Trattoria degli Orti
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Indirizzo
Via / piazza
via Monviso 13
Città
Milano
Regione
Lombardia
Provincia
Milano
Informazioni
Giorno di chiusura
domenica
Orari
mezzogiorno e sera
Coperti
50
Prezzi
30-35 €
Carte di credito
No
Note
ATTENZIONE: Il ristorante ha cessato l'attività.
Contatti
Telefono
02-33101800
Map
Opinione autore
Trattoria degli Orti
2012-05-24 16:00:13
Locuste
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Recensione
Data di visita
Novembre 12, 2004
Recensione
ATTENZIONE: il ristorante ha cambiato gestione nel 2009. Menu e caratteristiche del locale potrebbero essere mutati.
Per una volta siamo costretti a segnalare la nostra delusione. Delusione perché da un ristorante così ricco di storia (fu aperto nel 1907, quando ancora nella zona del Cimitero Monumentale c’erano solo gli orti da cui prende nome), così caratterizzato e curato nell’aspetto con le sue decorazioni rétro e le bottiglie alle pareti - pur rese meno appetibili dalla mancanza di una carta dei vini - sarebbe lecito attendersi di più. Tanto da farci pensare di essere capitati nel giorno sbagliato. Ma delusione anche perché ancora una volta si conferma che alla cucina di qualità, e qui la qualità nonostante tutto non manca, non sempre si accompagna un’adeguata gestione dei rapporti con i clienti.
Non è, ribadirlo è doveroso, un problema di cucina, anche se da un locale tanto rinomato ci si aspetterebbe magari un tocco di originalità in più, o qualche escursione fuori dai canoni. Ci sono comunque tutti i piatti tipici della tradizione meneghina, completati da qualche specialità di altre regioni. Spiccano gli eccellenti gnocchi alla fonduta, il piatto migliore di una lista che comprende anche cappelletti in brodo, tagliatelle al ragù, risotti ai funghi e al tartufo. Tra i secondi immancabile la cassoeula, accompagnata da brasato con polenta e trippa alla parmigiana. Da segnalare anche la burrata. Abbastanza vari i dolci della casa.
Le note dolenti vengono dal servizio. Dal personale di un ristorante appena “scoperto” non si pretende certo eccessiva familiarità, che anzi sarebbe fastidiosa, e tanto meno servilismo; ma almeno sarebbe d’obbligo evitare le palesi scortesie o i trattamenti di favore. Il servizio, anche a causa dell’eccessivo affollamento del locale, riesce a essere al tempo stesso lento e frettoloso. C’è poi il problema dei prezzi: i quali non sarebbero neppure eccessivi, senonché 10 (dieci) euro per un piatto di antipasto comprendente una fetta di salame, una di prosciutto, una di coppa e uno gnocco fritto continuano a sembrarci troppi. E’ vero che è diffusa la (pessima) abitudine di alzare il prezzo degli antipasti per sfruttare l’appetito iniziale dei clienti; qui però si va oltre. Se poi, come ci è stato detto, la scarsità dell’antipasto è motivata da una negligenza del servizio, tanto peggio.
Ripetiamo: la speranza è che si sia trattato solo di una giornata storta. Intanto, però, viene per l’ennesima volta messo in luce che sono i particolari a fare l’insieme, e che per fare un grande ristorante non basta una buona cucina.
Per una volta siamo costretti a segnalare la nostra delusione. Delusione perché da un ristorante così ricco di storia (fu aperto nel 1907, quando ancora nella zona del Cimitero Monumentale c’erano solo gli orti da cui prende nome), così caratterizzato e curato nell’aspetto con le sue decorazioni rétro e le bottiglie alle pareti - pur rese meno appetibili dalla mancanza di una carta dei vini - sarebbe lecito attendersi di più. Tanto da farci pensare di essere capitati nel giorno sbagliato. Ma delusione anche perché ancora una volta si conferma che alla cucina di qualità, e qui la qualità nonostante tutto non manca, non sempre si accompagna un’adeguata gestione dei rapporti con i clienti.
Non è, ribadirlo è doveroso, un problema di cucina, anche se da un locale tanto rinomato ci si aspetterebbe magari un tocco di originalità in più, o qualche escursione fuori dai canoni. Ci sono comunque tutti i piatti tipici della tradizione meneghina, completati da qualche specialità di altre regioni. Spiccano gli eccellenti gnocchi alla fonduta, il piatto migliore di una lista che comprende anche cappelletti in brodo, tagliatelle al ragù, risotti ai funghi e al tartufo. Tra i secondi immancabile la cassoeula, accompagnata da brasato con polenta e trippa alla parmigiana. Da segnalare anche la burrata. Abbastanza vari i dolci della casa.
Le note dolenti vengono dal servizio. Dal personale di un ristorante appena “scoperto” non si pretende certo eccessiva familiarità, che anzi sarebbe fastidiosa, e tanto meno servilismo; ma almeno sarebbe d’obbligo evitare le palesi scortesie o i trattamenti di favore. Il servizio, anche a causa dell’eccessivo affollamento del locale, riesce a essere al tempo stesso lento e frettoloso. C’è poi il problema dei prezzi: i quali non sarebbero neppure eccessivi, senonché 10 (dieci) euro per un piatto di antipasto comprendente una fetta di salame, una di prosciutto, una di coppa e uno gnocco fritto continuano a sembrarci troppi. E’ vero che è diffusa la (pessima) abitudine di alzare il prezzo degli antipasti per sfruttare l’appetito iniziale dei clienti; qui però si va oltre. Se poi, come ci è stato detto, la scarsità dell’antipasto è motivata da una negligenza del servizio, tanto peggio.
Ripetiamo: la speranza è che si sia trattato solo di una giornata storta. Intanto, però, viene per l’ennesima volta messo in luce che sono i particolari a fare l’insieme, e che per fare un grande ristorante non basta una buona cucina.
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