Dettagli Recensione
Casa Motta
2012-05-16 20:36:43
Locuste
Segnala questa recensione ad un moderatore
Recensione
Data di visita
Aprile 28, 2007
Recensione
A metà strada tra Parma e Reggio e non lontano dal corso del Po, l'ottocentesco casolare ristrutturato di Lorenzo Motta offre ai suoi visitatori non soltanto una cucina verace e genuina, ma anche un albergo caratteristico e non eccessivamente costoso, con camere ricavate nel vecchio fienile. L'ambiente è tipicamente agreste, l'atmosfera molto familiare e accogliente; il luogo, insomma, si presenta benissimo. Purtroppo però le porzioni, a fronte di una qualità ottima, non sono sempre di qualità adeguata e il servizio risulta a tratti insufficiente. Il conto finale, che difficilmente resta al di sotto dei 40 euro, non migliora il giudizio.
Il menu varia a seconda della stagione, ma è interamente basato su piatti della tradizione reggiana. Il pranzo si apre, dunque, con una serie di antipasti veramente eccellenti: l'immancabile salame nostrano, ma anche il culatello all'aceto balsamico, l'erbazzone al prosciutto e l'imperdibile salame fritto nel Lambrusco (o nel vino bianco). Anche i primi piatti non si distaccano dal tipico canovaccio della zona: ecco dunque cappelletti in brodo, tortellini e tortelli alle erbe. Segnalate anche, nella stagione invernale, le tagliatelle al sugo d'asina.
Secondi meno esaltanti anche se ugualmente tipici: filetto all'aceto balsamico il migliore, ma ci sono anche coniglio arrosto e trippa all'emiliana. Tra i dolci spicca la "solita" zuppa inglese anche se non mancano, in stagione, le più estive fragole con gelato. Discreti i vini: la cantina è basata soprattutto su varie etichette di Lambrusco. Dopo il caffè impossibile chiudere senza un bicchierino di Nocino.
Il menu varia a seconda della stagione, ma è interamente basato su piatti della tradizione reggiana. Il pranzo si apre, dunque, con una serie di antipasti veramente eccellenti: l'immancabile salame nostrano, ma anche il culatello all'aceto balsamico, l'erbazzone al prosciutto e l'imperdibile salame fritto nel Lambrusco (o nel vino bianco). Anche i primi piatti non si distaccano dal tipico canovaccio della zona: ecco dunque cappelletti in brodo, tortellini e tortelli alle erbe. Segnalate anche, nella stagione invernale, le tagliatelle al sugo d'asina.
Secondi meno esaltanti anche se ugualmente tipici: filetto all'aceto balsamico il migliore, ma ci sono anche coniglio arrosto e trippa all'emiliana. Tra i dolci spicca la "solita" zuppa inglese anche se non mancano, in stagione, le più estive fragole con gelato. Discreti i vini: la cantina è basata soprattutto su varie etichette di Lambrusco. Dopo il caffè impossibile chiudere senza un bicchierino di Nocino.
Trovi utile questa opinione?
00
Commenti
Per inserire la tua opinione devi essere registrato.
Powered by JReviews









