Stampa

Cavallette e locuste

CLASSIFICAZIONE

Le cavallette appartengono all'ordine degli Ortotteri (dal greco "ali diritte"), che è incluso nella classe degli insetti. Gli insetti appartenenti a tale ordine sono caratterizzati da arti posteriori lunghi e adatti al salto, apparato boccale masticatore e organi stridulatori. Ne fanno parte circa 20.000 specie tra cavallette, locuste e grilli.
L’ordine degli Ortotteri è suddiviso in due sottordini: quello degli Ensiferi e quello dei Celiferi.
Il sottordine degli Ensiferi (“portatori di ensa o spada”) comprende le famiglie dei Grillidi, Grillotalpidi e Tettigonidi: tali insetti sono caratterizzati da antenne lunghe e sottili, un ovopositore prominente e organi stridulatori posti alla base del primo paio di ali.
Il sottordine dei Celiferi si distingue per le antenne più corte e robuste, un ovopositore breve e organi stridulatori posti sul femore delle zampe anteriori.
Con il termine cavalletta generalmente si indicano tutti gli insetti ortotteri alati, con gli arti posteriori atti al salto.
In particolare, esso include i membri delle famiglie Tettigonidi (sottordine Ensiferi, cavallette verdi), Tetrigidi (sottordine Celiferi, cavallette nane) e Acrididi (sottordine Celiferi, cavallette migratrici, più propriamente dette locuste).

Le cavallette verdi hanno antenne rivolte all'indietro, che si estendono oltre l'estremità posteriore del corpo; le femmine, dotate di un ovopositore a forma di spada (da cui il nome del sottordine degli ensiferi, a cui le cavallette verdi appartengono), solitamente depongono le uova nel terreno o in fessure della corteccia degli alberi. La comune cavalletta verde è classificata come Tettigonia viridissima.
Le cavallette nane sono le specie di più piccole dimensioni; le si riconosce per lo scudo dorsale (pronoto) molto allungato. Tra le specie più diffuse si cita la Paratettix meridionalis.
Le cavallette migratrici, o locuste propriamente dette, sono invece caratterizzate dalla possibilità di migrare in caso di sovrappopolazione e dalla presenza di antenne brevi.
Le cavallette che popolano il nostro territorio appartengono, per la quasi totalità, alla specie Calliptamus Italicus o grillastro italiano. Si tratta di un insetto Ortottero tipico del bacino del Mediterraneo, diffuso in Nord Africa, Spagna, Italia, Europa orientale e in vaste zone asiatiche. Gli adulti sono di colore grigio o bruno con ali rosate e presentano un accentuato dimorfismo sessuale: il maschio raggiunge una lunghezza di 13-26 mm e la femmina di 21-36 mm. Le forme giovanili (neanidi) sono biancastre appena nate, diventano scure in poco tempo e attraverso più mute raggiungono lo stadio adulto in 40-50 giorni.
Lo sviluppo dal primo stadio larvale alla forma adulta avviene attraverso una metamorfosi di tipo incompleto: questo significa che le forme giovanili, appena uscite dall'uovo, hanno già l'aspetto dell'insetto adulto, salvo che per le dimensioni ridotte e per l'assenza di ali.
Per raggiungere le dimensioni d’un adulto, la ninfa deve compiere 5-6 mute, liberandosi del vecchio esoscheletro che riveste il suo corpo ma che non può crescere, e sostituendolo con uno più grande.
Altre specie di cavallette presenti in Italia sono: Anacrydium aegyptium, di colore grigio dal comportamento solitario e non dannosa alle colture; Dociostaurus maroccanus, di colore bruno, presente nel sud Italia; Tettigonia viridissima e Dectigus verrucivorus, specie di maggiori dimensioni e di colore verde; meno frequente è l’Oedipoda coerulescens, simile al Calliptamus Italicus, ma di colore grigio con ali azzurre.

CARATTERISTICHE FISICHE

Generalmente le cavallette sono di colore verde, ma ne esistono varianti dal giallo al nero.
Come in tutti gli insetti, il corpo della cavalletta è suddiviso in tre regioni: capo, torace e addome.
Sul capo triangolare sono presenti due lunghe antenne e ai lati di esso sono collocati due grandi occhi neri sporgenti. Gli occhi sono formati da tanti piccoli occhi, ciascuno dei quali cattura una parte dell’oggetto osservato per ricostruire successivamente l'immagine.
Le antenne sono utili per orientarsi nell’ambiente e per avvertire la presenza di predatori che si trovino anche molto lontani; esse sono inoltre sensibili al calore ed all’umidità e vengono usate per annusare e per gustare.
Il torace risulta dorsalmente protetto da una porzione espansa dell'esoscheletro, chiamata pronoto.
Le ali anteriori coprono il secondo paio di ali ripiegate a ventaglio e a riposo sotto di esse: il primo paio è coriaceo, il secondo membranoso. Delle due paia di ali, il primo è modificato in elitre con funzione protettiva mentre il secondo è adatto al volo. In alcune specie, in particolare in quelle tropicali, le ali non sono funzionali, mentre in quelle migratorie permettono voli anche prolungati, alla velocità di circa 20 km/h.
Come tutti gli insetti, le cavallette hanno sei zampe, ognuna suddivisa in quattro parti principali. Il terzo paio di zampe è particolarmente sviluppato e consente loro di fare ampi salti nell’aria.
Gli arti possono anche ospitare gli organi dell'udito e della produzione di suoni. Gli organi dell'udito presentano membrane timpaniche circolari e trasparenti, situate sull'addome o sugli arti posteriori.
I maschi possiedono organi stridulatori sulla superficie interna dei lunghi femori delle zampe posteriori o alla base del primo paio di ali; per strofinio contro altre parti del corpo, questi organi producono suoni caratteristici, diversi da specie a specie.

COMPORTAMENTO

Le cavallette compiono una sola generazione l’anno. Le neanidi nascono scalarmente dalla fine di maggio alla fine di luglio, in funzione dell’altitudine e dell’esposizione. I primi adulti compaiono in luglio e si spostano in volo per brevi distanze. L’ovideposizione inizia in agosto in aree circoscritte, dette grillare, caratterizzate da terreni incolti, compatti, esposti a sud e dotati di pendenza, quindi meno soggetti a ristagni idrici. Le uova sono deposte in un numero variabile da 25 a 55, all’interno di una ooteca (o cannello), sono sovrapposte le une alle altre ed incollate da un secreto spugnoso. Ogni ooteca viene inserita all’interno di un foro prodotto nel terreno dalla femmina alla profondità di 3-4 cm.
Le femmine di locusta depongono le uova in autunno, all'interno di buchi scavati nel terreno con l'estremità dell'addome; le uova si schiudono in primavera e gli individui giovani raggiungono la maturità in luglio o agosto. Specie normalmente non migratrici, possono diventare tali per necessità, ad esempio in caso di sovrappopolazione. In questo caso, prima della migrazione vanno incontro a profondi cambiamenti nella morfologia e nell'anatomia esterna. La più comune specie di locusta è la Locusta migratoria.
Gli ortotteri sono noti per la capacità di produrre suoni di tonalità e ritmi distinti, attraverso lo strofinio degli appositi organi stridulatori. Tale abilità è una prerogativa dei maschi, che se ne servono per attirare le femmine.
Uno dei fenomeni più interessanti di questi insetti, sia dal punto di vista biologico che applicativo, è quello del gregarismo che porta alla formazione di orde migratrici costituite da un numero sterminato di individui.
Le cavallette si rinvengono negli ambienti più disparati, dal livello del mare fino a quote molto elevate. L'alimentazione è molto varia e per alcuni è rappresentata unicamente da vegetali; in realtà una buona parte di esse si nutre sia di vegetali che di resti animali; qualche gruppo è decisamente carnivoro.

A cura di Alessandro Nebuloni
Primo Consigliere


Fonti:
www.storianaturale.org/v-insetti-cavallette.htm
it.wikipedia.org/wiki/Cavallette
www.carcuro.com/cavallette.htm
www.stuard.it
www.lucianabartolini.net/pagina_grilli.htm
Stampa

Nota legale

I diritti d'autore su nomi, testi, immagini e grafiche presenti nel sito appartengono ai rispettivi autori o a chi ne è detentore. È vietata la riproduzione in tutto o in parte, nonché la diffusione dei contenuti del sito, salvo autorizzazione scritta da parte degli autori.
Le immagini o i testi soggetti a copyright sono utilizzati a semplice titolo di citazione. Qualora i proprietari dei rispettivi diritti d'autore ritenessero di essere stati danneggiati dalla pubblicazione di testi o immagini, potranno rivolgersi agli indirizzi presenti nella sezione "Contatti" per chiedere che il materiale venga eliminato.
Ai sensi del DL n.196/2003 in materia di protezione dei dati personali, è vietato l'utilizzo di indirizzi e-mail o dati personali presenti nel sito a scopo di inserimento in banche dati di qualunque genere, senza il consenso dell'interessato.
Stampa

Jiro Taniguchi e Masayuki Qusumi

Apprezzatissimo autore di manga nato a Tottori (Giappone) il 4 agosto 1947, Jiro Taniguchi scrive e disegna fumetti dal 1970, affrontando i temi e gli stili più svariati. Premiato con numerosi riconoscimenti dagli esperti del settore, Taniguchi è uno dei più importanti fumettisti dell'estremo Oriente. Di Masayuki Qusumi, invece, non sappiamo assolutamente nulla. Ma entrambi meritano a pieno titolo la citazione nel nostro sito per aver, rispettivamente, illustrato e scritto il manga Gourmet.

Cos'è Gourmet? La trama è tanto semplice da risultare quasi inconsistente: il protagonista Goro Inogashira, impiegato in una ditta di import/export, è costretto dal suo lavoro a viaggiare in lungo e in largo per il Giappone. Ma Goro, oltre che un viaggiatore, è anche un amante della buona cucina (una Locusta, in poche parole) e dunque sceglie con meticolosa cura i luoghi dove femarsi a mangiare. E di questi luoghi, come dei pasti consumati da Goro, il manga ci offre una meticolosa descrizione: descrizione tanto particolareggiata da arrivare a farci percepire odori, sapori e sensazioni attraverso la carta. Certo, per il pubblico italiano è difficile identificarsi in chi assapora piatti e alimenti così distanti dalla cultura occidentale. Ma il fumetto riesce comunque a restituire la "filosofia del mangiare" che anima il solitario protagonista.

Nei diciotto racconti che compongono il volume, pubblicato recentemente nel nostro paese, c'è dunque una panoramica pressochè completa dei diversi modi di mangiare, e di amare il cibo, in Giappone. E il protagonista ha un'altra caratteristica (non da poco) che lo accomuna con le Locuste: mangia molto, molto abbondantemente. Un elemento che, inevitabilmente, aggiunge ulteriore fascino all'opera.
Stampa

Homer J.Simpson

Da tutti conosciuto come voracissimo mangiatore senza troppo criterio, oltre che instancabile bevitore di birra Duff, Homer Simpson (protagonista dell'omonima e "stramitica" serie animata di Matt Groening) è stato anche, in un certo periodo della sua vita, un critico gastronomico. Accade per la precisione nell'episodio "Indovina chi viene a criticare?", in cui Homer capita per caso nella redazione del giornale proprio nel momento in cui il vecchio critico sta andando in pensione, e si appropria senza colpo ferire dell'incarico dopo essersi sbafato tutto il buffet d'addio.

La totale inettitudine alla scrittura di Homer viene brillantemente superata (è la figlia Lisa a scrivere gli articoli per lui), e in breve tempo la sua fama come critico inizia a lievitare, tanto che i migliori ristoranti della città offrono da mangiare gratuitamente a tutta la famiglia. C'è però un problema: essendo Homer notoriamente di bocca buona, tutte le sue recensioni sono entusiastiche, comprese quelle dei fast food e del cibo per cani. I colleghi del giornale, esasperati da questo stato di cose, esigono che Homer diventi più "cattivo" nei suoi giudizi.

Da quel momento Homer si trasforma in un critico severissimo e incontentabile: le sue stroncature sono talmente feroci che anche Lisa decide di abbandonare il padre al suo destino. Persino le bistecche della moglie Marge cadono sotto i colpi del critico marito. Ma i ristoratori giurano vendetta e architettano un piano diabolico per eliminare Homer, nel corso del "Festival del Gusto di Springfield", per mezzo di un letale bignè farcito...
Per fortuna tutto si risolve per il meglio, grazie all'indistruttibile stomaco di Homer, che abbandona immediatamente il suo incarico e torna alle sue abitudini di mangiatore folle.

Sotto, altre immagini di questo memorabile episodio:

Stampa

Le grandi Locuste

Una cosa va messa subito in chiaro: la vocazione delle Locuste è totalmente spontanea e originale. Non siamo emuli né imitatori di nessuno, anche se è difficile crederlo, in un momento in cui il cibo è diventato un argomento passe-partout preso a prestito da chiunque per riempirsi la bocca (di parole), anche a sproposito, in qualunque contesto.

Ma l'orgoglio di essere Locuste non ci impedisce di guardarci indietro e riconoscere che molti hanno percorso in passato la nostra stessa strada, dimostrando di saper apprezzare come e più di noi le abbuffate pantagrueliche (vedi immagine a lato) così come la cucina di buona qualità. Davanti a questi esempi ci inchiniamo, prendendoli come modelli per continuare il nostro "strano" percorso: la conoscenza della nostra storia è il modo migliore per costruire il futuro.

Ecco quindi una rassegna, provvisoria e in continuo aggiornamento, delle grandi Locuste della letteratura, del cinema, dei fumetti e, perché no, della realtà di tutti i giorni.

HOMER J.SIMPSON
JIRO TANIGUCHI E MASAYUKI QUSUMI
OBELIX
EMILE ZOLA
INVESTIGATORI IN CUCINA:
Maigret, Carvalho, Montalbano
FABRIZIO DE ANDRE'

Ricerca rapida

Regione
Provincia

Login Form

Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Credits - Nota legale