Recensione
Una bella mangiata non ha colore politico. Lo diciamo subito perché chi entra al Carroccio sappia già cosa aspettarsi: esattamente quello che il nome fa intuire. Tra profusioni di bandiere, stendardi e manifesti in cui il verde la fa indubbiamente da padrone, non mancano neppure i fucili di bossiana memoria, per fortuna saldamente appesi alla parete e usati - speriamo - soltanto per la selvaggina. Folklore "padano" a parte, però, l'aspetto di questo magnifico cascinale ristrutturato, con tanto di bel giardino esterno, suscita un mormorio di ammirazione. E lo stesso stupore è destato dai prezzi, vero punto di forza del locale: soltanto 23 euro per un menu davvero faraonico, non solo per la presenza dell'omonimo volatile.
Se la cifra non vi impressiona, sappiate che il menu in questione comprende la bellezza di 3 primi e 4 secondi, oltre ad antipasto, dolce, caffè, amaro e vino a volontà: la soluzione ideale, insomma, per chi non si vuole porre limiti di... capienza (e di tempo). Non altrettanto soddisfacente la qualità dei piatti, talvolta approssimativa, se si eccettuano i "superclassici" della cucina locale.
L'antipasto va per le spicce: affettati senza infamia e senza lode (salame, pancetta, mortadella e speck), fagioli, cetrioli sottaceto, acciughe e pomodorini sott'olio, da assaggiare con il tipico pane al rosmarino. Il vino rosso della casa, a dispetto delle bottiglie pregiate alle pareti, è appena sopra la soglia di bevibilità; un po' meglio il bianco.
Nel tris di primi che segue a stretto giro di posta, soprattutto uno è convincente: i tradizionali casoncelli alla bergamasca con pancetta e abbondante burro. Discreto il risotto ai funghi (chiodini), poco riusciti i fusilli al pesto di rucola. I secondi arrivano con accompagnamento di polenta taragna: apprezzabili il cervo in agrodolce e il coniglio a rosmarino, un po' troppo asciutto l'arrosto di faraona. I bocconcini con patate e piselli non sono indimenticabili. Dopo questo bombardamento di cibo, se c'è ancora spazio per il dolce, ecco il salame di cioccolato e la torta della casa. Seguono il caffè e l'amaro alle erbe o la grappa bianca, anche se con un piccolo sovrapprezzo (3 euro) è possibile scegliere una delle grappe dalla fornita vetrinetta dei liquori (sottochiave!).