Recensione
Chi guarda con scetticismo alla retorica della genuinità e della tradizione, chi non riesce proprio a vedere nulla di speciale nell'atmosfera di una vecchia osteria, i teorici dell'innovazione a tutti i costi e quelli dell' "un posto vale l'altro": tutti costoro, ma anche gli altri, dovrebbero fare almeno una volta nella vita un salto alla trattoria I Valenza. Preferibilmente a pranzo, quando ai tavoli in legno con tovaglie a quadri - l'arredamento è immutato rispetto all'apertura, 31 anni fa - si presentano soltanto clienti abituali e naturalmente i gestori stessi. Personaggi d'altri tempi, che varrebbe la pena conoscere anche solo per ascoltare le loro storie e il modo in cui le raccontano. Ma poi c'è la cucina: casalinga nel vero senso della parola, perfetta negli ingredienti e nella preparazione, vera testimonianza di un modo di intendere l'alimentazione che purtroppo è sempre più raro incontrare.
Intorno al locale c'è il poco raccomandabile quartiere di Borgo Dora, una sorta di suk in buona parte abbandonato al degrado dove al massimo, se si è fortunati, ci si può concedere un kebab. Ma una volta varcata la porta della trattoria si torna indietro del tempo, e non è solo un abusato modo di dire: accenti, gesti, confidenze e naturalmente piatti e sapori sono davvero quelli di anni orsono. D'accordo, non a tutti capiterà in sorte di poter assaggiare una porzione delle splendide lasagne cucinate dalla signora Giuditta per i familiari, ma ci si potrà largamente rifare con l'ottima pasta e fagioli, gli gnocchi e le penne al ragù, al burro e salvia o alla ligure. A cena c'è spazio anche per preparazioni più elaborate come gli agnolotti e i tajarin. Il tutto accompagnato da una buona dose di rosso della casa: il vino sfuso, qui, è quasi meglio di quello in bottiglia.
Siamo partiti dai primi ma, in realtà, si può cominciare il pasto con qualche assaggio di acciughe al verde, salumi, insalata russa o addirittura peperoni con bagna caoda, roba forte com'è d'uso da queste parti. Anche i secondi non sgarrano di un millimetro dalla tradizione: spettacolare il bollito misto con la salsa verde della casa, poi trippa, braciole, frittata, brasato, cotoletta alla milanese e se è la giornata giusta anche coniglio. Da non perdere anche i contorni come le splendide coste all'olio, oppure patate fritte (naturalmente fatte in casa) e insalata. Pochi i dolci - panna cotta soprattutto - mentre non va saltato il caffè corretto con grappa e una scorza di limone. Perfetto anche il sorbetto al limone e mirto offerto dalla casa. A pranzo è difficile superare i 20 euro per un menu completo, la sera i prezzi sono un po' più elevati, ma comunque vada ringrazierete di essere entrati...