The last catch
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- Pubblicato Lunedì, 15 Giugno 2015 17:03
La visione del documentario del tedesco Markus CM Schmidt, va detto, non può certo essere definita piacevole, né per i contenuti né per la forma: il film trasmette fisicamente la sensazione di essere a bordo di un peschereccio, tra gasolio e mal di mare, con abbondante contorno di sangue e carni di tonno spappolate. Dalla costa francese a Tokyo, passando per le acque di Ibiza e quelle di Malta, il quadro tratteggiato è davvero desolante: gli esemplari di tonno rosso sono sempre di meno e sempre più piccoli, il valore delle esportazioni - destinate quasi esclusivamente al Giappone - crolla, le aziende di famiglia chiudono, i pescatori sono costretti a cercare lavoro altrove. E le regolamentazioni per bloccare la pesca di frodo sono una farsa, come denuncia l'ex pescatore Roberto Mielgo, passato dall'altra parte della barricata (è stato osservatore per WWF e Greenpeace) non tanto per ragioni ideali quanto per aver intravisto in tempo la crisi del settore: finché lo sfruttamento intensivo e illegale dei mari continuerà, sotto la spinta dei grandi gruppi industriali, lo scenario non potrà che peggiorare.
Si può dunque fare qualcosa per salvare la pesca e i suoi prodotti? Nel loro piccolo qualche risposta hanno provato a darla gli ospiti della serata, come Mauro Fumagalli, creatore del progetto "La Casa dei Pesci" che sta creando un'area protetta e inaccessibile ai pescatori di frodo per ripopolare il mare della Maremma. O come Gian Carlo Dal Forno, assessore all'ambiente di Marano Lagunare, comune della provincia di Udine che da oltre un secolo si è dato un regolamento per preservare la laguna, pescando solo in periodi determinati dell'anno e tutelando le specie a rischio. Non solo: a Marano - dove un tempo aveva sede la fabbrica del tonno Maruzzella - il mercato del pesce è gestito direttamente dalle aziende locali, che ogni giorno vendono all'asta il pescato a grossisti e dettaglianti, evitando così speculazione e sfruttamento. Certo, si tratta di esempi circoscritti a specifiche realtà locali, difficili se non impossibili da replicare su larga scala; ma è comunque un inizio, così come lo sono le iniziative dei Gruppi d'Acquisto Solidale che permettono di acquistare prodotti del mare a km zero e nel rispetto dell'ambiente. Perché si sa, chi dorme non piglia pesci.
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