Al Bacco Hot
3302
0Add
Indirizzo
Via / piazza
via Marcona 1
Città
Milano
Regione
Lombardia
Provincia
Milano
Informazioni
Giorno di chiusura
domenica
Orari
mezzogiorno e sera, sabato solo a cena
Coperti
40
Prezzi
45-50 €
Carte di credito
Sì
Note
Prenotazione consigliata
Contatti
Telefono
02-54121637
Image Gallery
Opinione autore
Al Bacco
2015-07-06 10:17:07
Locuste
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Recensione
Data di visita
Luglio 01, 2015
Recensione
Piccolo, silenzioso, poco appariscente (eufemismo: in realtà è quasi invisibile), lontanissimo dalle mode e da qualsiasi forma di esotismo. Più che un ristorante, quella di Andrea Carola è una sfida ai canoni della ristorazione milanese: ben riuscita, se è vero che in pochi anni il locale ha conquistato la maggior parte dei critici e delle guide. Davvero raccolto e di piccole dimensioni, ma arredato con gusto e con l'ausilio delle opere di artisti locali, il Bacco deve la sua fama ai prezzi non esorbitanti (per Milano) e a una cucina inventiva ma mai eccessiva, nata dalla rivisitazione di piatti classici come cotoletta o carbonara. Purtroppo, però, non sempre il risultato corrisponde all'intenzione, e piatti sulla carta molto accattivanti non soddisfano come previsto nell'accostamento dei sapori: da rivedere.
Il menu, molto vario, offre un'ampia gamma di alternative per tutti i gusti. Si parte dagli antipasti (8-16 euro) con gnocco fritto e salumi, tra cui culaccia e strolghino, e con i caratteristici panzerottini ripieni di fiocco di culatello e bufala; ma anche con acciughe del Cantabrico, carpaccio di salmone agli agrumi, finocchi e cren, e l'insalata di "tonno del Chianti" (ricetta a base di coscia di maiale disossata, resa famosa dal macellaio Dario Cecchini). Altrettanto interessanti i primi (10-12 euro), tra cui il gazpacho andaluso e la famosa "carbonara vegetale": caserecce di grano duro con verdure di stagione a sostituire la pancetta. Le tagliatelle con ragù bianco di fagiano e verdure si presentano bene, ma deludono un po' nel condimento, poco amalgamato. Tra le altre proposte, il classico riso giallo al salto e i maccheroncini con ragù di triglie e asparagi.
Secondi sullo stesso tenore (14-16 euro), con piatti tradizionali rivisti e corretti: la cotoletta alla milanese in realtà si distacca poco dal canone, mentre più originali sono il filetto di maiale con salsa ai grani di senape e soprattutto la millefoglie di carpaccio di manzo con pane carasau, insalata e grana padano. Non convincono il filetto di pesce San Pietro, troppo ammortizzato dalla salsa al basilico, e l'arrosto di coniglio alla ligure, in una versione troppo asciutta e poco saporita. Dolci discreti, dalla crema bruciata agli agrumi ai bignè ripieni di crema e fragole; ottimi gelati e sorbetti, tra cui quello al mandarino tardivo della Conca d'Oro. Si beve bene anche al calice: segnaliamo per rapporto qualità-prezzo il Rosso Conero della Fattoria Le Terrazze. Nota negativa, nella stagione calda, l'aria condizionata troppo "aggressiva".
Il menu, molto vario, offre un'ampia gamma di alternative per tutti i gusti. Si parte dagli antipasti (8-16 euro) con gnocco fritto e salumi, tra cui culaccia e strolghino, e con i caratteristici panzerottini ripieni di fiocco di culatello e bufala; ma anche con acciughe del Cantabrico, carpaccio di salmone agli agrumi, finocchi e cren, e l'insalata di "tonno del Chianti" (ricetta a base di coscia di maiale disossata, resa famosa dal macellaio Dario Cecchini). Altrettanto interessanti i primi (10-12 euro), tra cui il gazpacho andaluso e la famosa "carbonara vegetale": caserecce di grano duro con verdure di stagione a sostituire la pancetta. Le tagliatelle con ragù bianco di fagiano e verdure si presentano bene, ma deludono un po' nel condimento, poco amalgamato. Tra le altre proposte, il classico riso giallo al salto e i maccheroncini con ragù di triglie e asparagi.
Secondi sullo stesso tenore (14-16 euro), con piatti tradizionali rivisti e corretti: la cotoletta alla milanese in realtà si distacca poco dal canone, mentre più originali sono il filetto di maiale con salsa ai grani di senape e soprattutto la millefoglie di carpaccio di manzo con pane carasau, insalata e grana padano. Non convincono il filetto di pesce San Pietro, troppo ammortizzato dalla salsa al basilico, e l'arrosto di coniglio alla ligure, in una versione troppo asciutta e poco saporita. Dolci discreti, dalla crema bruciata agli agrumi ai bignè ripieni di crema e fragole; ottimi gelati e sorbetti, tra cui quello al mandarino tardivo della Conca d'Oro. Si beve bene anche al calice: segnaliamo per rapporto qualità-prezzo il Rosso Conero della Fattoria Le Terrazze. Nota negativa, nella stagione calda, l'aria condizionata troppo "aggressiva".
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