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Osteria Picchetta
2012-05-24 20:21:56
Locuste
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Recensione
Data di visita
Novembre 01, 2007
Recensione
Mettiamolo subito in chiaro: se non siete disposti a prendere qualche rischio, girate al largo dalla cascina Picchetta. La location di sicuro impatto, il mix discretamente riuscito tra cucina piemontese ed emiliana e gli ottimi vini della cantina, infatti, non possono bastare per chi non è pronto ad affrontare la miscela esplosiva tra l’umorismo goliardico dei proprietari Giorgio, Valeria e Andrea, il servizio quantomeno eccentrico e le musiche o gli spettacoli a sorpresa... Un’atmosfera da amare o da odiare, insomma. A noi è piaciuta e abbiamo apprezzato anche la discreta abbondanza delle porzioni, mentre dal punto di vista puramente gastronomico dobbiamo registrare un rendimento altalenante: qualcosa si può ancora migliorare. Il menu è fisso, al prezzo di 35 euro, inclusi i vini della casa e il caffè (esclusi però amari e grappe).
Si comincia dunque con una serie di antipasti che può risultare interminabile, anche perché nelle giornate di grande affluenza il servizio è piuttosto lento, ma è anche il momento più interessante della cena. Ottimi il salame e la pancetta della casa che accompagnano lo gnocco fritto, particolarmente saporita l’insalata di nervetti; segnaliamo inoltre il nasello alla mediterranea, l’insalata capricciosa e il tortino di patate con verdure. C’è spazio anche per qualche esperimento come il cotechino con marmellata di cipolle. L’ultimo degli antipasti è anche il più consistente: polenta taragna e gorgonzola. Un elogio particolare va al pane fatto in casa, in particolare quello con i fichi, dolcissimo e saporito.
Decisamente meno convincenti sono i primi, un risotto ai porcini piuttosto anonimo e i ravioli ricotta e spinaci al burro e salvia. La cucina però si riscatta con i secondi, soprattutto per abbondanza: stinco al forno, arrosto di maiale e le particolari costine presentate con una salsa dolce e speziata, molto saporita anche se un po’ stucchevole alla lunga. Dolci ridotti ma di buona qualità: strudel e gelato alla crema artigianale. La cantina come detto è ben fornita, ma ci si può accontentare anche dei tre vini della casa compresi nel menu: Bonarda, Barbera e Prosecco. Dopo il caffè consigliamo invece di assaggiare un bicchierino di grappa di moscato, ammesso che siate ancora abbastanza lucidi per non mettervi a ballare con la musica del piano bar...
Si comincia dunque con una serie di antipasti che può risultare interminabile, anche perché nelle giornate di grande affluenza il servizio è piuttosto lento, ma è anche il momento più interessante della cena. Ottimi il salame e la pancetta della casa che accompagnano lo gnocco fritto, particolarmente saporita l’insalata di nervetti; segnaliamo inoltre il nasello alla mediterranea, l’insalata capricciosa e il tortino di patate con verdure. C’è spazio anche per qualche esperimento come il cotechino con marmellata di cipolle. L’ultimo degli antipasti è anche il più consistente: polenta taragna e gorgonzola. Un elogio particolare va al pane fatto in casa, in particolare quello con i fichi, dolcissimo e saporito.
Decisamente meno convincenti sono i primi, un risotto ai porcini piuttosto anonimo e i ravioli ricotta e spinaci al burro e salvia. La cucina però si riscatta con i secondi, soprattutto per abbondanza: stinco al forno, arrosto di maiale e le particolari costine presentate con una salsa dolce e speziata, molto saporita anche se un po’ stucchevole alla lunga. Dolci ridotti ma di buona qualità: strudel e gelato alla crema artigianale. La cantina come detto è ben fornita, ma ci si può accontentare anche dei tre vini della casa compresi nel menu: Bonarda, Barbera e Prosecco. Dopo il caffè consigliamo invece di assaggiare un bicchierino di grappa di moscato, ammesso che siate ancora abbastanza lucidi per non mettervi a ballare con la musica del piano bar...
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