Ristorante La Frasca Hot
5082
0Add
Indirizzo
Via / piazza
via Convento 3
Città
Almenno San Salvatore
Regione
Lombardia
Provincia
Bergamo
Informazioni
Giorno di chiusura
lunedì
Orari
mezzogiorno e sera
Coperti
150
Prezzi
20-25 €
Note
Prenotazione consigliata
Image Gallery
Map
Opinione autore
Ristorante La Frasca
2012-05-21 14:47:45
Locuste
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Recensione
Data di visita
Giugno 30, 2007
Recensione
La parte difficile, nel visitare il ristorante "La Frasca", è arrivarci. La trafficatissima autostrada A4 è un ostacolo talvolta insormontabile, e può trasformare un percorso di poche decine di chilometri in un vero calvario. Tuttavia, grazie anche all'aiuto degli amici della Cumpa del Chinotto, al secondo tentativo siamo finalmente riusciti ad arrivare a destinazione.
Per ripagare gli gli sfiniti viaggiatori dalle fatiche dell'autostrada, comunque, è più sufficiente quello che passa il convento. Espressione quantomai azzeccata in questo caso: il ristorante, infatti, sorge all'interno dell'antico Convento Agostiniano, risalente al XIV secolo ma splendidamente ristrutturato e adattato.
Si mangia, dunque, in una cornice davvero suggestiva, in particolare d'estate quando i tavoli sono affacciati sul chiostro, riparati dalla calura. E l'incantevole ambientazione, insieme alla velocità del servizio (dovuta soprattutto alla necessità di smaltire l'ingente mole di visitatori), fa dimenticare qualche pecca a livello di assortimento e presentazione dei piatti. Si mangiano cibi rustici ma di ottima qualità, accompagnati dai vini prodotti dall'adiacente azienda agricola: noi abbiamo gustato un Valcalepio del 2003 robusto e decisamente saporito, ma tra le possibili scelte ci sono anche Merlot e Cabernet, che si possono acquistare direttamente alla cassa. Completano il quadro, tanto per gradire, porzioni piuttosto abbondanti e prezzi contenuti.
Il menu è pressochè fisso: si parte con antipasti tradizionali, dai gustosi salumi (coppa, pancetta, salame) fino a tartine di polenta e taleggio, carciofini e cipolline sott'olio e nervetti. Il successivo tris di primi, ispirato alla tradizione bergamasca, comprende i superlativi casoncelli alla bergamasca e le tagliatelle alla campagnola (panna e funghi); meno significative le lasagne. A richiesta compaiono anche le pappardelle al sugo di lepre. Si prosegue poi con l'invasione di carni varie che costituisce il secondo piatto: da consigliare lo stinco al forno e la costata di puledro, come anche quella di manzo. Altrimenti si può optare per la grigliata mista di maiale (bistecche, spiedini e salamelle); il tutto accompagnato dalle immancabili patatine fritte, ma anche dalla polenta pasticciata con pancetta e spinaci. Vasto assortimento di dolci tra cui pasta di mandorle, tiramisù, meringata e sorbetto, che, seguiti da caffé e amaro, chiudono un pasto rinfrancante.
Per ripagare gli gli sfiniti viaggiatori dalle fatiche dell'autostrada, comunque, è più sufficiente quello che passa il convento. Espressione quantomai azzeccata in questo caso: il ristorante, infatti, sorge all'interno dell'antico Convento Agostiniano, risalente al XIV secolo ma splendidamente ristrutturato e adattato.
Si mangia, dunque, in una cornice davvero suggestiva, in particolare d'estate quando i tavoli sono affacciati sul chiostro, riparati dalla calura. E l'incantevole ambientazione, insieme alla velocità del servizio (dovuta soprattutto alla necessità di smaltire l'ingente mole di visitatori), fa dimenticare qualche pecca a livello di assortimento e presentazione dei piatti. Si mangiano cibi rustici ma di ottima qualità, accompagnati dai vini prodotti dall'adiacente azienda agricola: noi abbiamo gustato un Valcalepio del 2003 robusto e decisamente saporito, ma tra le possibili scelte ci sono anche Merlot e Cabernet, che si possono acquistare direttamente alla cassa. Completano il quadro, tanto per gradire, porzioni piuttosto abbondanti e prezzi contenuti.
Il menu è pressochè fisso: si parte con antipasti tradizionali, dai gustosi salumi (coppa, pancetta, salame) fino a tartine di polenta e taleggio, carciofini e cipolline sott'olio e nervetti. Il successivo tris di primi, ispirato alla tradizione bergamasca, comprende i superlativi casoncelli alla bergamasca e le tagliatelle alla campagnola (panna e funghi); meno significative le lasagne. A richiesta compaiono anche le pappardelle al sugo di lepre. Si prosegue poi con l'invasione di carni varie che costituisce il secondo piatto: da consigliare lo stinco al forno e la costata di puledro, come anche quella di manzo. Altrimenti si può optare per la grigliata mista di maiale (bistecche, spiedini e salamelle); il tutto accompagnato dalle immancabili patatine fritte, ma anche dalla polenta pasticciata con pancetta e spinaci. Vasto assortimento di dolci tra cui pasta di mandorle, tiramisù, meringata e sorbetto, che, seguiti da caffé e amaro, chiudono un pasto rinfrancante.
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