Recensione
La "vela latina" è un tipo di velatura storica, riscoperta negli ultimi anni a partire dal paese di Stintino e a tutt'oggi protagonista di una serie di regate internazionali. Ma è anche uno dei tanti ristoranti tipici che punteggiano il centro storico di Sassari (tra cui si segnala la nota trattoria "Da Antonio" nella vicina via Arborea). Forse quello dalla vita più breve, dal momento che l'inaugurazione risale a pochi anni orsono, ma non per questo il meno attraente: la cucina del locale di Francesco Fois abbina infatti tutti i piatti più tradizionali della gastronomia sassarese, a prezzi abbordabili anche se non bassissimi, a preparazioni di mare di ottima qualità e con qualche tocco di fantasia che non guasta.
Nell'ampia proposta del menu meritano senza dubbio un assaggio gli antipasti di mare: cozze alla marinara, insalata di polpo e patate, pesce spada affumicato, l'ottima pescatrice ai pomodorini e rucola. Posti d'onore meritano gli originali carciofi alla bottarga di muggine e le scenografiche banderillas di calamari, gamberi e zucchine. Il resto della lista non si concentra necessariamente sul pesce, ma è un peccato perdere l'occasione di veder arrivare in tavola gli spaghetti vongole e bottarga, o gli spaghetti ai gamberi, in un ricco piatto a forma di barca... Meno convincente il risotto alla pescatora. Non mancano piatti di terra come i rigatoni pomodorini e ricotta mustia, più legati ai sapori della tradizione contadina.
Anche per quanto riguarda i secondi si può continuare con le proposte di mare: orata, spigola, oppure un abbondantissimo fritto misto con triglie, zerri e calamari. È però nei piatti di terra che si ritrova l'essenza della vera cucina sassarese: le monzette* aglio e olio e i lumaconi piccanti sono gioielli da provare, la fettina di cavallo o di asinello è quanto di più caratteristico si possa offrire in città, specie se accompagnata da un contorno di melanzane. Tra i dolci brillano come sempre le seadas, ma la millefoglie con crema pasticciera e la zuppa inglese hanno le loro carte da giocare. Tra i vini bianchi si consiglia l'inconsueto Nuragus Salnico delle cantine Pala, mentre nel campo dei rossi c'è solo l'imbarazzo della scelta: il Karana, originale Nebbiolo dei Colli del Limbara (Cantina Sociale di Gallura), esce dai sentieri più calcati. Si chiude con un mirto e con la consapevolezza di aver visitato un buon ristorante, anche se forse di fascia troppo elevata in rapporto al tipo di offerta culinaria.
*Le monzette sono grosse lumache cucinate arrosto o trifolate; il nome, che significa "piccole monache", deriva dal loro caratteristico colore bianco e nero