Recensione
Se l'accoglienza conta, e conta, la Taverna degli Amici parte decisamente in pole position: nelle cinque sale allestite da Ernesto, ristoratore di origini calabresi trasferitosi ormai da decenni a Milano, sono un capolavoro di atmosfera e convivialità. Sarà merito delle deliziose decorazioni alle pareti o delle centinaia di bottiglie che si affacciano in ogni angolo, solo un assaggio della fornitissima cantina; fatto sta che entrando nel locale di via Spartaco ci si sente davvero a casa. I prezzi alla carta sono un po' meno amichevoli (ci si attesta tra i 40 e i 50 euro) ma il ristorante può contare sulle offerte speciali che hanno fatto la sua fortuna: 35 euro per un menu completo dal primo al dolce, vino compreso, a patto che non si scelgano secondi piatti troppo onerosi. La qualità, purtroppo, è altalenante e non sempre all'altezza della presentazione.
Ampia offerta alla carta per quanto riguarda gli antipasti: dominano gli affettati di ogni tipo, da quelli toscani (coppa, salame toscano, finocchiona) ai classici lardo di Arnad o di Colonnata, per proseguire con specialità "etniche" come il chorizo iberico o il jamon serrano. Meno sfizioso, ma altrettanto ricco, il piatto di salumi misti previsto dal menu fisso. I primi piatti sono un po' lasciati in disparte ma presentano comunque qualche proposta stuzzicante, come le linguine alla 'nduja o i curiosi paccheri con parmigiana di melanzane. Non mancano piatti più rustici: pasta e fagioli e purè di fave e cicorie. Invitanti, ma non del tutto riuscite le linguine fave, guanciale e pecorino: il condimento risulta un po' secco e poco amalgamato.
La vera specialità della casa è la carne, e in questo campo il ristorante ha davvero poco da invidiare ai concorrenti più ambiziosi: c'è davvero di tutto, dalla semplice salamella alla fiorentina scozzese da 1100 g, passando per carrè di maiale, arrosticini di pecora, controfiletto, il tutto con materie prime bavaresi, irlandesi o statunitensi. Non convincono del tutto la costata di cavallo e il petto d'anatra alla brace (decisamente poco cotto). Contorni classici di verdure: patate al forno, broccoli o cime di rapa saltate in padella. Interessante il misto di formaggi italiani e francesi, anche abbinati con mostarde, miele e confetture. Tra i dolci merita un plauso la torta alle tre creme. Davvero sorprendente la cantina, che presenta alcune bottiglie di estremo pregio.