Il Gambero Rozzo
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- Pubblicato Lunedì, 09 Gennaio 2006 16:05
Il toscano Carlo Cambi, già fondatore della rivista "I Viaggi" di Repubblica, non si limita ad inserirsi nel fortunato filone della gastronomia che riscopre la tradizione e la semplicità a scapito dell'artificiosità dell'alta cucina: quello dell'autore è un viaggio molto personale e sentito, che lui stesso definisce una recherche du plat perdu, con gustosa citazione proustiana.
Il risultato è un libro interessante, a tratti impreziosito da spunti originali, che però paga decisamente la contiguità e le somiglianze fin troppo evidenti con il suo più famoso predecessore: la guida alle Osterie d'Italia della Slow Food. In effetti non soltanto il concetto alla base dei due volumi è molto simile, ma anche l'organizzazione del libro di Cambi non si discosta più di tanto da quella della "Bibbia" slowfoodiana: i locali sono suddivisi per regioni (anche se in ordine alfabetico, il che non facilita la consultazione) e in numerosi casi le segnalazioni coincidono con quelle della guida "rivale". Intendiamoci: non si tratta di un difetto, è soltanto un elemento che rende il libro leggermente meno attraente di quanto ci si sarebbe potuto attendere.
Va detto peraltro che nel complesso il volume è decisamente più leggero e maneggevole dei concorrenti grazie a un'impostazione più snella e a recensioni brevi e stringate, talvolta forse un po' vaghe nei giudizi. Anche in questo caso ai ristoranti recensiti non è attribuito alcun voto, ma fra le piacevoli eccezioni c'è l'iniziale classifica dei dieci locali "da non perdere" (il primo è il celebrato "Latini" di Firenze) che non mancherà di incuriosire tutte le Locuste e aspiranti tali.
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