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Ristorante La Cadrega
2013-08-23 14:25:25
Locuste
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Recensione
Data di visita
Agosto 21, 2013
Recensione
La vera Brianza, intesa come rifugio immerso nel verde per i milanesi stressati dai ritmi della vita metropolitana, esiste ancora: l'espansione urbanistica l'ha soltanto costretta a spostare i suoi confini più a nord. Dalle parti di Carimate, tra un celebre golf club e un magnifico castello medioevale oggi utilizzato come albergo di lusso, il "buen retiro" è ancora intatto, e anche la frazione di Montesolaro trasuda benessere da tutti i pori. Proprio lungo la via principale sorge l'atipico ristorante La Cadrega, piccolo locale stracolmo di bottiglie e curiosi oggetti d'arredamento, caratterizzato dall'atmosfera conviviale e alla buona (ma apprezzato da ogni tipo di clientela). La denominazione non potrebbe essere più lombarda - la "cadrega", come ormai tutti sanno grazie agli sketch comici di Aldo, Giovanni e Giacomo, non è altro che la sedia - eppure l'oste, la cui cordialità è parte integrante del servizio, viene dal lontano Friuli. Ma la cucina deve tutto sommato poco al territorio e si incentra soprattutto sulla carne alla brace, scrupolosamente selezionata e servita con cura, a prezzi accessibili; il resto del menu è composto da pochi e collaudati piatti, con qualche saltuario innesto stagionale. Interessanti la cantina e soprattutto l'assortimento di liquori e distillati.
Il tenore del menu si intravede già dagli antipasti, quasi tutti a base di salumi: segnaliamo in particolare la bresaola con noci e l'appetitosa carne salada con aceto balsamico e songino, oltre ai crostini con lardo. Uno dei capisaldi del locale è la polenta taragna, che viene servita - oltre che in accompagnamento ai piatti di carne - con i condimenti più svariati: il gorgonzola è quello più classico, ma se si è fortunati si può gustare anche l'eccellente abbinamento con le lumache. Altri primi piatti, che non si discostano dal solco della tradizione, sono i tagliolini al tartufo e le pappardelle alla selvaggina; le porzioni sono misurate ma soddisfacenti. Il vino della casa è l'eccentrico Cabernet Sauvignon "...capito!" delle cantine Folino: sufficiente, anche se come accennato non mancano le alternative.
Il piatto forte è indubbiamente costituito dai secondi di carne alla brace. La scelta dei tagli si riduce in pratica a tre: costata, filetto e fiorentina, tutti serviti con contorno di polenta e patatine fritte. L'unica variante è costituita dalla cosiddetta "toscanaccia", bistecca di circa 1 kg meno pregiata e più cotta della fiorentina. Quest'ultima, comunque, è davvero da consigliare (anche per due persone) per sapore e morbidezza; eccellente anche il filetto. Ampia la scelta di dolci casalinghi: peculiare la torta di Montevecchia (a base di formaggio caprino), discreta la torta agli amaretti e pesche, non mancano tiramisu, salame di cioccolato e sorbetto al limone. Il post-cena è assicurato con uno o più bicchierini di amaro, liquore alla liquirizia e soprattutto grappa: alla mela verde, alle pere Williams, al mirtillo, alle fragoline di bosco. Conto finale decisamente abbordabile, intorno ai 40 euro per un pasto completo.
Il tenore del menu si intravede già dagli antipasti, quasi tutti a base di salumi: segnaliamo in particolare la bresaola con noci e l'appetitosa carne salada con aceto balsamico e songino, oltre ai crostini con lardo. Uno dei capisaldi del locale è la polenta taragna, che viene servita - oltre che in accompagnamento ai piatti di carne - con i condimenti più svariati: il gorgonzola è quello più classico, ma se si è fortunati si può gustare anche l'eccellente abbinamento con le lumache. Altri primi piatti, che non si discostano dal solco della tradizione, sono i tagliolini al tartufo e le pappardelle alla selvaggina; le porzioni sono misurate ma soddisfacenti. Il vino della casa è l'eccentrico Cabernet Sauvignon "...capito!" delle cantine Folino: sufficiente, anche se come accennato non mancano le alternative.
Il piatto forte è indubbiamente costituito dai secondi di carne alla brace. La scelta dei tagli si riduce in pratica a tre: costata, filetto e fiorentina, tutti serviti con contorno di polenta e patatine fritte. L'unica variante è costituita dalla cosiddetta "toscanaccia", bistecca di circa 1 kg meno pregiata e più cotta della fiorentina. Quest'ultima, comunque, è davvero da consigliare (anche per due persone) per sapore e morbidezza; eccellente anche il filetto. Ampia la scelta di dolci casalinghi: peculiare la torta di Montevecchia (a base di formaggio caprino), discreta la torta agli amaretti e pesche, non mancano tiramisu, salame di cioccolato e sorbetto al limone. Il post-cena è assicurato con uno o più bicchierini di amaro, liquore alla liquirizia e soprattutto grappa: alla mela verde, alle pere Williams, al mirtillo, alle fragoline di bosco. Conto finale decisamente abbordabile, intorno ai 40 euro per un pasto completo.
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