno originali, benchè fatti in casa, i ravioli al burro e salvia con stracotto di scottona. La polenta accompagna poi due secondi: oca di cascina in umido (solo per gli amanti del genere) e rosticciata con lombo, salsiccia, cipolle e mele, dal sapore delicato e per nulla banale. L'unico inconveniente è l'abbondanza delle porzioni, non del tutto soddisfacente. Si chiude infine con il dolce: ciambella rustica con crema di cioccolata calda, all'altezza del resto.