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Harry's
Harry's Hot
 
Harry's 2014-02-05 12:29:19 Locuste
Voto medio 
 
7.1
Qualità 
 
7.5
Quantità 
 
7.0
Servizio 
 
6.5
Prezzo 
 
7.5
Opinione inserita da Locuste    05 Febbraio, 2014
Ultimo aggiornamento: 05 Febbraio, 2014
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Recensione

Data di visita
Febbraio 01, 2014
Recensione
Chi avesse la pazienza di risalire lungo il corso dell’Arda e inerpicarsi sulle colline dell’omonima valle, ben oltre Fiorenzuola e Castell’Arquato, farà bene a predisporsi per qualche sorpresa: non soltanto in termini di strade quasi inesplorate e panorami mozzafiato, ma anche sul piano dell’atmosfera. La trattoria Harry’s denuncia infatti fin dal nome le sue curiose divagazioni rispetto al contesto rustico in cui è ubicata: il classico ristorante di paese si trasforma qui in un bizzarro locale con battenti da saloon, arazzi orientaleggianti e ritratti di bellezze “desnude” alle pareti. E naturalmente il bar, come i suoi più illustri omonimi, è specializzato in cocktail: tra tutti i grandi classici del genere spunta il misterioso Marinello Special, che costa solo 3 euro ma (fate attenzione) viene servito solo come aperitivo. Queste perle di eccentricità non inficiano comunque il giudizio sul locale: la cucina resta casereccia e senza fronzoli, incentrata sulle due materie prime di cui i boschi circostanti sono ricchi, cinghiale e funghi. Riscaldato – se va bene – da un’arcaica stufa a legna posta al centro della sala da pranzo, il locale è la cornice ideale per pranzi conviviali e spartani a prezzi contenuti.

Abbiamo visitato Harry’s in occasione di un pranzo rigorosamente a base di cinghiale proposto dalla mitica Confraternita dei Grass, ma fonti locali ci assicurano che il menu quotidiano è sostanzialmente lo stesso, e imperniato ovviamente sul suino selvatico che compare anche come “logo” nel biglietto da visita del ristorante. Per iniziare è dunque d’obbligo concedersi un misto di eccellenti salumi di cinghiale, tra cui la coppa e un pregevolissimo salame, accompagnati da ampie porzioni di funghi sott’olio. I primi sono altrettanto semplici e corposi: pappardelle al cinghiale (di ottima fattura anche la pasta) e tortelli di verdure al sugo, questi ultimi meno entusiasmanti. Attenzione alle porzioni che, in caso di grandi tavolate, possono rivelarsi un po’ striminzite; chiedere senza remore il bis, almeno finché ce n’è!

La cucina dà ovviamente il suo meglio nei secondi di carne, con il vero e proprio trionfo del cinghiale: il cosciotto, aromatizzato con erbe varie e servito con accompagnamento di funghi, è davvero straordinario nel suo perfetto equilibrio tra “aggressività” della carne e delicatezza del condimento. Più canoniche le costine di cinghiale con patate, così come il cinghiale in umido. Sempre abbondante la polenta in accompagnamento. Con i dolci riemerge invece la vena artistica del locale: una sorta di semifreddo-Charlotte mescola pan di spagna, pesche sciroppate, mirtilli e gelato al latte, mentre l’ottima crostata colpisce per il suo retrogusto amaro. Sul fronte vini, meglio non lasciarsi ingannare dalle collezioni di vetuste bottiglie alle pareti: il rosso frizzante della casa è amabile e nulla più, accettabile il Gutturnio in bottiglia mentre il bianco (?) è da lasciar perdere. In chiusura un discreto Bargnolino e altri liquori artigianali; il conto, onestissimo, varia tra i 25 e i 30 euro.
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