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Trattoria del Ciclista
 
Trattoria del Ciclista 2012-05-17 11:04:37 Locuste
Voto medio 
 
7.1
Qualità 
 
7.0
Quantità 
 
7.5
Servizio 
 
7.0
Prezzo 
 
7.0
Opinione inserita da Locuste    17 Mag, 2012
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Recensione

Data di visita
Aprile 13, 2009
Recensione
Come direbbero al di là dell'oceano, what you see is what you get. Le apparenze non ingannano alla Trattoria del Ciclista: siamo davvero di fronte a una vecchia taverna di una volta, quelle dove si pasteggiava tra un bicchiere di vino e l'altro, lasciando la bicicletta appena fuori dalla porta. Certo, passato il bancone dell'ingresso, ad accogliere i visitatori c'è un'ampia veranda elegantemente decorata, ma il discorso non cambia: l'atmosfera è sempre quella di un tempo, semplicità e cortesia sono all'ordine del giorno. Così anche il menu fisso (25 euro, bevande escluse) punta soprattutto su una tradizione consolidata negli anni, valorizzando i due veri punti di forza del locale: la carne d'asino e i vini, raccolti in una lista enciclopedica che comprende centinaia di bottiglie.

Il pasto si apre invariabilmente con una serie di ricchi e appetitosi antipasti: fa subito capolino la specialità della casa sotto forma di salame d'asino, accompagnato da altri tipi di insaccati e affettati (bresaola, lardo, prosciutto crudo). Ecco arrivare poi uova sode ripiene, frittatine, verdure sott'olio, vitello tonnato, tomino fresco e per finire un'eccellente insalata russa. C'è di che essere soddisfatti. Meno esaltanti i primi che, comunque, si mantengono su un discreto livello: i migliori sono gli agnolotti "dal plin" al brasato, meno convincenti i ravioli alla fonduta e tartufo e il risotto agli asparagi. Per quanto riguarda la selezione del vino, meglio farsi guidare tra le tante etichette locali: noi abbiamo scelto per iniziare un Nebbiolo delle Cantine Rogiotto.

Salendo di gradazione, e con l'arrivo del secondo, ecco un altro vino di pregio: il Ghemme, la tipica DOCG locale, dell'azienda vitivinicola Ioppa. Ma in tavola è già tempo di fare posto per il piatto più originale, il Tapulone (carne d'asino macinata), che dà il nome anche alla Confraternita di cui il ristorante è sede. Si tratta senz'altro del migliore fra i secondi, che comprendono anche capretto al forno e brasato d'asino. Buoni i dolci (su tutti la meringata), dopo il caffè c'è ancora spazio per un digestivo: vastissima la scelta di grappe (quella di Brachetto viene portata in tavola con l'intera bottiglia al termine del pasto), ma anche sul fronte del Barolo chinato la cantina sa farsi rispettare con un'ampia selezione di etichette.
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